GRAN MILANO

Il ritorno dei "cervelli" abita qui, tra lo Human Technopole e il MIND

Daniele Bonecchi

Viaggio nell’area innovativa della Milano dei saperi, che in pochi anni sta mantenendo tutte le promesse del progetto

Stefania Giussani è una dei cento ricercatori che popolano il pianeta di Human Technopole e come molti altri giovani sta percorrendo a ritroso la strada dei cervelli in fuga, che terrorizza il mondo dell’impresa italiana, e anche di più, e con meno costrutto, quello mediatico. Stefania da Como – classe 1991 – ha fatto l’università a Varese, frequentando il corso triennale di Biologia all’Insubria, per proseguire al Molecular Biology and Genetics dell’Università di Pavia (corso in inglese). “Poi – spiega – ho svolto un dottorato presso un’azienda di Siena, per tre anni. Ho iniziato a studiare il sistema immunitario del cervello in un laboratorio di Oxford grazie a tre anni di studi come ricercatore dopo il dottorato. Un’esperienza formante, anche perché vivere all’estero è stato importante. Non mi è pesato perché mi piace viaggiare anche se nel periodo del Covid è stato più complicato tornare a casa di tanto in tanto, ma anche vedere ciò che succedeva in Italia senza poter far nulla”. Ma che cosa spinge i giovani “cervelli” a fare esperienze di studio e lavoro all’estero? “L’esperienza, quella di Oxford mi ha permesso di conoscere molte persone, fare conoscenze in giro per l’Europa, insomma mi ha formato. Ma la mia idea era di tornare sul continente: Germania o Svizzera. È arrivata inattesa l’opportunità di Human Technopole a Milano e ho deciso di provare col gruppo di Oliver Harschnitz (Group Leader al Centro di ricerca per la Neurogenomica), che a me interessa molto e il tipo di scienza che pratica mi è piaciuta subito. Si tratta di ricerca su cellule staminali e il sistema immunitario nel cervello, quindi neuroimmunologia”. A cosa sta lavorando? “In particolare sto studiando le interazioni tra neuroni e cellule del sistema immunitario che risiedono nel cervello per capire come rendere questa malattia meno invasiva, infatti questa malattia provoca deficit a lungo termine e quindi è necessario cercare di capire come evitare questi deficit neurologici”, conclude Stefania Giussani. 

Entrare nei laboratori di Human Technopole e sentirsi piccoli. È questo l’effetto che fa (a persone non specializzate, come chi scrive) il lavoro di un robusto manipolo di scienziati e ricercatori che si dedicano – loro sì – al prossimo. Perché parlare di genoma non è facile, ma riflettere sulla possibilità di “prevenire e curare le malattie per permettere alle persone di tutte le età non solo di vivere più a lungo, ma di vivere meglio” è un obiettivo davvero ambizioso.

“Il nostro obiettivo è costruire, primi in Italia, una piattaforma automatizzata di modellazione di malattie basata sulle cellule staminali pluripotenti”, spiega al Foglio Giovanni Fagà, responsabile della Piattaforma nazionale di Editing genomico. “Le cellule vengono derivate dai pazienti: a partire da un semplice prelievo di sangue o da una biopsia della cute, oggi siamo in grado di riportare le cellule adulte allo stato di staminalità, cioè progenitori pluripotenti: di fatto, simili alle cellule di cui siamo fatti all’inizio della nostra vita nell’utero. Queste cellule hanno enormi potenzialità, perché abbiamo a disposizione una specie di paniere dal quale possiamo derivare il tessuto adulto di cui abbiamo bisogno”. Qual è il vantaggio? “La possibilità di studiare organi che sono inaccessibili, un esempio tra tutti il cervello”, chiarisce Fagà.

Qui il lavoro di ricerca può giovarsi di strumenti d’avanguardia. “Per il nostro lavoro utilizziamo una struttura dedicata alla microscopia elettronica ad alta risoluzione. Durante Expo Milano 2015 era un ristorante, oggi è una ‘facility’ dedicata all’imaging di campioni biologici. Noi – spiega Paolo Swuec, responsabile della Piattaforma nazionale per la Biologia strutturale – prendiamo i campioni provenienti da centri ricerca, interni e presto anche da tutta Italia, e li supportiamo nel rispondere ai quesiti dei loro studi, che possono essere ad esempio: che effetto ha la mutazione della forma e della funzione di un determinato enzima? Il modo più facile per rispondere è vedendo qual è la forma dell’enzima. La tecnica che usiamo si chiama criomicroscopia elettronica a trasmissione. Banalmente è: prendere l’enzima, congelarlo, scattarne una foto, a livello di infinitamente piccolo, usando un fascio di elettroni. Questo ci permette di vedere immagini ad altissima risoluzione”.

Human Technopole (HT), l’istituto di ricerca per le scienze della vita, situato nel cuore di MIND (Milano Innovation District), si sta affermando dunque come un partner di primo piano sul fronte della ricerca, a livello europeo. E’ considerato un’infrastruttura di ricerca – con 390 persone, tra cui oltre 270 tra ricercatori e personale di supporto, di 33 nazionalità diverse, con un'età media di 37 anni – in grado di sviluppare un’attività di eccellenza che si muove tra genomica, neurogenomica, biologia computazionale, biologia strutturale, Health Data Science. A regime, Human Technopole – presieduto da Gianmario Verona, già rettore della Bocconi – impiegherà numerosi scienziati in diversi campi tra cui biologia, bioinformatica, chimica, ingegneria, fisica, matematica, studi computazionali e informatica che lavoreranno insieme su tematiche di ricerca di rilevanza biomedica. Nel 2023, il centro ha già ottenuto 12,3 milioni di euro in finanziamenti esterni assegnati ai ricercatori dell’istituto tramite grant e borse di studio da parte di istituti europei e internazionali, che vanno ad aggiungersi alla dotazione di 140 milioni l’anno decisa dal governo.

Dopo gli ultimi acquisti di Arexpo, con AstraZeneca, Illumina, Bio4Dreams e Rold e ora SkyDeck, incubatore di imprese dell’università di Berkley, ora anche ABB Electrification – una delle Business Area di ABB – sposterà le proprie attività presso MIND. Obiettivo dell’azienda è potenziare l’esperienza offerta a clienti, partner e dipendenti all’interno di un contesto a elevato livello di innovazione. ABB, già parte di Federated Innovation, – il modello collaborativo pubblico-privato nato per guidare l’innovazione in MIND – grazie all’accordo siglato con Lendlease, si integra ora fisicamente nel distretto dell'innovazione. ABB ha stipulato infatti un contratto di locazione di nove anni per insediare i propri uffici di ricerca nell’edificio Horizon, in costruzione nell’area polifunzionale WestGate. La nuova sede occuperà una superficie di circa 5.000 mq all’inizio del 2026. L’ambito MIND, “un ecosistema strategico votato all’innovazione”, continua dunque a crescere e a consolidare un profilo di caratura europea che solo qualche anno fa sembrava un sogno difficile da realizzare. “Come Arexpo – spiega invece il eo della società, Igor De Biasio – siamo una specie di ombrello che va a coprire tutte le fasi del progetto. La parte delle funzioni pubbliche, con Human Technopole è la più sviluppata, a regime arriveranno a mille i ricercatori del centro. L’ospedale Galeazzi (privato ma convenzionato) è operativo dal settembre scorso, il campus dell’Università statale è stato avviato e dal 2026 sarà operativo. Ospitiamo anche la Fip (Fondazione Interesse Pubblico), che accoglie cinque Irccs degli ospedali pubblici lombardi: ha lo scopo di supportare la ricerca degli ospedali e aiutarli a veicolarne i brevetti. Anche la parte privata procede speditamente con un forte nucleo di imprese che si stanno insediando. Siamo diventati un modello nel campo della rigenerazione urbana e ci stiamo muovendo, a supporto del pubblico, a livello nazionale”, conclude De Biasio.

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