L'ex primo minsitro francese Jean Castex riceve Élisabeth Borne al Matignon Hotel (foto di Ansa)

fumata bianca

Dalla gauche a Macron. Chi è Élisabeth Borne, nuovo premier di Francia

Mauro Zanon

Già transitata per il ministero dei Trasporti e a quello della Transizione ecologica nell'ultimo quinquennio e capace di portare a termine la complicata riforma del servizio ferroviario. Ritratto del primo ministro francese

Parigi. Donna, con una sensibilità verde e cresciuta nella gauche: Élisabeth Borne, ministra del Lavoro, è la scelta del presidente Emmanuel Macron per guidare l’esecutivo nel secondo quinquennio. La nomina a primo ministro è arrivata oggi nel tardo pomeriggio, Borne andrà a sostituire a Matignon il premier uscente Jean Castex, che continuerà a lavorare con la maggioranza macronista ma con responsabilità ridotte. “Sarebbe un ottimo premier e da parte di Macron sarebbe un gesto significativo nominare una donna”, aveva detto al Figaro, pochi giorni fa, un pezzo da novanta dell’esecutivo.

 

Tra i ministri del governo Castex, Borne era l’allieva diligente, disciplinata, che fa sempre i compiti e li fa bene. Formatasi nel gabinetto del socialista Lionel Jospin ai tempi in cui era primo ministro, Borne è diventata nel corso del quinquennio un pilastro della macronia, prima da ministra dei Trasporti, poi della Transizione ecologica e infine del Lavoro. “Le due riforme considerate ‘impossibili’, quella della Sncf - la società delle ferrovie francesi - e dell’assicurazione contro la disoccupazione, sono state pilotate da Élisabeth Borne”, ha sottolineato Christophe Castaner, capogruppo dei deputati della République en marche. Anche il presidente del Consiglio regionale della Provenza-Alpi-Costa Azzurra, Renaud Muselier, ex gollista convertito al macronismo, ha manifestato al Figaro la sua stima per la nuova inquilina di Matignon. “Non la conoscevo prima della sua entrata nel governo. Ho scoperto una sensibilità molto abile sul piano politico, pragmatica ed estremamente efficace”, ha dichiarato Muselier.

 

Nata a Parigi nel 1961 da un padre ebreo di origini russe e da una madre farmacista, Borne si è formata nelle migliori scuole della République: Polytechnique, École nationale des ponts et chaussées e Collège des ingénieurs. Nel 2002, dopo essere stata la consigliera per i trasporti di Jospin, diventa la responsabile della strategia della Sncf. Dal 2008 al 2013, è direttrice generale dell’urbanismo al comune di Parigi e nel 2014 diventa la capa di gabinetto di Ségolène Royal al ministero dell’Ecologia. Gli ammiratori di Borne mettono in rilievo la sua fermezza e la sua competenza.

 

I detrattori la giudicano una tecnocrate asettica: “È fredda come il ghiaccio e rischia di far fuggire gli elettori”. Jean-Luc Mélenchon, leader della sinistra radicale, è stato il primo a reagire alla nomina. “Avanti con una nuova stagione di maltrattamento sociale!”, ha dichiarato, riferendosi in particolare alla riforma liberale della Scnf. Macron, nel suo discorso dal giardino del Palais du Pharo di Marsiglia, a una settimana dal secondo turno, aveva anticipato che il futuro primo ministro sarebbe stato “direttamente incaricato della pianificazione ecologica” e supportato da due ministri di peso: quello della Pianificazione energetica e quello della Pianificazione ecologica territoriale. Per conoscere i loro nomi bisognerà aspettare ancora qualche giorno, quando Macron avrà sciolto gli ultimi dubbi sulla formazione del nuovo governo.

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