Senza grandi opere, Genova non esiste

Andrea Marcenaro

Tacessero i cretini di fronte al lutto di questi giorni, non è concepibile una città senza infrastrutture

Niente Gronda, niente variante, basta grandi opere. Già. Ma tacessero, per una volta, sulla mia città ferita, i cretini alla Travaglio. Il cuore stesso di Genova è una grande opera. Non cresce, non esiste, non è concepibile una città coi monti a pugnalare il mare, senza grandi opere. I grattacieli duecenteschi di Camogli furono grandi opere. Non è Vigevano, Camogli, e non è Rimini.

 

Gli svincoli autostradali, provate a uscire a Nervi, sono sospesi in cielo più di ponte Morandi. La Lanterna fu una grande opera, lo furono le gallerie tra Corvetto e il Portello e quella della Zecca, le case che precipitano giù da Oregina, la vecchia diga foranea, la sopraelevata concepita a forza per aria, l’ascensore per salire a Castelletto, che sembra oggi poca cosa e non lo fu.

 

Furono grandi opere i Cantieri navali che vararono le navi più grandi, la Michelangelo o l’Andrea D’Oria, lo furono i palazzi appoggiati come miracoli sulle gallerie, col portone d’ingresso al sesto piano, i buchi scavati tra quartiere e quartiere, senza i quali non esistono strade, ma lo fu perfino quella gigantesca disgrazia di Stato chiamata Oscar Sinigaglia. Tacessero, i cretini, di fronte ai lutti della mia città, agli errori gravi, o financo alle eventuali furbizie dei Benetton. Senza grandi opere, Genova non c’è. Imparino che esisteva un motivo serio per chiamarla Superba. Che perfino un’operetta di terza, è di Grillo che parlo (nemmeno nato lì, tra l’altro, solo vicino), sta diventando essa stessa una grande tragedia.

  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.