(foto Ansa)

Piccola Posta

Ornella Muti e gli altri in Russia, da sempre

Adriano Sofri

Il Festival della Gioventù di Sochi è solo l'ultimo esempio di una lunga serie di viaggi. Da Depardieu a Kevin Costner

A Grozny, 1996, incontrai anche un giornalaio armeno che sapeva dire Buongiorno e si mostrava informato sulle cose che contano al mondo. Nonostante la guerra e la devastazione della città, teneva ad avere informazioni aggiornate su Celentano (in ciò istigato dalla mia omonimia) e Ornella Muti. Non voleva rassegnarsi alla notizia che non fossero marito e moglie. Passarono gli anni, e il giornalaio armeno, nel caso improbabile che fosse sopravvissuto, avrebbe avuto una quantità di occasioni di vedere Ornella Muti da vicino. La Nostra diventò la beniamina, e viceversa, di Vladimir Putin, ne ricevette doni munifici e l’invito a prendere la cittadinanza russa – non so se l’affare si fosse concluso, come nel caso ancora più esuberante di Gerard Depardieu. E la beniamina di Ramzan Kadyrov, il quisling ucraino venduto al Cremlino, un mostro, per una volta tanto si può dire, illustrato dai sequestri e le sparizioni di persone, dagli stupri, le torture, gli assassinii di gay e lesbiche, le brutalità teatralmente esibite e l’imbecillità. Questo abbagliante curriculum era notissimo quando Ornella Muti, “ancora sensuale”, andava a Grozny ospite, e gentilmente vestita di nero, nell’anniversario della fondazione della città coincidente col compleanno, il 36esimo, di Kadyrov e ballava con lui “la tradizionale ‘lezginka’, un ‘ballo infuocato’ come l’ha definito l’ufficio stampa governativo” (dal Corriere, 6 ottobre 2012). Era una bella compagnia, Depardieu non mancava.

Nel 2013, a Grozny, andò a fuoco il grattacielo più alto, e bruciò anche l’appartamento del cittadino ceceno Depardieu – povero Cyrano. Nel 2011, per i 35 anni di Kadyrov, c’erano Shakira e Kevin Costner, balla coi lupi, Eva Mendes, Hillary Swank (lei se ne scusò poi vibratamente). L’anno dopo, a festeggiare con Kadyrov un oligarca ceceno, insieme a Ornella c’erano anche i Gipsy King. Nel 2016, Dmitry Peskov, quello, annunciò che il suo capo sarebbe stato contento di accogliere una domanda di cittadinanza di Ornella, che “stava preparando i documenti” (Tass). Nel 2010 era andata a San Pietroburgo a festeggiare con Putin (ehi, c’era anche là Kevin Costner), adducendo un certificato medico per l’assenza allo spettacolo teatrale a Pordenone per cui era contrattata, e ne ricavò in Italia una condanna per truffa (6 mesi e 500 euro di multa), in Russia non so. Il suo avvocato aveva chiesto di ascoltare Putin come testimone della raucedine di lei.

Ora Ornella Muti è tornata da Sochi, Festival della Gioventù, dove è stato anche inaugurato il suo ritratto di Jorit . Sua figlia Naike ha spiegato che la loro frequentazione è dovuta a un’origine famigliare russa, e che a motivarle è soltanto la pace.
Ci sono parole, le più solenni, le più importanti, che non si potranno pronunciare più senza vergogna: la pace, il genocidio...

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