Garantismo for dummies. Economia: Giggì, ma che stai a di'?

Le lettere del 29 agosto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Riepilogo for dummies: “Garantismo” non è difendere i politici dai magistrati, è difendere gli individui dagli abusi e gli arbitrii del potere; si è garantisti rispetto alla magistratura, ma anche rispetto al ministro dell’Interno, da cui dipendono le forze di polizia. Vi torna?

Guido Vitiello

  

Torna.


   

Al direttore - Allora è ufficiale: vogliono sforare il tre per cento per mantenere le promesse elettorali. Proprio quando la ripresina stenterella si spegne come candeluccia al vento. Tocca confidare in Tria. E nella Troika.

Luca Rigoni 

  

Di Maio non sa nulla di nulla e per fortuna non sarà lui a scrivere la prossima legge di stabilità. Ma il suo nulla cosmico diventa un nulla comico e pericoloso quando rispondendo a una domanda del Fatto, relativa alla sfiducia prodotta dal governo Conte sui mercati internazionali, il vicepremier la mette così: “E’ frutto di una narrazione che ci dipinge come barbari. E’ la stessa descrizione che davano dell’Amministrazione Trump che però poi negli Stati Uniti ha fatto crescere il pil del 4 per cento”. Diamo a Di Maio uno spunto, segnalato ieri da Mario Seminerio, per mettere a fuoco la dimensione della falsa narrazione. Questa è la variazione dei rendimenti del titolo di stato italiano decennale negli ultimi tre mesi calcolata in punti base. Germania: più 2,7 per cento. Spagna: meno 8,8 per cento. Portogallo: meno 17,9 per cento. Grecia: meno 21,9 per cento. Italia: più 53,9 per cento. E questa invece è la Borsa italiana. Prima dell’arrivo del governo del cambiamento, la Borsa rispetto all’inizio dell’anno guadagnava l’11,18 per cento. Dalla nascita del governo a oggi ha perso il 14,94 per cento. Forse urge una nuova rubrica: Giggì, ma che stai a di’?


   

Al direttore - Più che indignazione mi ha suscitato un’infinita tristezza assistere al peana popolare con cui è stata accolta l’ultima bravata di quell’energumeno di Matteo Salvini con il sequestro della nave Diciotti, del suo equipaggio e delle “anime morte’’ raccolte in mare. Poi mi sono ricordato che quando Ponzio Pilato chiese se meritasse di essere risparmiato Gesù o Barabba, il popolo scelse Barabba (al quale chiedo comunque scusa per averlo paragonato a Salvini).

Giuliano Cazzola


  

Al direttore - Incivilirli, come vorrebbe Orsina, o cacciarli, come esorta a fare Panebianco? Quello che fanno – e quello che non fanno – non può che portare a un deterioramento della condizione economica del paese: grave, ma insufficiente a cacciarli e incapace di incivilirli. Quello che inevitabilmente farebbero per nascondere il loro fallimento, questo sì che sarebbe veramente terribile. E poiché può accadere molto presto, non resta che cacciarli prima che succeda. Il Pd è quello a cui guardano sia Panebianco sia Orsina: chiami a raccolta quanti, con la loro inventiva e il loro lavoro, tengono ancora in piedi questo paese. Abbandonare senza rimpianti e con intransigenza quanti pensano che i Cinque stelle covino ideali comuni alla sinistra (la teoria della costola-della-sinistra 2.0) è la parte facile; quella difficile è liberarsi dell’antiberlusconismo (e del berlinguerismo di cui è la reincarnazione). Ma se non si incomincia da lì, tutte le geremiadi sull’assenza di un’opposizione sono puro flatus vocis.

Franco Debenedetti

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