Virginia Raggi (foto LaPresse)

Così Raggi sabòta il piano Calenda per il rilancio di Roma

Redazione

Dopo due settimane il sindaco risponde all'invito del ministero chiedendo “poteri speciali” per la Capitale. Il ministro: “Da lei lettere sconclusionate sui più vari argomenti, ma non riesco a incontrarla”  

Il Foglio lo aveva scritto lo scorso 28 settembre. Raccontando come Virginia Raggi e Nicola Zingaretti avevano lasciato cadere nel vuoto l'invito del ministro Carlo Calenda a discutere del rilancio economico di Roma e del Lazio. Nessuna risposta, nonostante una dettagliata lettera partita ben una settimana prima. L'effetto principale di quell'articolo è stato il fatto che Zingaretti, nel giro di poco, ha precisato di aver risposto (ma la lettera, chissà come, si è persa negli uffici del Mise). Non altrettanto ha fatto Raggi che anzi, nei giorni successivi, più di una volta è stata criticata dal ministro dello Sviluppo Economico.

 

 

 

Fino ad oggi quando, secondo l'agenzia Ansa, la risposta sarebbe finalmente partita dal Campidoglio. Ma come spesso accade quando c'è di mezzo il comune di Roma, c'è un però. Perché il sindaco non si è limitata ad accogliere l'invito di Calenda. Ha rilanciato chiedendo “una semplificazione normativa e amministrativa che, completando la trasformazione avviata con
D. Lgs. 17 settembre 2010 n. 156, garantisca una dignità istituzionale adeguata alla capitale del Paese”. Tradotto: Raggi ha chiesto più poteri per la Capitale. 

 

“Il forte bisogno che questa città sia destinataria di politiche di medio e lungo periodo - ha scritto nella lettera che per conoscenza è stata inviata anche gli altri partecipanti al tavolo -, non limitando il tavolo di rilancio a passi operativi a breve o al circoscritto ambito del piano industriale per Roma. Sarebbe opportuno estendere l'invito al tavolo anche ad altri rappresentanti istituzionali e di categoria portatori di istanze positive”.

 

“Si tratta di temi e proposte - prosegue il testo - che ho avuto la possibilità di raccogliere nel corso degli incontri che ho avuto in questi mesi all'interno di Fabbrica Roma con rappresentanti del mondo imprenditoriale, sindacale, scientifico e culturale. Si tratta di un patrimonio di conoscenza che certamente non va escluso. Per realizzare questo proposito è imprescindibile un impegno forte di tutte le Istituzioni, realizzando politiche nazionali che supportino i soggetti e le imprese che intendono investire in questi settori, includendo anche semplificazioni normative che, nel pieno solco della legalità, rendano maggiormente attrattivo il nostro Paese e che, al contempo, possano velocizzare la realizzazione di progetti. Di tutto questo, e di altro, parleremo al nostro incontro che, in un clima di vivo interesse per lo sviluppo della nostra città, ci vedrà, finalmente, tutti seduti attorno allo stesso tavolo”. Insomma Raggi è pronta a discutere, ma l'impressione è che le sue richieste (poteri speciali per Roma ndr) siano un modo per perdere un'occasione nel presente e spostare l'attenzione su un futuro che, difficilmente, si realizzerà.  

 

Calenda furioso. Non a caso, poco dopo il lancio dell'Ansa, arriva l'ennesima presa di posizione di Calenda. Che attacca Raggi: “La situazione del Tavolo Roma sta rapidamente superando la soglia del ridicolo. Dal 21 settembre scorso - giorno in cui abbiamo inviato la prima lettera per l'avvio del Tavolo - cerco di parlare con la sindaca di Roma in merito al lavoro preliminare da svolgere in vista della riunione fissata il 17 ottobre, prima data utile nella sua agenda, alla quale tutti gli altri partecipanti hanno dovuto adattarsi”.

“Ad oggi - continua - non sono riuscito ad avere un contatto diverso da un sms di circostanza; continuo però a ricevere lettere sconclusionate sui più vari argomenti. Mentre tutte le altre istituzioni, a partire dalla Regione e dalle associazioni, si sono immediatamente attivate mettendo a disposizione idee, progetti, staff e tecnici. L'unico riferimento individuato dalla sindaca è il suo portavoce. A questo punto ritengo urgente incontrare la sindaca nelle prossime 48 ore per verificare la reale disponibilità a proseguire nel percorso individuato con il Tavolo”.

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