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Gran Milano

Economia silurata, ma Guidesi ci spiega come si può reagire 

Daniele Bonecchi

L'assessore lombardo allo Sviluppo economico spiega come l'autonomia fiscale può aiutare le regioni a crescere: "Se il paese crede che la Lombardia debba continuare a trainare l’economia, deve metterci nelle stesse condizioni dei competitor"

La corazzata dell’economia lombarda ha preso un siluro dritto a poppa, ma continua a navigare: soprattutto merito di un equipaggio che si dà da fare per spegnere l’incendio. E’ l’immagine non festosa evocata dai recenti numeri resi noti da Assolombarda, perché le imprese confermano il deterioramento progressivo del quadro economico nel 2023. Secondo il 51 per cento delle aziende l’andamento dell’economia lombarda tra luglio e settembre risulta in linea con quella del secondo trimestre, già in decelerazione, e il 36 per cento riporta un peggioramento. I dati del secondo trimestre parlano di un indebolimento del comparto manifatturiero lombardo: il livello di produzione rimane vicino a quello di aprile-giugno 2022, con un minimo incremento pari al +0,5 per cento. Anche nel confronto congiunturale, la crescita della manifattura regionale è prossima allo zero (+0,3 per cento). Naturalmente nel resto del paese le cose vanno molto peggio, si registra una caduta del -3,3 per cento, ma non c’è nulla di cui rallegrarsi.

“E’ sempre più dura, – ammette Guido Guidesi, assessore lombardo allo Sviluppo economico e stratega delle politiche di crescita della Regione, che accetta volentieri di riflettere col Foglio della situazione – anche perché le risorse si spostano sugli investimenti e non sulla spesa corrente e i servizi: fare meglio è difficile e così ne soffrono i cittadini”. Certo una legge di stabilità “povera” non aiuta la crescita delle regioni. “La crescita ha subìto un rallentamento, la previsione era quella della recessione, ma fortunatamente non ci siamo. I dati occupazionali restano positivi e io guardo prima di tutto questo dato. Abbiamo due influenze negative pesantissime che arrivano dall’esterno: la politica monetaria con i tassi d’interesse che ci mettono in difficoltà perché non ci consentono di accedere alla liquidità per gli investimenti e poi le difficoltà economiche della Germania, che paghiamo anche noi. La speranza è che la politica monetaria cambi, perché siamo arrivati al limite”. Le scelte dell’esecutivo non premiano lo sviluppo. Guidesi, sulle turbolenze interne alla maggioranza, dice di aver scelto “fin da subito” la necessità di “sfilarsi la maglia della propria squadra, per lavorare esclusivamente per la gente”. Ma della situazione dice: “Noi siamo penalizzati al di là della legge di bilancio – lo dico chiaramente –, viviamo uno squilibrio competitivo incredibile. Abbiamo come riferimento il mercato europeo, gli scambi commerciali e la competizione l’abbiamo lì, è evidente che quando cerchiamo di aiutare la filiera dell’Automotive mettiamo 1 (perché questa è la nostra disponibilità) e la Baviera mette invece 6. Il processo di autonomia è necessario, noi dobbiamo partire dagli stessi blocchi di partenza dei nostri competitor-cugini. Ci servono le loro stesse competenze – oggi ce le ha lo stato – e avere anche un po’ di autonomia fiscale, come fanno i tedeschi e la Catalogna. L’autonomia non è una questione ideologica o culturale ma è soprattutto economica. Perché se il paese crede che la Lombardia debba continuare a trainare l’economia, deve mettere in condizioni la Regione di poter lavorare, partendo dalle stesse condizioni dei suoi competitor. Non è la legge di bilancio che ci mette in difficoltà, ma il fatto di non essere nelle stesse condizioni dei nostri competitor”. Poi, aggiunge l’assessore, “noi dobbiamo giocare la partita fino in fondo con gli altri partner europei, influenzando e contando di più in Europa”.

Guidesi non butta però la palla in tribuna e chiarisce che “è comunque fondamentale che il governo assicuri il credito d’imposta su Industria 5.0”. La Lombardia cambia strategia: rinuncia alla distribuzione di risorse a pioggia per scegliere come finanziare la crescita: “Abbiamo fatto una sperimentazione che è la derivazione delle politiche comunitarie impostate dal commissario all’Industria Thierry Breton, che ha scelto una strategia che premia 14 ecosistemi strategici a livello europeo. Noi abbiamo preso le linee guida, senza dare priorità a settori specifici, perché in Lombardia tutti i settori sono attivi e continuano a innovare. Abbiamo creato uno strumento che si chiama ‘filiere ed ecosistemi’, dove noi spostiamo il nostro impegno economico dalle singole imprese (o categorie) ai settori, all’insegna della flessibilità. Si chiama pianificazione strategica settoriale, fatta dalle aziende, dai fornitori ma anche dalle università, dai centri di formazione professionale, dal credito, perché il vantaggio è che oggi il sistema si parla e decide qual è la direzione di marcia più proficua”.

Sono 35 le filiere riconosciute durante la sperimentazione, con 706 soggetti coinvolti (fra imprese e altri soggetti) nelle 12 province lombarde. L’86 per cento dei progetti presentati dichiara un obiettivo di innovazione e sostenibilità, il 34 per cento delle filiere ha per oggetto un progetto specifico di sostenibilità ed economia circolare. I settori principali: lavorazioni industriali, applicazioni digitali ed energia. Giusto per fare un esempio, a Milano è attiva la filiera Smart Land, che rappresenta un ecosistema digitale integrato. Coinvolge 16 soggetti, tra aziende, università e fondazioni, opera nella realizzazione di sistemi di monitoraggio di infrastrutture critiche (tipo quelle idriche). Uno dei principali output è la realizzazione di un Decision Support Sistem, al servizio dell’utenza. Ma esattamente dove interviene la Regione? “Dove serve – precisa l’assessore - nella ricerca, nella formazione, nell’innovazione. Siamo passati alla fase strutturale dopo la sperimentazione con un nuovo bando da una trentina di milioni (oltre ai 6 già stanziati) che premierà anche la flessibilità. Noi siamo convinti di sviluppare un potenziale inespresso perché non sempre i sistemi della filiera produttiva si parlano. Certo serve un cambio di mentalità anche da parte delle imprese”, conclude Guidesi. Ma non è tutto: la Lombardia ha costituito il “tavolo Nord Ovest”, con Liguria e Piemonte, per rafforzare la competitività e il prossimo 23 ottobre si discuterà di Automotive, aerospazio, industria energetica, logistica, microelettronica.

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