(foto LaPresse)

GranMilano

L'area del Trotto di Hines decolla (mentre il Meazza affonda)

Giovanni Seu

Presentato il grande progetto immobiliare (con molte residenze social e molto green), ma lo stadio è un buco nero

La storia dell’ippodromo del Trotto segue il filo di tante altre dove si susseguono nascita, splendori, decadenza e rinascita. Inaugurato nel 1925, diventa in breve tempo uno dei due templi cittadini dell’ippica (l’altro è l’ippodromo del galoppo, ancora attivo), molto amato dai milanesi appassionati di cavalli e di scommesse. Poi il declino, le presenze crollano, gli affari scemano e Snaitech, titolare del complesso, nel 2012 decide di chiudere l’attività e di vendere. Palazzo Marino capisce che quella storia un tempo gloriosa è irripetibile e sceglie di cambiare volto all’area: nel 2014 una determina dirigenziale cambia la destinazione da sportiva a residenziale, tre anni dopo la Soprintendenza conferma la decisione ma vincola le scuderie e, in modo indiretto, la pista

 

Il resto è storia di ieri, con Hines che rileva l’ormai ex Trotto e presenta “EXTM - Ex Trotto Milano” un megaprogetto di riqualificazione. I numeri offrono l’idea dell’imponenza del “nuovo distretto urbano inclusivo e sostenibile, dal forte impatto sociale”, secondo la definizione diffusa dalla società immobiliare americana. Il nuovo quartiere si estenderà su 130 mila metri quadrati con una popolazione di circa 3 mila abitanti, sarà dotato di 700 residenze arredate in affitto a canone convenzionato e 600 ad affitto libero. Molto forte la presenza del verde con 50 mila mq di parco e spazi pubblici ai quali se ne aggiungono 12 mila di servizi che comprendono un mercato urbano con prodotti a Km zero, un asilo nido per 60 bambini, una struttura per il doposcuola gratuito, una scuola pubblica d’infanzia per 125 bambini e 4.200 mq per la creazione di impianti sportivi aperti. Ancora sul piano ambientale, da segnalare 700 nuovi alberi e arbusti e un chilometro dedicato alla biodiversità. Un altro particolare spiega bene questo progetto: si tratta dei servizi commerciali di prossimità collocati alla base degli edifici che rispondono al modello della città dei 15 minuti, cavallo di battaglia del sindaco Beppe Sala.   

 

L’intervento è importante, come dimostrano anche i 450 milioni d’investimento per un progetto firmato dallo Studio Freyrie Flores Architettura, ma sembra in linea con altri, tipo Porta Nuova o Citylife che l’hanno preceduto. Per Mario Abbadessa, senior managing director & country head di Hines in Italia, EXTM rappresenta una discontinuità: “La filosofia che ci ha guidato – spiega al Foglio – è diversa dagli interventi citati, noi abbiamo voluto realizzare un’opera con contenuti nuovi che posso precisare in due punti. Il nostro primo obiettivo è stato di arrivare a un mix inter-generazionale abitativo in cui studenti, lavoratori e anziani vivono nella stessa realtà, con gli stessi servizi. Il secondo riguarda l’apertura al quartiere e alla città, con servizi sportivi, verde e un mercato urbano di circa 3.600 metri quadrati che promuoverà il lavoro e il reinserimento sociale a livello locale”.   

 

Niente upper class, insomma, e neppure influencer. Ma è più che plausibile che questa operazione faccia crescere i valori immobiliari già molto alti: “Non c’è questo rischio – spiega Abbadessa – basti pensare che oltre la metà delle residenze sono a canone calmierato e che offriamo spazi praticamente gratis. Inoltre siamo coinvolti nel progetto Mosaico che riguarda San Siro, partecipiamo alla riqualificazione di alcune piazze del quartiere. Questo è un progetto frutto di un lavoro lungo, abbiamo studiamo diversi modelli del nord Europa, in particolare olandesi, ma posso dire che quello abbiamo realizzato è un unicum, non ce ne sono altri nel continente”. L’operazione ex Trotto è anche una prova che il rapporto pubblico- privato continua a funzionare nonostante alcune défaillance. Su tutte, quelle dello stadio che si trova proprio a ridosso dell’ex ippodromo. Il manager di Hines si afferma: “Credo il rapporto con il Comune abbia funzionato bene è un modello valido come dimostra la valanga di domande che arrivano al settore urbanistica”. 

 

Sul tema del Meazza c’è stata una presa di posizione, proprio durante la presentazione del Masterplan, dell’assessore alla Rigenerazione urbana Tancredi che, dopo avere accusato dello stop la Soprintendenza, ha affermato che Palazzo Marino vuole andare avanti nel tentativo di individuare una nuova destinazione per la struttura. un atteggiamento difensivo non particolarmente congruo, viste le responsabilità dell’amministrazione (ieri l’annuncio del progetto San Donato del Milan) e il rischio che l’abbandono da parte delle squadre, unito Al vincolo che ne impedirà l’abbattimento pregiudichino il valore dell’intera area è oggettivo. Tema su cui Abbadessa si mostra tranquillo: “Il Comune farà le sue scelte, questa è un’area che ha grandi potenzialità che si possono sfruttare al meglio”.

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