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La nuova caccia alle streghe

Scruton sul caso Johnson, il burqa e la censura predatoria

"L’emergente cultura della caccia alle streghe sarebbe oggetto di un disprezzo semidivertito, se fossimo ancora protetti, come lo eravamo fino a poco tempo fa, dalla legge sulla diffamazione", scrive Roger Scruton. “E’ ancora possibile ridere dell’assurdità di tutto ciò, se ti siedi a casa, evitando il contatto con persone ignoranti e maliziose e proseguendo con la vita reale – la vita oltre i social media. Sfortunatamente, tuttavia, persone ignoranti e maligne hanno scoperto una nuova arma nel loro assalto incessante al resto di noi, che è l’arte di offendersi. Sono stato educato a credere che non dovresti mai offenderti se puoi evitarlo; la nuova cultura ci dice che dovresti sempre offenderti se puoi. Ora ci sono esperti nell’arte di offendere, anzi intere materie accademiche, come gli ‘studi di genere’, dedicati a questo. Abbiamo incontrato un nuovo tipo di censura predatoria, un desiderio di offesa che pattuglia il mondo in cerca di opportunità senza sapere in anticipo quale sarà il miglior modo per fornire il suo veleno. Come per i puritani del XVII secolo, il bisogno di umiliare e punire precede qualsiasi senso concreto del perché”. C’è stato il caso straordinario di Boris Johnson e del burka. “Nel corso della discussione sulla questione se il rivestimento facciale completo debba essere vietato qui, come altrove in Europa, Johnson ha osservato umoristicamente che una persona in un burka ha una sorprendente somiglianza con una cassetta delle lettere. Aveva ragione. Una donna in un burka assomiglia a una cassetta delle lettere, proprio come un uomo in cravatta bianca assomiglia a un pinguino. Era ovvio a chiunque avesse un’infarinatura di intelletto che Johnson non aveva intenzione di offendere. Parlamentari e personaggi pubblici si sono scontrati l’un l’altro nella fretta di mostrare il loro choc; anche il primo ministro è intervenuto per rimproverare il suo ex ministro degli Esteri. La segnalazione della virtù era all’ordine del giorno. Una specie di paura isterica ha spazzato via tutte le importanti considerazioni che Johnson stava ponendo ai suoi lettori”.

 

Scruton è contro il burqa. “Essere faccia a faccia con estranei è alla base della nostra libertà politica. Mi sento a disagio in presenza di queste persone e sospetto che stiano abusando della fiducia che estendiamo spontaneamente agli estranei. Nessuna persona sensibile, per quanto ignorante possa essere della fede musulmana, non si toglierebbe le scarpe quando entra in una moschea – perché sa che quella tradizione richiede questo, e che non osservare quella usanza è mostrare mancanza di rispetto per uno spazio sacro. Anche per noi ci sono spazi sacri e la pubblica piazza è una di queste: è lo spazio che appartiene agli altri, non a te, e dove incontri gli altri faccia a faccia. Non è il momento di vedere tutta la questione in prospettiva, e di riconoscere che dobbiamo vivere insieme a certe condizioni, che i musulmani devono imparare a ridere di se stessi come il resto di noi o che l’arte di offendere potrebbe essere un affare redditizio per gli esperti, ma è una perdita enorme per tutti gli altri?”.

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