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Là dove c'era l'Expo ora c'è una città

Daniele Bonecchi

Il MIND Milano Innovation District entra nella fase due, a grandi passi

Irriconoscibile. Là dove marciavano decine di migliaia di persone ogni giorno alla ricerca di emozioni eco-gastronomiche forti o solidali, sul Decumano di Expo Milano 2015, oggi vanno e vengono centinaia di operai impegnati a ultimare le strutture portanti del Galeazzi. E dietro c’è una selva di gru che stanno costruendo a ritmi sostenuti l’ospedale e i nuovi palazzi di Human Technopole. E così, se Expo 2015 (alla faccia di Beppe Grillo e del suo “ma chi è che viene a Rho?”, ha consumato un successo planetario da 22 milioni di visitatori, il MIND Milano Innovation District si candida a stupire un’altra volta. E non solo perché sull’area che diventerà una cattedrale della ricerca e dell’innovazione, sono già stati investiti 4 miliardi di euro ma perché il nuovo amministratore delegato di Arexpo, Igor De Biasio – laureato alla Cattolica, master allo Sda Bocconi e poi dirigente in Philips e Moleskine, ora anche nel cda Rai – che da luglio ha sostituito Giuseppe Bonomi, divenuto ad di Milanosesto, punta a una forte internazionalizzazione del progetto MIND: “A noi spetta portare questo progetto nel mondo, attraverso i canali diplomatici e stimolare l’interesse delle aziende che potranno trovare spazio qui da noi. Qui ci sono condizioni uniche a livello europeo: un milione di metri quadri, due autostrade, metropolitana, ferrovia, aeroporto. La nostra esperienza (Arexpo è una società a prevalenza pubblica con una governance dotata di un buon grado di autonomia, ndr) potrà essere valorizzata anche su altre aree, a Milano, in regione, nel resto del paese. La sfida da vincere è andare oltre i confini della regione, per coinvolgere in modo positivo il governo e l’Unione europea. Questa è un’eccellenza che deve costruire un rapporto costruttivo con l’Europa e infatti il prossimo 2 ottobre sarò a Bruxelles a parlare di ricerca coi dirigenti del settore, proprio per cercare le forme di collaborazione più efficaci con MIND”. Anche la collaborazione con le istituzioni locali è necessaria, “e oggi – spiega l’ad – tutte le istituzioni hanno interessi convergenti. Non va dimenticato che stiamo creando un polo destinato ad attrarre investimenti in un territorio davvero vasto”. 

 

I tre punti di forza dai quali è partito il progetto, Human Technopole, ospedale Galeazzi e campus della Statale hanno superato la prima fase. “Il primo fatto concreto – spiega De Biasio – è il passaggio di palazzo Italia a Human Technopole, entro fine mese lo consegneremo per intero, alla fine dell’anno avverrà la cessione di tutte le strutture dedicate. Accanto a Palazzo Italia stiamo ristrutturando due edifici e abbiamo lanciato la gara per la realizzazione delle nuove strutture che saranno ultimate nel 2024. Lì che troveranno posto circa 1.300 ricercatori”. Ma Human Tecnopole è un’opera viva. Infatti alcuni padiglioni che hanno dato vita ad Expo 015, in attesa delle nuove strutture, ospiteranno i cluster della ricerca. Una soluzione ponte destinata però ad accelerare i tempi d’insediamento di qualche grande gruppo, come Bosch, che vuole giocare d’anticipo sui test dedicati ai veicoli a guida automatica. O Cisco che punta le sue carte sulla cyber sicurezza metropolitana. Anche le palazzine che ospitavano, lungo il Cardo, le Regioni, sono in fase di adattamento e nella prossima primavera diventeranno efficienti laboratori. In attesa degli edifici per i quali è partita la gara, proprio sotto Palazzo Italia, verrà allestita un’area dedicata agli “incubator labs”. L’ospedale Galeazzi, oltre 500 posti letto, 2.000 tra medici e infermieri, diecimila pazienti al giorno, sarà pronto nel 2021 e oggi è già avanti nella realizzazione della struttura. Con l’università Statale entro l’anno verrà siglato il preliminare di vendita. Nel frattempo l’università, a giugno, ha definito un progetto e lanciato un bando con tutte le coordinate dell’opera e dei servizi per individuare il soggetto che la realizzerà. E questi sono gli asset pubblici.

 

C’è poi la parte privata, su cui sta lavorando Lendlease, che vedrà, dopo le approvazioni di rito, la firma della convenzione. “Siamo in chiusura dei preliminari e entro la fine del mese ci sarà l’adozione di tutti i provvedimenti necessari. Così, partirà concretamente il MIND village, con centinaia di imprese e migliaia di persone che, utilizzando anche strutture preesistenti, in un’ottica di economia circolare, inizieranno a popolare questa città del futuro. Le aziende che vi troveranno spazio (117 quelle che hanno chiesto di esserci) rappresentano brand in molti casi importanti, a partire da Leonardo, Eni, Enel, Mapei, Bosch”. Il progetto Arexpo è entrato nella fase 2 è dunque destinato a diventare un polo per la ricerca di caratura internazionale. “Quello che si sta realizzando qui da noi – conclude De Biasio – dimostra che possono convivere ricerca, impresa, università, start up, terzo settore. La rigenerazione urbana che stiamo realizzando porterà alla costruzione di una nuova città con dinamiche peculiari, nell’open innovation, nel modello di business, nella mobilità, nella ricerca. Un luogo straordinario, bello ed attrattivo dove vivere e lavorare”. Là dove, dopo Expo, c’era solo un punto di domanda.

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