L'ex governatore dell'Emilia-Romagna, Vasco Errani (foto LaPresse)

Perché l'assoluzione di Errani condanna il circo mediatico giudiziario

Redazione
L'ex governatore dell'Emilia-Romagna assolto per la seconda volta dall'accusa di falso ideologico nel caso “Terremerse”. Una travagliata vicenda giudiziaria che nel 2014 lo portò alle dimissioni.

“Il fatto non sussiste”. E’ con questa formula che la Corte d’appello di Bologna ha assolto l’ex presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, dall’accusa di falso ideologico nel processo d’appello bis per il caso “Terremerse”. La travagliata vicenda giudiziaria, durata sei anni, nell’estate del 2014 portò Errani alle dimissioni da governatore.

 

L’accusa che in questi anni è stata rivolta nei confronti dell’ex presidente della Regione (tra i fondatori del Partito democratico) è quella di aver indotto nel 2009 alcuni dirigenti regionali a redigere una relazione “omissiva e fuorviante” per giustificare il finanziamento di un milione di euro concesso quattro anni prima dalla Regione alla cooperativa  Terremerse, guidata dal fratello del governatore, Giovanni Errani. Per quella relazione, Vasco Errani venne indagato per falso ideologico.

 

Assolto in primo grado nel novembre del 2012, Errani venne condannato in appello nel 2014 a un anno di reclusione con la condizionale. A quel punto, per “gesto di responsabilità”, il presidente della Regione annunciò le sue dimissioni. Seguirono le elezioni anticipate e la vittoria dell’attuale governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. La condanna venne annullata dalla Corte di Cassazione nel giugno del 2015. Tornati in appello, oggi è giunta l’assoluzione, per Errani e gli altri due dirigenti regionali coinvolti nell’inchiesta (il procuratore generale aveva chiesto una condanna a un anno di carcere).

 

“Finalmente è finita. Con questa sentenza di assoluzione si chiude una lunga vicenda processuale che forse non avrebbe dovuto nemmeno aprirsi. Si afferma così in modo definitivo la verità” ha commentato Errani sul suo profilo Facebook dopo la sentenza. “Sono stati lunghi anni di sofferenza per me e per i miei familiari” ha aggiunto l’ex presidente, sottolineando come la sua vicenda abbia finito per avere un grave risvolto su “un’importante istituzione come la Regione Emilia-Romagna”.

 

“Non ho rancori né recriminazioni da fare, spero soltanto che anche da questa vicenda possa venire uno stimolo ad una riflessione nell’interesse del Paese, lontano dalle strumentalizzazioni, nel pieno rispetto di ogni Istituzione e dei diritti e dovere di tutti” ha concluso Errani.