(foto LaPresse)

Piccola posta

Salvare la Locanda dei Girasoli, a Roma

Adriano Sofri

Nomi più o meno pregiati, mobilitatevi per una perla rara della vera inclusività. Un luogo dove ragazze e ragazzi scoprono o perfezionano il loro talento, e che ora potrebbe chiudere

Gentili Daniele De Rossi (allenatore della Roma), Roberto Gualtieri (sindaco di Roma), Lapo Elkann (Lapo Elkann), e chiunque sia interessato, vedo che voi conoscete bene la Locanda dei Girasoli e anzi ne avete ben meritato. Io invece so poco più della cattiva notizia: che oggi, 30 aprile, alle ore 11, i suoi protagonisti dovranno riconsegnare le chiavi dell’immobile di via Taranto 54, nel Tuscolano, nel quale svolgono la loro mirabile attività. L’immobile, già sequestrato a Forza Nuova, era stato consegnato loro nel luglio del 2022 dall’Ater, l’azienda territoriale per l’edilizia residenziale del comune di Roma. “Sembrava un sogno: l’opportunità di continuare un’esperienza di inserimento lavorativo inaugurata nel 1999 per iniziativa di genitori di ragazze e ragazzi con sindrome di Down e altre disabilità cognitive. L’edificio era in pessime condizioni, ma ci era stata promessa assistenza completa dalla regione e da fondazioni. Dopo due anni, nulla è cambiato. Nessuno si è impegnato al restauro. La nuova cooperativa non dispone dei fondi necessari. Tutte le richieste di aiuto sono rimaste senza risposta. E ora l’Ater, dato che non riusciamo a recuperare l’immobile, chiede la restituzione. (…) Non c’è spazio per dispute politiche o per attribuire colpe. Solo l’amarezza nel vedere che siamo stati abbandonati, senza speranza di ricreare un’esperienza che ha formato decine di ragazzi disabili e ha offerto speranza a centinaia di famiglie. (…) Nonostante tutto, continueremo. Abbiamo una missione che non possiamo abbandonare: nessuno deve essere lasciato indietro”.

Quelle ragazze e ragazzi scoprono o perfezionano (alcuni hanno già fatto la scuola alberghiera) il loro talento di cuochi, camerieri, manager di sala eccetera, nella ristorazione e nel catering, così da trovare un lavoro stabile in imprese esterne. (In Italia solo il 13 per cento delle persone affette da trisomia 21 lavora regolarmente). Ragazze e ragazzi della Locanda sono romanisti: dettaglio che procurerà loro, vedrete, anche la simpatia dei laziali. Una volta che andarono allo stadio per il derby, racconta la loro presidente, c’era anche un ragazzo laziale, e ogni volta che la Lazio faceva una prodezza si entusiasmava, ma anche quando la faceva la Roma: uno che aveva capito tutto. La presidente ricorda l’incontro con un signore cordiale e simpatico quella volta, poi la avvertirono che era De Rossi. El Shaarawy “è stato carinissimo con Eleonora”, l’ha abbracciata, lei “non riusciva più a parlare e tremava” – chissà lui.

Poco fa, dopo il derby, i tifosi della Roma raccolsero cinquemila euro per pagare la multa a un loro campione (e della Nazionale) come Gianluca Mancini – che aveva infierito un po’ contro la Lazio battuta. Mancini li ringraziò così: “Cari tifosi, ho letto della raccolta fondi per pagare la multa che mi è stata inflitta. Ancora una volta ho sentito forte la vostra vicinanza, in campo e fuori. Ovviamente ne sosterrò io le spese, ma mi piacerebbe che parte della somma raccolta con tanta partecipazione venga destinata alla Locanda Dei Girasoli, una splendida realtà che ho avuto modo di conoscere a Trigoria”.
Miei amici di adolescenza sono genitori di figli così speciali e si sono dedicati al privilegio del loro amore e alla trepidazione per il loro futuro. Due di loro fondarono l’Associazione dei bambini down (Aibd), poi delle persone down (Aipd), e poi la Fondazione verso il futuro. Si sono arrovellati attorno al destino della Locanda, al contrasto stridente fra il suo “successo” d’opinione, in Italia e fuori, e la magniloquenza dell’inclusività – così attuale – e d’altra parte l’assurdità di un immobile da ristrutturare con costi palesemente proibitivi per una cooperativa di buona volontà, delle promesse evaporate della sindaca precedente, della desolazione del sindaco corrente che “non ha una lira”.

Voi, nomi pregiati cui mi sono rivolto, e ogni altro che sia interessato – anyone concerned – fatevi una telefonata di gruppo, una mezz’oretta, questa mattina alle 10. E se no, se proprio non vedete spiragli, cancellate gli impegni pregressi e andate là, in via Taranto 54, alle 11, ad assistere alla consegna delle chiavi. Alla riconsegna. Ci sono cerimonie alla rovescia che meritano un’attenzione raddoppiata, e che possono scaldare il cuore più del taglio di un nastro.

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