Andrea Crippa con Matteo Salvini (foto LaPresse)

C'è una parte del M5s pronta a passare con la Lega

Annalisa Chirico

Il vice Salvini, Andrea Crippa, ci dice che 9 senatori grillini hanno "chiesto se c’è spazio per loro nella nostre file perché non condividono la linea del Movimento". Scenari

Roma. La bomba l’ha sganciata il vicesegretario della Lega Andrea Crippa: “Ci hanno contattato nove senatori M5s. Se gli diamo un seggio, votano no a Conte”. Onorevole, conferma le parole riportate dall’Adnkronos? “Certo che sì. I senatori mi hanno chiesto se c’è spazio per loro nella Lega perché non condividono la linea di un movimento che fino a ieri tuonava contro il partito di Bibbiano, di Banca Etruria, di Mps, e oggi è pronto a farci un governo insieme. Capisco il disorientamento di chi ha creduto nei valori dei 5 Stelle e ora si trova di fronte a questo inciucio”.

 

La vicepresidente del Senato Paola Taverna ha detto che la Lega, dopo aver innescato la caduta del governo, può al massimo indicare la “mappa dei barman che fanno meglio il mojito”. “Taverna è complice della svendita del M5S. Parla come una snob strafottente: in agosto i leghisti fanno l’aperitivo in spiaggia come milioni di italiani normali”. La Lega tenta di incunearsi nella spaccatura tra l’area di Beppe Grillo favorevole all’accordo con i dem e quella degli scettici Luigi Di Maio e Davide Casaleggio. “Non ci interessa spaccare il M5S, sono bravissimi da soli. Conte vuole fare le scarpe a Di Maio, è sotto gli occhi di tutti. Se tra i 5 Stelle qualcuno è più d’accordo con noi che con Grillo e Fico, siamo contenti. Tanti grillini vedono come il fumo negli occhi questo matrimonio di convenienza. Chi è disposto a svendere valori e programmi al solo scopo di salvaguardare le poltrone si preoccupa soltanto del proprio stipendio”. Per i 5S c’è pure il limite del doppio mandato. “La Lega non è un’assicurazione sulla vita né uno strumento per occupare scranni in Parlamento. Non siamo alla ricerca degli Scilipoti. Se ci sono persone che hanno dimostrato coerenza sui nostri cavalli di battaglia come autonomia, tasse e legittima difesa, le porte sono aperte. In caso contrario, no”.

 

Oggi si tiene la consultazione online sulla piattaforma Rousseau: un eventuale verdetto negativo potrebbe innescare un big bang. “Mi stupirei se quelli della democrazia diretta ignorassero l’orientamento degli iscritti. E poi mi lasci dire che l’atteggiamento di chi insegue soltanto le poltrone allontana i giovani dalla politica. Tante persone sarebbero disposte a impegnarsi ma se vedono manovrine e giochi di palazzo, insieme ai diktat delle cancellerie europee, perdono fiducia e cedono alla rassegnazione”.

 

Diversi “statisti del giorno dopo”, come li ha bollati Matteo Salvini, hanno criticato la tempistica della crisi: sarebbe stato meglio all’indomani del successo alle europee? “Il ribaltone lo avrebbero fatto in ogni caso. I tempi della rottura li abbiamo decisi tutti insieme. Salvini ha riunito ministri, vice e sottosegretari: eravamo tutti d’accordo. L’ultimo consiglio dei ministri sulla riforma della giustizia si era prolungato per nove ore senza cavare un ragno dal buco. Quando ti rendi conto che non riesci a realizzare le promesse fatte ai cittadini, è giusto staccare la spina”.

 

Voi speravate nel voto anticipato. “Le scelte del Quirinale non si discutono ma ancora oggi stento a comprenderle”. Perché Salvini non ha immediatamente ritirato i ministri? “Per senso di responsabilità: avremmo fatto il gioco dei nostri avversari”.

 

Dica la verità: Matteo Renzi vi ha preso in contropiede. “Si è dimostrato per quello che è: una persona assetata di potere. Per lui non esistono valori e programmi, solo poltrone. Se tornasse davanti agli elettori, verrebbe mandato a casa, com’è accaduto regolarmente nelle ultime tornate elettorali”. Il vento populista soffia anche in Germania: Afd ha conseguito risultati lusinghieri in Sassonia e Brandeburgo. “La cancelliera Angela Merkel farebbe bene a preoccuparsi delle sorti del suo partito anziché telefonare in Italia per determinare il governo di un paese straniero. Non mi pare che ciò accada a parti invertite. Queste interferenze sono intollerabili. L’Italia non è uno stato servo delle cancellerie europee”.