Viva Obama e viva il bla bla bla

Le lettere al direttore del 10 novembre 2021

Al direttore - Arriva l’inflazione e nessuno sa cosa mettersi. Sono anni che abbiamo a che fare con prezzi stabili, tanto che le nostre scelte di investimento e risparmio privato hanno sempre prescisso dal caro prezzi. Che faceva Gianna Gianna, quella della canzone di Rino Gaetano, per difendere il suo salario dall’inflazione? Già fanno capolino le vecchie ricette: investire in titoli di stato, comprare oro, riversare liquidità sugli immobili. L’inflazione avrà inevitabili effetti redistributivi, che la politica renderà iniqui se inizierà a proteggere qualcuno a danno di altri e se non avrà uno sguardo d’insieme. I sindacati inizieranno a chiedere adeguamenti salariali al caro vita, senza dubbio si tornerà a parlare di rivalutazione delle pensioni, c’è chi proporrà l’equo canone e forse anche la scala mobile. Ognuna di queste scelte avrebbe vincitori e vinti, e a occhio si rischia un ulteriore bagno di sangue per i più giovani. Servirà per il governo tutta la lungimiranza del mondo per non compromettere la buona partenza del 2021 e per tenere la barra dritta sulla priorità: come far crescere la produttività dell’economia, e dunque far crescere i salari in modo sano, senza illusorie spirali inflattive. Questo è il tema che dovrebbe tenere tutti uniti, con spirito repubblicano: la politica e le famose parti sociali. Vedremo.
Piercamillo Falasca


 

Al direttore - Giuseppe Conte: “Non è stato pubblicato il conto corrente di Renzi, ma gli estratti dei pagamenti sul suo conto corrente”. Tommaso Campanella: “Io nacqui a debellar tre mali estremi: tirannide, sofismi, ipocrisia”.
Michele Magno


 

Al direttore - Mi rivolgo a lei, caro Cerasa, che di solito è attento e bene informato. Le risulta che Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella stiano aggiungendo un capitolo al loro bestseller (“La Casta”) dedicato al caso Inpgi di cui il suo giornale si sta occupando in grande solitudine, mediante i servizi di Luciano Capone?
Giuliano Cazzola

  

No, ma mi risulta che diversi direttori di grandi giornali abbiano chiesto a loro illustri collaboratori, esperti del ramo, di aspettare un po’ prima di scrivere i propri pezzi sullo scandalo dell’Inpgi (scandalo che non riguarda tanto i giornalisti che hanno usufruito dei privilegi, ma che riguarda più che altro gli editori e le istituzioni statali che hanno trasformato l’Inpgi in una vacca da mungere a discapito di chi andrà in pensione domani). 

  


   
 
Al direttore - Per chi ama la retorica (forma nobilissima di bla bla bla) sul “tempo del clima che sta per scadere”, il discorso di Obama alla Cop26 è efficacissimo. Poi, però, vai alla sostanza dietro ai barocchismi e trovi il coraggio di Barack (l’unico) di dire ai giovani quattro verità, “disruptive” direbbero gli inglesi: “La Cop non è un fallimento ma siamo sulla strada giusta”; “la rabbia va incanalata”; “bisogna anche ascoltare le obiezioni” al massimalismo climatico. Infine, la quarta, quella veramente incisiva, sotto forma di citazione shakespeariana: quale ferita si è mai guarita se non per gradi? Gratta la retorica ambientalista e trovi il politico progressista, ma pragmatico.

Umberto Minopoli

  

Viva Obama, viva la gradualità, viva il bla bla bla.

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