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Gran Milano

Dàgli ai ghisa. Ecco su chi pesa la situazione della sicurezza in città

Daniele Bonecchi

La Polizia locale sembra in affanno, e il numero degli agenti rimane insufficiente per controllare al meglio il territorio

Ormai è poco più di un dagherrotipo l’immagine del ghisa in mezzo all’incrocio, con una montagna di panettoni attorno, a dimostrazione della solidarietà dei cittadini durante le feste di Natale. Milano ha cambiato pelle e anima. L’altro giorno ennesimo incidente: uno sbandato, in zona Centrale, si diverte a spaccare gli specchietti delle auto, interviene una pattuglia della Polizia locale e un vigile finisce ko sotto i colpi del giovane senzatetto. Un pugno in faccia a un vigile, spintoni e colpi alle sue colleghe. Questo il risultato dell’aggressione in via San Gregorio, dove tre vigili – un uomo e due donne – sono stati feriti da un 45enne, cittadino rumeno, fermato con lʼaccusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
 Fanno meno notizia che non il fatto (gravissimo) degli agenti autori del pestaggio della donna trans. Ma è l’altra faccia di uno stesso disagio, stessa grave emergenza. 
“Una pattuglia è intervenuta per difendere un cittadino aggredito da una persona che si è poi rilevata essere alterata e in stato di disagio psicologico”, spiega Giovanni Molise, segretario Fp Cgil, che segue i dipendenti comunali e in particolare la Polizia locale. “L’aggressore ha tirato con gran forza un pugno a uno degli agenti di pattuglia che è svenuto, l’intensità del colpo ricevuto nell’aggressione ha causato una prognosi di sette giorni ed è quindi in infortunio. Denunciamo da anni come sia modificata nel tempo la tipologia di interventi ai quali sono chiamati a rispondere gli agenti della Polizia locale che svolgono attività di ordine pubblico, di sfratti, di sgomberi, ecc. in situazioni molto complesse. Il numero degli agenti è insufficiente per svolgere ruoli propri, figuriamoci ruoli sussidiari che nel tempo sono sempre aumentati”. Inoltre: “I casi di cittadine e cittadini in stato di disagio fisico e psichico sono in netto aumento e se non si trovano al più presto risorse economiche aggiuntive per occuparsi del disagio e dell’accoglienza, la situazione potrebbe peggiorare e non solo per gli agenti”.
 Che la situazione sia grave lo testimoniano – oltre agli episodi degli ultimi mesi – gli incontri promossi dal prefetto di Milano Renato Saccone e dal sindaco Beppe Sala.

La Polizia locale sembra in affanno e il sindaco, durante l’incontro settimanale in prefettura, spiega: “Nei nostri progetti ci sono alcuni provvedimenti. Occorre formare poliziotti locali proprio per questo tipo di problemi, che stanno aumentando. Poi occorre dotarli di strumenti digitali che consentano loro di gestire meglio il controllo. Noi stiamo assumendo quest’anno 500 vigili. Poi stiamo chiedendo – l’ho fatto personalmente al ministro Piantedosi – l’accesso per la Polizia locale al database delle forze di Polizia, in ottica collaborativa. Perché nel momento in cui un nostro agente ferma una persona possa avere un immediato riscontro anche degli eventuali precedenti”. Basterà? “Quello che noi osserviamo – spiega Sala – è che il tema della sicurezza sta cambiando: se quindici anni fa chiedevi a un cittadino cosa pensasse del problema sicurezza, ti rispondeva: furti in casa, grandi atti di violenza, prodotti di una criminalità più ‘professionale’. Oggi invece il problema dei cittadini è l’enorme disagio che viene da chi ha problemi mentali, dai tossicodipendenti, dagli alcolisti. Stazione Centrale è una rappresentazione di tutto ciò. Certo occorrono controlli e arresti ma a noi tocca trovare una risposta. Abbiamo chiesto al ministero di aiutarci finanziando alcuni progetti. Faccio alcuni esempi: serve un servizio di accoglienza emergenziale per persone senza dimora. Va consolidato il rapporto col terzo settore, perché abbiamo bisogno che alcune aree vengano presidiate”. Commenta Molise: “Il sindaco sembra condivida le nostre proposte,  perché le attività della Polizia locale non sono quelle di una volta. Peccato che il comune di Milano sta tagliando i fondi sul fronte del sociale, così non si risolvono i problemi e si aumenta il disagio che si riverbera per strada. Ormai il lavoro principale dei vigili è quello di ‘contenere’ (si dice così) persone in difficoltà”, conclude.
“Priorità d’intervento nell’area della stazione Centrale – spiega il prefetto Renato Saccone – perché è lì che si concentrano realtà diverse, compresa la marginalità. Abbiamo previsto un’azione durevole nel tempo, servizi straordinari ogni settimana e con altre misure che tengono conto delle complessità, a partire dalla marginalità sociale, dalla devianza, dalla legalità intesa in senso ambientale”. I dati dei primi cinque mesi del 2023 parlano di 65.372 controlli (28.084 stranieri), 915 dei quali denunciati per vari reati e 427 stranieri espulsi. Quasi 10 mila uomini, tra Polizia, Carabinieri, Polizia locale impiegati. Tra le Forze dell’ordine, i ghisa – al netto delle migliaia di telecamere – presenti e future, installate in città – sembrano essere impreparati ad affrontare la situazione. Assieme a una preparazione adeguata, probabilmente è necessaria una presenza più incisiva lungo le strade della città. Come una volta.

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