"Il piano Calenda conviene più a Raggi che al Pd”
“Incredibile che la sindaca non lo capisca". Parla Alessandro Onorato
"Ovvio che ci andrei. E di corsa, pure. E con un malloppo di richieste in mano”. Alessandro Onorato non ha dubbi: fosse lui il sindaco di Roma, non esiterebbe ad accettare la chiamata del ministro Calenda al tavolo per la Capitale. Eppure il braccio destro di Alfio Marchini, undici anni di Consiglio comunale alle spalle, non si sorprende troppo dell’attendismo di Virginia Raggi.
Si aspettava questa riluttanza al dialogo?
Mi aspettavo che il sindaco non sfruttasse questo straordinario assist.
E perché?
Perché per cogliere certe opportunità devi avere un minimo di fiuto politico. Cosa che difficilmente sviluppi, se ti lasci telecomandare dalla Casaleggio Associati e se il massimo su cui puoi contare, in aula Giulio Cesare, è una squadra di trenta scappati di casa.
Lei, al posto della Raggi, cosa farebbe?
Presenterei a Calenda una lunga lista di richieste per Roma. Fondi speciali, no tax area, snellimento della burocrazia: punterei a ottenere il massimo.
E se poi il piano fallisse?
Potrei sempre dire che è stato il ministro a non realizzare i miei progetti. Io, Calenda, lo avrei incalzato già da giorni.
In che modo?
Chiedendogli conto di ciò che ha fatto, o non fatto, per Roma fino a questo momento. Quali benefici ha portato alla Capitale, da quando è ministro?
Ecco, quanti?
Zero. Anzi, l’esodo di aziende verso Milano è proseguito sotto il suo sguardo silente. Se le premesse sono queste…
Neppure il Pd, però, sembra entusiasta per questo Tavolo.
Certo che no. Loro aspettano e stanno a guardare.
Non sarà che Calenda è una figura ingombrante?
Bah, io vedo che i giornali lo pompano molto, ne parlano addirittura come del futuro sindaco di Roma.
Non è credibile?
Calenda? Se si candida, non prende neppure i voti dei suoi condomini.
E allora perché il Pd è muto?
Perché hanno deciso che la strategia da adottare è: tanto peggio, tanto meglio. Sono convinti che lasciandoli fare, i Cinque stelle si sfracelleranno da soli. E a quel punto toccherà a loro governare.
Teoria sbagliata?
Sì, perché dopo i grillini non torna il Pd. Dopo i grillini, a Roma, arriva la destra.
Come a Ostia?
Come a Ostia, dove il Pd prenderà il 10 per cento e la destra sfiderà M5s al ballottaggio. E potrebbe vincere.
Il prossimo sindaco della Capitale?
Giorgia Meloni.
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