il confronto

"Li rinvierei ancora a giudizio". "Rifarei tutto". In Senato va in scena lo scontro tra Ingroia e Mori

L'ex pm della trattativa stato-mafia e l'ex generale, accusato e assolto, si sono incontrati per un dibattito pubblico. Un confronto storico dopo anni di accuse e contro accuse. "Ma una verità comune è lontana", dicono entrambi

Giorgio Caruso

"Se facessi ancora il pubblico ministero metterei ancora una volta la firma sul rinvio a giudizio", dice l'ex pm Antonio Ingroia. Si rivolge nientemeno che a Mario Mori, l'ex generale accusato e assolto nel processo sulla cosiddetta trattativa stato-mafia. "Rifarei tutto e direi tutto quello che ho detto", è la risposta. I due si sono incontrati in Senato nel corso di un incontro, in qualche misura storico, promosso dal capogruppo in Senato di Forza Italia, Maurizio Gasparri. 

"Ci siamo confrontati civilmente con la controparte, anzi su qualche aspetto abbiamo anche convenuto, benissimo", ci dice l'ex generale Mori, uscendo dal confronto. "Con il dottor Ingroia, al di là delle rispettive posizioni, abbiamo degli obiettivi comuni: volevamo bene alle stesse persone, per cui, forse, se ognuno facesse qualcosa in più potremmo contribuire a trovare una verità vera", ha poi aggiunto l'ex colonnello dei Ros Giuseppe De Donno.

L'ex generale Mori ha poi parlato di un gruppo di magistrati nemici. Un'accusa a cui Ingroia ha ribattuto: "Nemici è una parola forte. Diciamo avversari, ma comunque è normale che questo sia il modo in cui l'imputato pensa del pm che lo ha messo sotto indagine".  

Su un punto, in ogni caso, i due contendenti si sono trovati sicuramente d'accordo: il tempo di una verità condivisa non è ancora arrivato. Ma anzi, come ha sottolineato Mori: "Solo la morte potrà chiudere ogni polemica".