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Attutire le legnate alla signora Schlein, che non è certo l'unica a parlare difficile

Adriano Sofri

Va bene sconsigliare di parlare di "esternalizzazione". Armocromista era diverso, era piuttosto spiritoso. Ma basta guardare "Piazza Pulita" dell'altra sera per sentire: scontistica, arabofono, condizionalità, fragilizzazione. Caro Formigli, lo dico a te che non sei permaloso

Caro Corrado Formigli, vorrei abusare affettuosamente di te per attutire le legnate alla signora Schlein. Ho guardato la puntata di Piazza pulita dedicata a migranti, Lampedusa, Cpr, che mi interessano molto. Ora, nell’interludio fra te e Massimo Gramellini, in cui si trattava di parole, è tornata fuori quella esternalizzazione. In effetti, sconsiglierei anch’io di dirla. Armocromista era diverso, era piuttosto spiritoso, e io per esempio imparai che esiste il nome e perfino la persona. Bene. Subito dopo tu hai menzionato la grottesca faccenda egiziana di Torino, e la sua scaturigine (parola mia) nella presunta colpa del direttore Greco, il quale, cinque anni fa, “aveva fatto una scontistica per le famiglie arabofone” (parole tue). Passi per arabofone, dato che parlano arabo, ma io, medio ascoltatore dei comizi contemporanei, scontistica non l’avevo sentita. Sapevo la faccenda e non ho stentato a capire che ti riferivi allo sconto provvisorio che il direttore aveva fatto per invitare i visitatori di lingua araba (e non “i musulmani”, per giunta Greco è nato ad Arzignano, io conosco Arzignano, e si chiama Christian). Ho consultato la discussione sul sito della Crusca, che nel 2018, a firma di Valeria Leoncini, riferiva così. “Scontistica (insieme, periodo e pratica degli sconti) è riportata solo dal GRADIT /il Grande dizionario italiano dell’uso di De Mauro/, che la classifica come termine tecnico-specialistico, datato 1994... Sulla Stampa appare a partire dal 2010 e solo 21 volte al singolare... neologismo ancora in prova... l’uso è consigliabile solo o soprattutto in situazioni e testi professionali, in ambiti produttivi e commerciali specializzati; è bene non abusarne al di fuori di essi né (men che mai) nella comunicazione ordinaria”. Questo per dire che la lingua batte dove il dente duole. Pavento cartelli: “Non si fanno scontistiche”. Posso dirlo a te, che non sei permaloso. Nella tua puntata, l’ambasciatore ospite ha detto più volte la parola condizionalità. Anche qui la Crusca provvede, non è un neologismo né un anglismo, ma ha maleducatamente sfondato (parola mia) sulla scia del MES, e sostituisce spesso nel gergo di politici giornalisti e cronisti sportivi la umile degna parola condizione, anche quando non se ne distingue. Ginevra Bompiani, che aveva ascoltato il tuo dialogo con Gramellini, ha spiritosamente osservato che l’ambasciatore aveva ripetuto, a proposito dei regimi africani, la parola fragilizzazione, che un’eco dell’esternalizzazione comporta. (Arrivata, questa, sulla scia della cosmetica, probabilmente francese, a proposito dei capelli resi fragili). Che suona certo più familiare alla base democratica, nota mia, dall’assonanza con la nota supercalifragilistichespiralidoso.

Bene. Ti saluterò, siccome sono giorni di pena per le storie delle persone che migrano, come gli uccelli, segnalandoti la fotografia sulla Repubblica di ieri, in cui il presidente della Repubblica italiana e il suo collega tedesco a Piazza Armerina si fotografano con un giovane nero dalla bella faccia e il bellissimo sorriso, nel quale spicca un buco al posto di un incisivo. L’articolo di Concetto Vecchio comincia così: “Hassan gli confida il suo sogno: 'Voglio fare il dentista, regalare un sorriso alle persone'. 'Magnifica intenzione', lo elogia Sergio Mattarella”. Viva.

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