Lilli Gruber e Alfonso Bonafede in una puntata di Otto e mezzo su La 7 (Ansa)

Il Bi e il Ba

La controffensiva dei talk-show

Guido Vitiello

Dalla Gruber a Floris, se i salotti televisivi vogliono guidare il contrattacco nella guerra al cialtronismo, dopo aver guidato per anni l’offensiva, comincino a reclutare corpi d’élite. E ci risparmino i soldati con lo scolapasta

 

La rossa purpurea del Cairo, al secolo Lilli Gruber, si è innamorata di messer Competenza. Da qualche sera, alle otto e mezzo in punto, si affaccia al balconcino di La7 e gli fa gli occhi dolci: “L’uno vale uno dei Cinque stelle è una iattura!”, è sbottata con il sorriso trionfante della donna liberata, dopo anni di pena, dal matrimonio di convenienza con un buono a nulla. Il suo vicino di palinsesto Floris ci è andato meno per il sottile, e martedì ha officiato il rito cruento dell’Orsetto espiatorio, lo sparagmos in diretta di Vito Crimi, sbranato e divorato (crudo) dalle mènadi in studio. Che cosa gli hanno fatto, al poverino? Una cosa atroce: delle domande vere.

 

La notizia è che il codice Rocco è stato archiviato insieme al suo estensore, e che i grillini, non avendo più una rete a proteggerli, dovranno camminare con più prudenza sul filo del pressapochismo. Ma la genuinità delle conversioni improvvise si giudica dalle opere: mica vale solo per Salvini. Maramaldeggiare non basta. Se i talk-show vogliono guidare la controffensiva nella guerra al cialtronismo, dopo aver guidato per anni l’offensiva, comincino a reclutare corpi d’élite, perché neppure nelle strisce di Sturmtruppen troverebbe posto l’opinione di Scanzi sul Recovery plan o di Telese sull’Ilva. Rispedite nelle retrovie i soldati con lo scolapasta, e noi vi abbuoneremo il calcio dell’asino.

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