Mannuzzu è stato l'esempio di un modo di essere giudice: capace di sentire la croce e, sulla terra, la resurrezione

Adriano Sofri

È morto lo scrittore, magistrato e credente politico che ha avuto una serietà costante in ogni stagione della sua vita

Non pensavo che Salvatore Mannuzzu avesse tanti anni. Aveva rivendicato una sua vecchiezza, una posizione testamentaria, da tanto tempo che la si prendeva più per uno stile. Mannuzzu ha avuto una serietà costante in ogni stagione, da ragazzo, da magistrato, da credente politico e parlamentare indipendente, da scrittore e da uomo vecchio, e da credente cristiano provato dalle perdite. Goffredo Fofi, che gli è stato dei più consentanei, e coautore del rimpianto per un mondo di puri di cuore, ha indicato in lui un raro italiano confidente più nella croce che nella resurrezione. Io lo ricordo, oltre che con gratitudine, come l’esempio di un modo di essere giudice, ammesso che un modo esista: capace di sentire la croce e, sulla terra, la resurrezione.