le reazioni

Il nervosismo del ministero della Giustizia sui casi Santanchè e Delmastro

Ermes Antonucci

Fonti di Via Arenula contro i magistrati dopo le ultime notizie giudiziarie che coinvolgono il governo: “L’imputazione coatta è irragionevole. E’ urgente la riforma dell'iscrizione del registro degli indagati e dell'informazione garanzia"

Dopo la nota di Palazzo Chigi, in cui si accusava una parte della magistratura di “svolgere un ruolo attivo di opposizione”, anche il ministero della Giustizia – retto da Carlo Nordio – questa mattina è intervenuto per criticare le ultime iniziative giudiziarie delle toghe, diffondendo due note riferibili a “fonti di Via Arenula”.

 

Nella prima nota diffusa dal ministero della Giustizia si afferma che l’imputazione coatta disposta dal gip del tribunale di Roma nei confronti di Andrea Delmastro Delle Vedove per il caso Cospito “dimostra, come nei confronti di qualsiasi altro indagato, l'irrazionalità del nostro sistema”. “Nel processo che ne segue – si spiega da via Arenula – l’accusa non farà altro che insistere nella richiesta di proscioglimento in coerenza con la richiesta di archiviazione. Laddove, al contrario, chiederà una condanna non farà altro che contraddire se stesso”.

 

Nel processo accusatorio – prosegue ancora la nota – il pubblico ministero, che non è né deve essere soggetto al potere esecutivo ed è assolutamente indipendente, è il monopolista dell'azione penale e quindi razionalmente non può essere smentito da un giudice sulla base di elementi cui l’accusatore stesso non crede. La grandissima parte delle imputazioni coatte si conclude, infatti, con assoluzioni dopo processi lunghi e dolorosi quanto inutili, con grande spreco di risorse umane ed economiche anche per le necessarie attività difensive. Per questo è necessaria una riforma radicale che attui pienamente il sistema accusatorio”.

 

Poco dopo, sempre nella mattinata di venerdì, fonti del ministero della Giustizia hanno diffuso una seconda nota, questa volta in relazione al caso Santanchè: “E’ urgente la riforma dell'iscrizione del registro degli indagati e dell'informazione garanzia”, si afferma. Le stesse fonti del ministero “manifestano, ancora una volta, lo sconcerto e il disagio per l'ennesima comunicazione a mezzo stampa di un atto che dovrebbe rimanere riservato. La riforma proposta mira ad eliminare questa anomalia tutelando l'onore di ogni cittadino presunto innocente sino a condanna definitiva”.

 

Le critiche mosse dal ministero della Giustizia alle toghe non fanno che accentuare lo stato di tensione vissuto sul piano dei rapporti fra politica e magistratura. Proprio oggi pomeriggio è prevista una riunione della giunta dell’Associazione nazionale magistrati, che potrebbe decidere di replicare alle critiche giunte dal governo nelle ultime ore.