Renzi fa campagna per il voto utile. Contro Grasso

Il segretario del Pd: “Ogni voto a Liberi e Uguali è un voto alla Lega”. E attacca il presidente del Senato sulla proposta di abolire le tasse universitarie: “È un favore ai ricchi”

Redazione

“La proposta di Grasso aiuta i ricchi e i fuoricorso come Di Maio”. Matteo Renzi attacca il leader di Liberi e Uguali sulla proposta di abolire le tasse universitarie. Lo fa con riferimento al curriculum universitario del capo politico del M5s (che ha più volte spiegato di non aver conseguito ancora la laurea “perché sono diventato vicepresidente alla Camera. E mai avrei approfittato del mio ruolo per andare a fare gli esami”).

Non si fa attendere la replica del presidente del Senato: “Cancellare le imposte significa promuovere la giustizia sociale”. E attacca: “Lo student act del Pd non risolve, abbiamo il 26 per cento di laureati nella fascia dei cittadini tra i 30 e i 34 anni, la media europea è del 40 per cento. Vogliamo adottare politiche che favoriscano in tutti i modi la crescita del livello di istruzione di questo Paese? Una di queste è abbattere i costi, per tutti”.

 

Nella sua prima uscita televisiva del 2018, l'ex presidente del Consigli, ospite di Lilly Gruber a Otto e mezzo, rilancia la sfida: ovviamente quella al centrodestra e al tandem Berlusconi-Salvini. Il Partito Democratico, dice Renzi, è pienamente della partita e punta a migliorare la performance del 2013, quando il partito sotto la guida di Pier Luigi Bersani – oggi avversario – ottenne il 25,8 per cento. E la gara, appunto, è anche contro la sinistra di Liberi e Uguali. A chi gli fa notare che con Grasso, Bersani e compagni il centrosinistra volerebbe tranquillamente oltre il 35 per cento, Renzi risponde che quella è una storia finita. A confermarlo è la stoccata del segretario a Grasso e ai suoi: “Ogni voto che va a Liberi e Uguali, alla sinistra radicale, va a Salvini non è che fa scattare il seggio per la Boldrini”. Netto il giudizio anche nei confronti dei 5 Stelle, il cui segno distintivo, a suo giudizio, è la contraddizione, dal tema dei rifiuti della Capitale a quello della giustizia. Renzi ribadisce che l'Emilia era disposta a collaborare con la giunta di Roma per lo smaltimento, ma poi Raggi “ha detto di no”. Stessa storia sul tema ancora più delicato della giustizia: “Una volta urlavano 'onestà, onestà'. E ora la sindaca di Roma è a processo. Devono imparare a rispettare la Costituzione e la presunzione d'innocenza sempre, non a giorni alterni”.

 

L'unica vittoria alla quale aspira, dice Renzi, è esprimere un premier del Pd. E il segretario, ancora una volta, allarga il ventaglio delle candidature sottolineando che nel partito ci sono tanti esponenti capaci, a partire da Gentiloni che “si sta dimostrando un ottimo presidente del consiglio”. In squadra anche Delrio e Boschi (che “si candiderà in più di un posto, come tutti gli altri”), Pier Carlo Padoan, mentre dalla società civile esce il nome del professor Burioni, campione della scienza contro la “superstizione anti vax”.