Un murale dedicato al premier Draghi a Milano (Ansa)

Il Bi e il Ba

Draghi e le Twin Towers

Guido Vitiello

Dai piani alti fino alla base, come nel crollo del World Trade Center: così l'impatto del nuovo premier ha colpito per primo Conte, poi è toccato ai partiti della fu maggioranza, che perdono pezzi. E adesso? Toccherà ai talk-show

Se commissionassimo a un ingegnere strutturista un’analisi dell’impatto di Draghi sull’edificio del sistema italiano, il suo rapporto somiglierebbe molto a quelli sul crollo del World Trade Center: i primi danni nel punto di collisione ai piani alti, gli incendi che divampano, l’acciaio delle colonne perimetrali che si indebolisce, i solai che si accatastano l’uno sull’altro in una frana spettacolare. All’inizio qualcuno ha pensato che l’impatto riguardasse solo Conte e il suo governo: la maggioranza che lo aveva sostenuto era ancora salda e poteva reggere il peso di Draghi, con il puntello di un intergruppo. L’illusione è durata poco.

 

La maggioranza è crollata, causando sbuffi di polvere e fumo (l’addio di Dibba, la microscissione di Sinistra italiana), e il peso delle sue macerie si è rovesciato sul piano sottostante, quello dei partiti, specie i due muri maestri: il M5s è spaccato in due, salvo riparazioni d’urgenza; la parete Pd è ridotta peggio del Muro di Berlino, con le sardine che ballano tra le rovine. Cosa ci aspetta adesso? Io dico che toccherà ai talk-show, le vere colonne portanti di questi anni atroci. Il panico è evidente. Spiazzati dal collasso del casalinismo, s’inventano ogni giorno scandaletti più pretestuosi, con il solito giro di balordi che sperano di sopravvivere protetti dal cimiero dei loro scolapasta. Non durerà.

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