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lettere rubate

"Fatiche d'amore perdute" di Grazia Cherchi, che portava a tutti spine di tenerezza

Annalena Benini

L'unico romanzo della scrittrice, pubblicato per la prima volta nel 1993, due anni prima della sua morte. Un weekend in una bella casa di campagna per interrogare nove vecchi amici sullo stare insieme e sugli errori delle loro vite. Un libro vitale e malinconico

“No, ma in compenso c’è una domanda: è ancora possibile fare qualcosa insieme, magari un’unica cosa e magati per l’ultima volta? E se sì, che cosa? Propongo di discutere anzitutto di questo”.
Ho appena finito di parlare e già mi sto chiedendo: Ma io ho ancora voglia di fare qualcosa con loro?

Grazia Cherchi, “Fatiche d’amore perdute” (minimum fax, 160 pp.)


Stefano Benni, che le faceva leggere in anteprima quello che pubblicava, le dedicò una poesia: “Grazia mi ha telefonata: | ‘Finalmente mi hai mandato | un vero romanzo | asciutto e stringato’. | Grazia, da mesi di dirtelo tento, | era la lettera d’accompagnamento”. La vita culturale di Grazia Cherchi non si è fermata alla fondazione e direzione negli anni Sessanta dei “Quaderni piacentini” con Piergiorgio Bellocchio: un lavoro direttivo, organizzativo, redazionale che è terminato nel 1980, ma ecco splendere di ironia, dispetto, tenerezza e critica appassionata e insaziabile di nuove letture, il secondo tempo di un mondo pieno di energia, amicizia, osservazione della vita umana e delle trasformazioni sociali, politiche, culturali. Grazia Cherchi ha scritto pezzi e tenuto rubriche su “Linus”, “Linea d’ombra”, “Panorama”, “l’Unità”, e ha considerato, come ha ricordato Piergiorgio Bellocchio, che esistessero solo “singole persone, individui, ognuno con propri gusti, ambizioni, frustrazioni, esigenze, vizi, virtù, felicità, infelicità eccetera”. E se ognuno aveva qualcosa da dire, la letteratura restituiva agli individui la voce personale, quindi l’anima.

Questo è l’unico romanzo di Grazia Cherchi, pubblicato per la prima volta nel 1993, due anni prima della sua morte. Grazia, la narratrice, si fa prestare per un weekend una bella casa di campagna per interrogare nove vecchi amici sullo stare insieme e sugli errori delle loro vite. Amici che non si vedono da venticinque anni, dai tempi del Sessantotto. Un Grande Freddo senza suicidio iniziale, ma con l’ironia sempre pronta a scherzare con la morte e l’infelicità, la disillusione. Minimum Fax ha riportato in libreria questo libro vitale e malinconico, con la postfazione di Daria Bignardi, che l’ha conosciuta e amata. “Solo ora però mi rendo conto di quanto sia strano che quando la frequentavo non sapessi nulla del suo romanzo e dei suoi racconti, forse per mia disattenzione ma più probabilmente per il suo pudore, perché è noto che Grazia Cherchi fosse devota ai libri e ai problemi degli altri molto più che ai suoi”. Tesseva fili tra le persone, e tra i libri, adottava i libri a cui prestava la sua collaborazione. E comprendeva le debolezze.  “Il cuore gli ha dato alla testa”.

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  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.