Editoriali

Cara Rep., il garantismo è tutt'altro che “amorale”

Redazione

Un grossolano attacco quello di Repubblica, che dimostra esattamente il contrario della sua stessa tesi

Isaia Sales in un editoriale sulla Repubblica ha lanciato un attacco frontale al garantismo, definendolo addirittura “amorale”. La sua tesi è elementare, nel senso di non proprio sofisticata, e tutt’altro che nuova, ma viene espressa in modo particolarmente esplicito. In sostanza si sostiene che le garanzie impediscono allo “stato etico” di esercitare un controllo assoluto sull’economia e sulla politica. Alla base c’è una lamentazione perché le formazioni di centrodestra, esclusa Forza Italia, in passato avevano espresso posizioni forcaiole (magari ha nostalgia dei cappi esibiti dalla Lega in Parlamento trent’anni fa) e ora sarebbero state invece fagocitate dalla visione berlusconiana (ex post). Se è così, se cioè l’idea è quella di un paese che si libera progressivamente delle pastoie burocratiche e delle esondazioni giudiziarie che impediscono o almeno rallentano la crescita economica e l’iniziativa delle pubbliche amministrazioni, vuol dire che il “berlusconismo” non è stato in fondo quella perniciosa anomalia che Sales, provenienza Ds-ulivista, non ha mai sopportato.

 

L’idea che ora Carlo Nordio, abolendo il reato di abuso d’ufficio (che ha prodotto una caterva di inchieste paralizzanti e un numero trascurabile di condanne) voglia favorire “le classi dirigenti” è il contrario della verità, nonché della logica. Le denunce per abuso d’ufficio erano, e finché resta il reato sono lo strumento più semplice di gruppi di pressione per paralizzare le scelte amministrative non condivise. Quello che Sales denuncia come “il rifiuto di qualsiasi superiorità degli interessi della collettività rispetto a quelli dell’impresa” è proprio quello che accade quando i detentori di un interesse privato (legittimo ovviamente) si oppongono attraverso la denuncia di abuso nei confronti degli amministratori, scelti dall’elettorato come rappresentanti dell’interesse collettivo. Insomma il garantismo difende la democrazia, e non un astratto stato etico superiore  impersonato da un ordine giudiziario al quale la Costituzione garantisce l’indipendenza, non certo l’onnipotenza.

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