Europa Ore 7

Prepararsi al taglio del gas

Putin finge di non considerare l'allargamento della Nato una minaccia, Orbán tiene in ostaggio l'embargo sul petrolio e Macron sceglie Elisabeth Borne come primo ministro. Johnson fa mezza marcia indietro sul Protocollo irlandese e il “non-paper” di Germania, Italia, Spagna e Benelux per salvare il futuro dell'Europa

David Carretta

Lo “scenario severo” tracciato dalla Commissione nelle sue previsioni economiche rende meno probabile un embargo 

La Commissione europea ieri ha presentato le sue previsioni economiche di primavera e le notizie non sono buone. La guerra di Vladimir Putin contro l'Ucraina sta infliggendo un pesante rallentamento e gravi incertezze per l'economia della zona euro e dell'Unione europea, anche se la crescita del pil dovrebbe confermarsi sia nel 2022 (2,7 per cento) sia nel 2023 (2,3 per cento). La Commissione ha rivisto al rialzo le sue stime di inflazione, che dovrebbe attestarsi al 6,1 per cento quest'anno prima di ricadere al 2,7 per cento il prossimo. Il “se” è più opportuno che mai. Tutto dipenderà dall'andamento della guerra. Per la prima volta la Commissione ha fatto i calcoli di quanto costerà al pil dell'Ue un taglio del gas dalla Russia. Lo scenario è stato definito “severo”: l'interruzione totale delle forniture porterebbe a tassi di crescita del pil più bassi di 2,5 punti percentuali nel 2022 e di 1 punto nel 2023, mentre l'inflazione salirebbe di altri 3 punti quest'anno (oltre il 9 per cento!) e di più di un punto il prossimo.

La Commissione non ha fornito le stime paese per paese. Ma per Germania e Italia significherebbe con ogni probabilità la stagnazione, e forse perfino la stagflazione. "In quanto uno dei maggiori importatori di gas naturale russo tra i paesi dell'Ue, l'Italia sarebbe gravemente colpita da brusche interruzioni dell'approvvigionamento", ha detto la Commissione. Lo “scenario severo” tiene conto delle possibilità limitate di sostituzione del gas russo nel breve periodo. Secondo la Commissione, l'aggiustamento a uno shock così grande "può essere estremamente costoso". Le cose andrebbero appena meglio in quello che la Commissione ha definito come lo "scenario avverso": un aumento del 25 per cento dei prezzi del gas e del petrolio quest'anno e il prossimo. I tassi di crescita del pil dell'Ue per il 2022 e per il 2023 sarebbero inferiori di 1,25 e 0,5 punti percentuali rispetto alle previsioni pubblicate ieri.

Il fatto che la Commissione abbia deciso di presentare gli scenari degli effetti di un taglio totale delle forniture di gas dalla Russia dimostra quanto il rischio venga preso sul serio. Il collegio dei commissari domani approverà le proposte di RepowerEu, una serie di iniziative per diminuire la dipendenza dagli idrocarburi russi. Secondo la bozza di uno dei documenti svelata da Euractiv, la Commissione chiederà agli stati membri di accelerare i preparativi per una "interruzione totale delle forniture di gas russo". Rispetto a quanto pianificato finora per gestire l'aumento dei prezzi, potrebbe essere necessaria "una serie diversa di misure" per affrontare "prezzi del gas insostenibilmente alti e inadeguate forniture di gas". La Commissione prevede la possibilità di dichiarare una "emergenza dell'Unione". Una delle misure immaginate è un intervento diretto sui mercati con l'instaurazione di "un prezzo massimo regolato" per il gas naturale destinato a consumatori e imprese. Il tetto sul prezzo del gas è una delle misure più controverse nell'Ue, con diversi stati membri contrari. Non è detto che la bozza sopravviva nella sua forma attuale.

Uno dei timori di diversi stati membri è che la Russia decida di tagliare il gas per il mancato pagamento in rubli, come ha già fatto con Polonia e Bulgaria. La Commissione ha trasmesso agli stati membri le sue nuove linee guida sui pagamenti delle forniture. Il documento specifica quello che le società possono fare: aprire un conto in valuta presso Gazprombank e specificare che il pagamento è concluso con il versamento degli euro o dei dollari. Come nella prima versione delle linee guida, il documento non dice nulla sull'apertura di un conto in rubli, come previsto dal decreto firmato da Vladimir Putin il 31 marzo scorso. “Aprire un conto in rubli è una violazione delle sanzioni”, ci ha detto una fonte della Commissione. Ma “tocca agli stati membri far rispettare le sanzioni. Se non lo faranno, la Commissione aprirà una procedura di infrazione”, ha spiegato la fonte. Anche dentro la Commissione c'è la consapevolezza che alcuni stati membri useranno questa ambiguità per adeguarsi al decreto di Putin e non correre il rischio di vedersi tagliare il gas.

Lo “scenario severo” tracciato dalla Commissione nelle sue previsioni economiche rende anche meno probabile un embargo sul gas russo. Le forniture di gas “sono più difficili da sostituire rispetto a quelle del petrolio”, ha ammesso il commissario all'Economia, Paolo Gentiloni. Ma lo stesso Gentiloni non ha voluto escludere del tutto un embargo sul gas o di fare marcia indietro sulle sanzioni già adottate. “Non possiamo mettere limiti alla nostra capacità di rispondere a una guerra di aggressione”, ha detto Gentiloni. “Sappiamo che le conseguenze economiche sui nostri paesi e cittadini non sono trascurabili, ma la risposta è stata forte, immediata e bisogna tenere fino a quando il sostegno all'Ucraina sarà in grado di mettere le basi per un accordo e un negoziato tra le parti che stanno conducendo la guerra”, ha spiegato Gentiloni: “Non ci diamo un limite di tempo, ma sappiamo che sarà facile”.

 


Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di martedì 17 maggio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

Putin finge di non considerare l'allargamento della Nato una minaccia - Dopo la Finlandia domenica, ieri anche il governo della Svezia ha formalizzato la decisione di chiedere l'adesione alla Nato. I due paesi potrebbero inviare la lettera per entrare nell'Alleanza atlantica già oggi. Il presidente russo, Vladimir Putin, ha reagito con toni apparentemente rassicuranti (che contraddicono le precedenti dichiarazioni di Mosca), spiegando che l'adesione di Finlandia e Svezia non costituisce “una minaccia immediata” per la Russia. Ma Putin ha anche lanciato un avvertimento: “Espandere l'infrastruttura militare (della Nato) ai territori di questi paesi provocherebbe una risposta da parte nostra sulla base delle minacce che questo creerebbe per noi”. Sul Foglio Giuliano Ferrara spiega che Svezia e Finlandia sono un duro colpo per Putin e non solo per ragioni geopolitiche.
 

Orbán tiene in ostaggio l'embargo sul petrolio - I ministri degli Esteri dell'Ue ieri non hanno trovato un'intesa per sbloccare lo stallo sull'embargo sul petrolio russo. “Purtroppo non è stato possibile raggiungere un accordo per finalizzare il sesto pacchetto di sanzioni”, ha detto l'Alto rappresentante, Josep Borrell: “Abbiamo le stesse difficoltà sull'unanimità sull'embargo del petrolio”. L'Ungheria continua a mantenere il veto, in attesa di vedere cosa proporrà domani la Commissione in termini di aiuti finanziari per ristrutturare la sua infrastruttura energetica. Il ministro degli Esteri ungheresi, Péter Szijjártó, ha ribadito la richiesta di escludere dall'embargo gli oleodotti. Il ministro tedesco, Annalena Baerbock, ha chiesto pazienza e si è detta ottimista che una soluzione sarà trovata nei prossimi giorni. Ma la pazienza si sta esaurendo a est e anche a sud. “L'intera Ue è tenuta in ostaggio da un solo stato membro che non vuole aiutarci a trovare un consenso”, ha detto il ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis. Anche l'italiano Luigi Di Maio ha usato toni poco diplomatici verso l'Ungheria. “Noi vogliamo approvare il sesto pacchetto di sanzioni il prima possibile perché le sanzioni sono l'unico strumento pacifico a nostra disposizione per portare Putin al tavolo diplomatico", ha detto Di Maio: “E' evidente che le regole dell'Ue vadano riformate, superando il principio dell'unanimità, perché un paese solo, in questo caso l'Ungheria, non blocchi le decisioni”.
 

Orbán terrà in ostaggio l'Ue nel suo quarto mandato - Quante altre decisioni l'Ungheria sarà in grado di bloccare? L'interrogativo appare pertinente, dopo che il parlamento di Budapest ieri ha votato la fiducia a Viktor Orbán come primo ministro, dando inizio al suo quarto mandato consecutivo (il quinto in tutto). Come da tradizione, i leader delle istituzioni comunitarie si sono congratulate con il primo ministro. “Caro primo ministro Viktor Orbán, congratulazioni per la tua rielezione. L'Ue ha di fronte sfide senza precedenti. Conto di lavorare insieme per assicurare che possiamo affrontarle con successo”, ha detto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Il messaggio del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, almeno contiene un richiamo all'unità dell'Ue. “In questi tempi difficili, l'unità e la sovranità dell'Ue sono la nostra forza principale. Congratulazioni per la tua rielezione caro Viktor Orbán e conto sulla nostra continua cooperazione al Consiglio europeo”, ha scritto Michel. In realtà, Orbán non sembra per nulla intenzionato a cooperare. Nel suo discorso in Parlamento, il premier ungherese ha sollevato lo spettro di “un'era di recessione” e “un'era di alta inflazione” provocate dalle sanzioni dell'Ue contro la guerra russa. Orbán ha anche accusato Bruxelles di “abusare dei suoi poteri giorno dopo giorno”.
 

Macron sceglie Elisabeth Borne come primo ministro - La Francia ha una donna come primo ministro per la seconda volta nella sua storia, dopo che Emmanuel Macron ieri ha annunciato la nomina di Elisabeth Borne per sostituire Jean Castex alla testa del governo. Ministro del lavoro nel governo Castex, Borne ha origini politiche nella sinistra, anche se non ha mai ricoperto una carica elettiva. Il suo percorso nei palazzi del potere francese era iniziato nel gabinetto di Lionel Jospin, ministro dell'Educazione nazionale nel 1991. Borne era stata direttrice del gabinetto di Ségolène Royal sotto la presidenza di François Hollande e poi presidente della Ratp, prima di entrare al governo nel 2017 come ministro dei Trasporti e della Transizione ecologica. Il presidente francese cercava un primo ministro "attento alla questione sociale, alla questione ambientale e alla questione produttiva". Borne riempie tutte le caselle. Ora dovrà confermare le sue capacità a dirigere tutto un governo e affrontare anche la prova delle urne: a inizio maggio ha annunciato la sua candidatura per l'Assemblea nazionale nel Calvados. Sul Foglio Mauro Zanon fa il ritratto del nuovo primo ministro francese.
 

Johnson fa mezza marcia indietro sul Protocollo irlandese - In una visita in Irlanda del nord ieri, il premier britannico, Boris Johnson, ha confermato l'intenzione di presentare un progetto di legge per emendare il Protocollo irlandese dell'accordo Brexit, ma ha fatto una mezza marcia indietro sulla sua intenzione di rinnegarlo. La proposta di legge per dare il diritto al Regno Unito il diritto di ignorare parti del protocollo è solo una "polizza assicurativa" in caso di mancato accordo con l'Ue su come mettere in pratica i controlli sulle merci dalla Gran Bretagna all'Irlanda del nord, ha detto Johnson. "A nessuno dei partiti con cui ho parlato - e ho parlato con tutti e cinque - a nessuno di loro piace il modo in cui funziona (il protocollo)", ha detto Johnson: "Tutti pensano che possa essere riformato e migliorato". Per Johnson "la domanda è come farlo? Ci piacerebbe farlo in un modo consensuale con i nostri amici e partner", ma "per avere una polizza assicurativa dobbiamo procedere con una soluzione legislativa", ha spiegato Johnson.
 

La Manica rotta più affollata di migranti del Mediterraneo centrale - Il Canale della Manica è diventata una rotta di migranti più affollata del Mediterraneo centrale, secondo i dati pubblicati ieri da Frontex sugli ingressi irregolari alla frontiera dell'Ue dall'inizio dell'anno. Da gennaio ad aprile, la rotta più frequentata è stata quella dei Balcani occidentali con 27.172 ingressi, con un aumento del 130 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021. Nel Mediterraneo centrale il numero di migranti irregolari intercettati è stato di 9.300, con un aumento di appena il 4 per cento, mentre nel Mediterraneo Orientale è stato di 9.105, con una crescita dell'86 per cento. Entrambe le rotte sono state superate dal Canale della Manica. Nei primi quattro mesi dell'anno, Frontex ha registrato 12.786 tentativi di attraversare la Manica, con un aumento del 160 per cento. Con buona pace dei dividendi della Brexit e della ripresa del controllo delle frontiere grazie all'uscita dall'Ue.
 

Il “non-paper” di Germania, Italia, Spagna e Benelux per salvare il futuro dell'Europa - Germania, Belgio, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Spagna hanno presentato un “non-paper” sulla Conferenza sul futuro dell'Europa per chiedere alle istituzioni dell'Ue e agli altri stati membri “un dibattito ambizioso” su come mettere in opera le sue proposte. “Non si dovrebbero fare differenziazione tra le proposte volte a generare miglioramenti in singoli settori e quelle che mirano alle riforme istituzionali di lungo periodo”, si legge nel documento, che abbiamo potuto consultare. I sei paesi si dicono “aperti in principio ai cambiamenti di trattato necessari” e chiedono la creazione di un gruppo di lavoro dentro il Consiglio per “discutere ed esaminare proposte istituzionali”. Il 9 maggio, appena conclusi i lavori della Conferenza sul futuro dell'Europa, un gruppo di 13 paesi aveva pubblicato un altro “non-paper” per esprimere la loro contrarietà alla revisione del trattato.
 

Al Consiglio commercio e tecnologia accordi (e disaccordi) transatlantici - L'Unione europea e gli Stati Uniti hanno salutato la rinnovata partnership transatlantica sulla Russia durante il Consiglio commercio e tecnologia (Ttc) che si è tenuto domenica e ieri a Parigi. L'organismo nato per rispondere alla sfida della Cina (e appianare i conflitti commerciali) ha dato i suoi frutti di fronte all'aggressione della Russia contro l'Ucraina. Diverse fonti europee ci hanno spiegato che il Ttc è stato fondamentale per coordinare la risposta di Ue e Usa sulle sanzioni contro la Russia. "La fiducia costruita in questo forum ci ha permesso di agire rapidamente contro l'aggressore", ha detto il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis. Il Ttc "ci ha permesso di reagire contro il comportamento dannoso di economie non di mercato come la Russia", ha detto il segretario americano al Commercio, Gina Raimondo: Bruxelles e Washington, per esempio, hanno lavorato insieme per imporre "controlli estremi sulle esportazioni". Nella riunione di Parigi si è discusso di semiconduttori, materie prime critiche, sicurezza alimentare, disinformazione e perfino sviluppo di caricatori per auto elettriche. Ma, come spiega Bloomberg, dietro all'intesa sulla Russia esistono ancora disaccordi transatlantici.
 

Borrell minaccia la Serbia sulle mancate sanzioni alla Russia - Lo status di paese candidato è incompatibile con la neutralità nella guerra della Russia contro l'Ucraina, ha detto ieri l'Alto rappresentante, Josep Borrell, accusando la Serbia di non essersi allineata alle sanzioni dell'Ue contro Mosca. “Essere neutrale sulla guerra in Ucraina è un falso concetto. Un paese ha invaso l'altro. Metterli sullo stesso piano significa non differenziare tra aggressore e aggredito. Questo non è possibile”, ha detto Borrell: “Possiamo capire che ci sono difficoltà, legami, opinioni pubbliche, Ma è chiaro che queste cose sono incompatibili” con lo status di candidato. Borrell ha ricordato che gli altri paesi candidati o che aspirano all'adesione si sono allineati, “anche il Kosovo malgrado il fatto che non sia obbligato a farlo”. L'Alto rappresentante ha spiegato che l'Ue potrebbe ridurre i fondi alla Serbia, se il governo di Belgrado non si allineerà alle sanzioni dell'Ue.
 

Nel 2021 le emissioni tornano ai livelli pre pandemia - Nel quarto trimestre del 2021 le emissioni di gas a effetto serra dell'economia dell'Ue hanno raggiunta quota 1.041 tonnellate di CO2, appena sopra i livelli pre pandemia registrati nel quarto trimestre del 2019 (1.005 milioni di tonnellate di CO2), secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat. L'aumento delle emissioni di CO2 rispetto allo stesso periodo del 2020 è stato dell'8 per cento. Secondo Eurostat, l'aumento "è ampiamente dovuto all'effetto del rimbalzo economico dopo il forte calo dell'attività nel 2020 provocato dalla crisi del Covid-19". I settori economici che hanno emesso di più sono stati le famiglie (222 per cento), l'industria e la fornitura di elettricità (21 per cento ciascuno), l'agricoltura (12 per cento) e i trasporti (11 per cento). L'aumento maggiore rispetto al 2020 è stato registrato nei trasporti (18 per cento). Secondo Eurostat, malgrado l'aumento tra il 2020 e il 2021, il trend di lungo periodo sulle emissioni dell'UE rimane stabilmente al ribasso.
 

Nel 2020 500 mila matrimoni in meno nell'Ue - Nel 2020 nell'Ue ci sono stati 1,4 milioni di matrimoni e 700 mila divorzi nell'Ue, contro 1,9 milioni di matrimoni e 800 mila divorzi nel 2019, secondo le stime pubblicate ieri da Eurostat. L'ufficio di statistiche dell'Ue ha spiegato che questo "calo senza precedenti nei matrimoni può in qualche modo essere attribuito alle misure legate alla limitazione della diffusione del Covid-19". Il numero più alto di matrimoni rispetto alla popolazione è stato registrato in Ungheria (6,9 matrimoni ogni 1.000 abitanti), mentre quello più basso è stato registrato in Italia (1,6 matrimoni ogni 1.000 abitanti).

 

 


Accade oggi in Europa

– Consiglio Difesa

– Consiglio europeo: il presidente Michel riceve la presidente della Moldavia, Maia Sandu

– Commissione: la presidente von der Leyen riceve il segretario al tesoro, Janet Yellen

– Commissione: Brussels Economic Forum

– Commissione: il commissario Gentiloni riceve Maurizio Gardini, Mauro Lusetti e Giovanni Schiavoni della Legacoop

– Commissione: il commissario Breton riceve il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini

– Parlamento europeo: la presidente Metsola incontra il premier della Georgia, Irakli Garibashvili

– Parlamento europeo: dibattito alla sottocommissione Sicurezza e difesa sulla missione Irini con il comandante delle operazioni, l'ammiraglio Turchetto

– Parlamento europeo: audizione della commissaria Jourova alla commissione Affari giuridici

– Parlamento europeo: la commissione Ambiente adotta sei rapporti del pacchetto "Fit for 55"

– Banca centrale europea: discorso della presidente Lagarde al Soroptimist International Club a Darmstadt

– Banca centrale europea: discorso di Andrea Enria all'Institut Montaigne di Parigi

– Corte di giustizia dell'Ue: sentenza Banco di Desio e della Brianza

– Corte dei conti dell'Ue: rapporto sull'internazionalizzazione delle Pmi

– Eurostat: stima flash su pil e occupazione nel primo trimestre del 2022; indicatori su nuove imprese e fallimenti nel primo trimestre del 2022

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