Matteo Salvini alla "Berghem Fest" di Alzano (foto LaPresse)

L'operato di Matteo Salvini è paraeversivo?

Adriano Sofri

Un'obiezione minore e una maggiore a Ernesto Galli della Loggia

Avendo Gianni Cuperlo definito l’operato di Matteo Salvini “paraeversivo”, Ernesto Galli della Loggia lo ha contraddetto: non ci sono squadre, non c’è violenza, non si può parlare di eversione. Ho un’obiezione minore e una maggiore. L’eversione può risparmiarsi la violenza squadrista: chiamerei eversiva la condotta del votatissimo Viktor Orbán, e almeno paraeversiva quella di Boris Johnson. Obiezione maggiore: l’azione imposta, e servilmente assecondata, al governo scorso da Salvini ha impiegato la violenza fisica e tuttora, in questo strascico di Viminale, la va impiegando. Contro i migranti tenuti in ostaggio, sofferenti, umiliati e offesi nelle imbarcazioni dei soccorritori. Là la violenza non si è solo esercitata, ma si è fatta spettacolo circense. Non occorrevano le squadre, quando si poteva piegare allo scopo i corpi militari e le forze dell’ordine dello Stato, e umiliarle a loro volta. E si è esercitata contro i migranti annegati in un mare svuotato di soccorritori, in una proporzione superiore a quella delle stagioni precedenti. Quanto ai numeri assoluti, occorre almeno sommare quelli dei morti in mare a quelli tormentati in terra. Temo che Galli della Loggia, e non solo lui, abbia immaginato una violenza privata riservata alle piazze italiane e ai cittadini italiani e abbia tenuto fuori dal conto la violenza decretata pubblica, salve le sconfessioni dei tribunali passati e futuri, alla periferia della penisola. Distrazione che incide sul peso attribuito alla posta della crisi di governo, fra elezioni o nuovo governo.