Europa Ore 7

La road-map (riservata) sull'Unione bancaria

L'Ue verso un embargo lento sul petrolio russo, le altre sanzioni e l'incognita del voto dell'Ungheria. Scholz contro i pacifisti. Fabrice Leggeri si dimette da Frontex

David Carretta

Il presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe, intende mettere sul tavolo un percorso per arrivare a una garanzia europea sui depositi. Ma comporta almeno due pillole amare per l'Italia 

I ministri delle Finanze della zona euro domani riapriranno il cantiere per completare l'Unione bancaria e arrivare finalmente a una garanzia europea sui depositi. Ma il percorso che il presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe, intende mettere sul tavolo comporta almeno due pillole amare per l'Italia. Se Mario Draghi e Daniele Franco hanno ben chiara l'importanza dell'unione bancaria e della garanzia europea sui depositi, i partiti che sostengono la maggioranza potrebbero rivoltarsi di fronte ai trade-off che Donohoe ha individuato per convincere la Germania e altri paesi ostili alla condivisione dei rischi. In sostanza, il presidente dell'Eurogurppo propone di affidare alle istituzioni della zona euro l'intero processo di risoluzione delle banche in crisi, togliendo alle autorità nazionali ogni margine di discrezionalità, e introdurre un “addebito” per le banche che detengono titoli di stato, che almeno all'inizio sia calibrato sul rating sovrano. E' “una proposta di compromesso che equilibra gli interessi degli stati membri in modo equo”, ci ha spiegato una fonte dell'Eurogruppo: “Non sarà un pacchetto facile. La discussione politica sarà difficile”. Non solo “le questioni sono straordinariamente complicate e interconnesse dal punto di vista tecnico”, ma sono “molto sensibili politicamente”, ci ha detto la nostra fonte.

 

Siamo riusciti a mettere le mani sulla bozza di dichiarazione dell'Eurogruppo che Donohoe presenterà ai ministri con le misure e il calendario per completare l'Unione bancaria. Come spieghiamo sul Foglio, il documento prevede due fasi temporali per avanzare su quattro blocchi di tematiche: la gestione delle crisi bancarie, la protezione dei depositi, il mercato unico dei servizi bancari e la diversificazione dei portafogli sovrani. In caso di accordo dei ministri delle Finanze, la prima fase dovrebbe aprirsi già a fine anno con una serie di proposte legislative da parte della Commissione, che dovrebbero essere adottate entro la fine della legislatura ed entrare in vigore nel 2025. La seconda fase dovrebbe scattare tre anni dopo, cioè nel 2028, ma solo se tutti gli stati membri avranno dato il loro assenso unanime a seguito di un "checkpoint" politico per determinare se ci sono le condizioni per terminare il lavoro. Altrimenti, il completamento dell'Unione bancaria verrà rinviato di anno in anno.

Sulla garanzia dei depositi, la bozza prevede di creare un Fondo di assicurazione europeo dei depositi, gestito dal Single Resolution Board e finanziato dalle banche. E' la principale novità per fare un passo verso la condizione dei rischi bancari. Nella prima fase, il Fondo europeo dovrebbe "complementare gli Schemi di garanzia dei depositi nazionali”. Nei primi tre anni, si limiterebbe a fornire liquidità ai fondi nazionali, sulla base di "limiti e condizioni predefiniti" e nella forma di "prestiti rimborsabili". Secondo la bozza di Donohoe, è solo nella seconda fase che verrebbe introdotta una vera e propria condivisione dei rischi con "una funzione di riassicurazione da parte del Fondo europeo per i fondi di garanzia nazionali". Il documento spiega che "il Fondo europeo di assicurazione dei depositi assumerà gradualmente i rischi legati alla protezione dei depositanti nell'Unione bancaria e coprirà le perdite che derivano dalla protezione dei depositanti e dal finanziamento della risoluzione degli istituti di credito". Ma aspettatevi resistenze dalla Germania.

Una seconda tematica destinata a creare controversie tra gli stati membri è la diversificazione dei portafogli sovrani delle banche. L'obiettivo è migliorare la stabilità finanziario, limitando ulteriormente il nesso tra rischi bancari e rischi sovrani. Tradotto concretamente, però, significa ridurre i titoli di stato che ciascun istituto di credito compra e, almeno all'inizio, quelli dei paesi con rating più bassi. Nella prima fase delineata da Donohoe, le banche che hanno in bilancio titoli di stato con rating bassi dovrebbero versare un contributo più alto al Fondo europeo di assicurazione dei depositi. Nella seconda fase, "l'addebito" sarebbe calcolato solo sulla quantità di debito pubblico detenuto, senza tenere conto del rating e riguarderebbe "concentrazioni molto alte di titoli sovrani". Del resto, questo è il prezzo che sin dall'inizio del dibattito sul completamento dell'Unione bancaria, la Germania chiede di pagare per condividere i rischi con i paesi del sud. Ma aspettatevi resistenze dall'Italia e da altri paesi del sud.

Italia e Germania potrebbero invece trovarsi dalla stessa parte sulla gestione delle crisi bancarie. Secondo la bozza di Donohoe, i poteri di risoluzione verrebbero gradualmente trasferiti verso l'Ue e le sue istituzioni, armonizzando le regole per tutti gli stati membri. Alla fine, scomparirebbero misure come la liquidazione coatta amministrativa, che in Italia ha consentito di evitare il bail-in per obbligazionisti ordinari e depositi delle due banche venete. Storicamente, per ragioni politiche, anche la Germania si è battuta per preservare il controllo sui salvataggi delle sue banche locali. Per la prima fase, la bozza prevede di "armonizzare l'opzione di usare i fondi di garanzia dei depositi nazionali" per i salvataggi bancari: le autorità nazionali, se vogliono ricorrere a eccezioni, dovrebbero dimostrare che costa meno della risoluzione prevista a livello europeo. Inoltre, gli aiuti dovrebbero servire a far uscire dal mercato le banche in fallimento, non a mantenerle a galla. Il documento di Donohoe prevede che nella seconda fase sia il Single Resolution Board ad autorizzare l'uso dei fondi nazionali di garanzia dei depositi per i salvataggi bancari e a condurre i test sul minor costo degli interventi diversi dalla risoluzione. Le decisioni verrebbero tutte prese a Bruxelles, e non più a Roma o nelle altre capitali.

Donohoe spera di convincere i ministri ad accelerare sull'Unione bancaria perché in questo momento c'è una finestra di opportunità politica ed elettorale. Le elezioni in Germania e Francia sono alle spalle. C'è il voto in Italia nel 2023, ma Mario Draghi a Palazzo Chigi e Daniele Franco a Via XX Settembre sono considerati come un'occasione da non perdere. “Speriamo di convincere i  nostri amici in Italia che questo progetto è nel loro interesse”, ha detto la fonte dell'Eurogruppo. “Se si guarda al calendario elettorale, le cose inizieranno di nuovo a muoversi molto presto. Ci saranno elezioni nazionali e un'elezione europea. Presto arriveremo al punto in cui la Commissione smette di presentare grandi pacchetti legislativi per questo ciclo legislativo”, ci ha detto la fonte. Se non si arriverà a un accordo nei prossimi mesi, il rischio è di “diversi anni di rinvio”.

 


Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di lunedì 2 maggio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

L'Ue verso un embargo lento sul petrolio russo - Tra oggi e domani la Commissione dovrebbe presentare il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia, che includerà anche una forma di embargo sul petrolio. Il governo di Olaf Scholz a Berlino ha tolto il veto su un divieto delle importazioni di greggio russo. Ma il principale consigliere del cancelliere tedesco, Jörg Kukies, ha comunque spiegato di aver bisogno di "pochi mesi" per porre fine alle forniture. "Stiamo chiedendo per un periodo ponderato di riduzione graduale", ha detto Kukies al Financial Times: "Vogliamo smettere di acquistare petrolio russo, ma abbiamo bisogno di un po' di tempo". Come era già accaduto con l'embargo sul carbone, con un periodo transitorio di quattro mesi per le esigenze tedesche di preservare i contratti in essere, la Commissione presenterà una proposta ritagliata su misura della Germania. Secondo le indiscrezioni che abbiamo raccolto, l'embargo sul petrolio dovrebbe essere pienamente effettivo solo alla fine dell'anno. Berlino aveva già indicato la volontà di disfarsi del greggio russo entro la fine del 2022.

I confessionali della Commissione e le altre sanzioni - Nel fine settimana il capo-gabinetto di Ursula von der Leyen, Björn Seibert, ha incontrato uno a uno gli ambasciatori dei 27 per anticipare il testo della proposta della Commissione sul sesto pacchetto di sanzioni. In gergo sono chiamati "confessionali". La proposta formale dovrebbe arrivare tra oggi e domani, in ogni caso prima del Coreper di mercoledì, durante il quale gli ambasciatori dei 27 esamineranno il pacchetto. "L'auspicio della Commissione è che si approvi il pacchetto già mercoledì", ci ha detto un diplomatico europeo. Ma "il Coreper di mercoledì potrebbe non bastare". La presidenza francese del Consiglio dell'Ue è pronta a riconvocare gli ambasciatori giovedì e venerdì per arrivare all'approvazione del pacchetto entro la fine della settimana. Oltre al petrolio, l'altra misura degna di nota è la possibile esclusione dal sistema di pagamenti internazionali Swift di Sberbank, la seconda banca russa. Nelle precedenti sanzioni Sberbank era stata risparmiata per permettere ai paesi dell'Ue di continuare a pagare le fatture energetiche. Gazprombank, per contro, non dovrebbe essere presa di mira.

L'incognita del voto dell'Ungheria sull'embargo sul petrolio - Risolto il problema del calendario petrolifero tedesco, la grande incognita sul sesto pacchetto di sanzioni dell'Ue è il rischio di un veto dell'Ungheria. Il governo di Viktor Orbán non è disposto ad accettare "sanzioni che rendano impossibile importare petrolio o gas naturali russi", ha detto il capo-gabinetto del premier ungherese, Gergely Gulyás, alla radio pubblica ieri. "Un embargo significherebbe che dovremmo comprare questi prodotti altrove e a un prezzo significativamente più alto, il che significa che non potremmo garantire di mantenere i sussidi sui prezzi né per il riscaldamento né per il funzionamento dell'economia", ha spiegato Gulyás. L'Ungheria finora non ha usato il suo diritto di veto per bloccare i cinque precedenti pacchetti di sanzioni. "Non dobbiamo adottare sanzioni con cui fondamentalmente ci facciamo del male da soli invece che danneggiare quelli che vogliamo sanzionare", ha detto ieri Gulyás.

Consiglio straordinario energia sul taglio del gas russo - A proposito di Ungheria ed energia, ieri il suo capo-gabinetto ha accusato gli altri paesi europei di mentire sul pagamento del gas russo, dopo che la Commissione ha detto che versare rubli o utilizzare il meccanismo indicato da un decreto di Vladimir Putin significherebbe violare le sanzioni. Gulyás ha confermato che l'Ungheria si è adeguata con il decreto del 31 marzo di Putin. "Ci sono altri nove paesi che stanno usando lo stesso meccanismo di pagamento", ma "i leader di questi paesi non sono onesti quando parlano nell'arena internazionale o ai loro cittadini" dato che non ammettono di "fare la stessa cosa", ha detto Gulyás. I temi del pagamento del gas russo e del taglio delle forniture a Polonia e Bulgaria saranno al centro della riunione straordinaria dei ministri dell'Energia convocata per oggi a Bruxelles. I chiarimenti della Commissione della scorsa settimana non hanno convinto gran parte dei governi.

Scholz contro i pacifisti - Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ieri ha risposto via Twitter a una lettera aperta di un gruppo di intellettuali che gli chiedeva di non inviare armi pesanti in Ucraina in nome della pace. “Rispetto ogni pacifismo e ogni posizione, ma deve sembrare cinico ai cittadini dell'Ucraina sentirsi dire che devono difendersi dall'aggressione di Putin disarmati”, ha detto Scholz: “E' fuori dal tempo”. Peccato che negli ultimi due mesi lo stesso Scholz abbia ritardato la consegna di armi pesanti all'Ucraina, utilizzando una parte degli argomenti usati dagli intellettuali. Sul Foglio Flaminia Bussotti spiega tutte le esitazioni di Scholz prima di inviare armi a Kyiv.

Fabrice Leggeri si dimette da Frontex - Fabrice Leggeri, l'onnipotente padrone di Frontex, venerdì ha dato le dimissioni, dopo che un rapporto dell'Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) ha chiesto l'avvio di una procedura disciplinare nei suoi confronti per il modo in cui ha gestito l'agenzia dei guardia frontiere dell'Ue. Il rapporto dell'Olaf non è stato reso pubblico, ma le accuse sono gravi: mancato rispetto delle procedure e degli obblighi di lealtà verso l'Ue e cattiva gestione del personale. Dietro a queste espressioni burocratiche c'è il bilancio di sette anni di Leggeri alla testa di quella che sta per diventare la più ricca e grande delle agenzie dell'Ue, con un budget di quasi un miliardo di euro e 10 mila funzionari all'orizzonte 2027. Il compito di Frontex è la protezione delle frontiere esterne dell'Ue, rispettando i diritti fondamentali. Dal suo arrivo nel 2015, Leggeri ha accumulato una serie impressionante di inchieste giornalistiche e istituzionali contro di lui e i suoi metodi. La Commissione ha preso nota delle dimissioni e ha ribadito che Frontex svolge "un ruolo di fondamentale importanza per supportare gli stati membri nella gestione delle frontiere esterne comuni dell'Ue e per difendere i diritti fondamentali nel farlo". Come spieghiamo sul Foglio il problema sta tutto qui: la Commissione ha chiuso gli occhi, ma ha sostenuto Leggeri mentre trasformava Frontex in un'agenzia di respingimenti illegali.

De Guindos giudica improbabile un aumento dei tassi in luglio - Il vicepresidente della Banca centrale europeo, Luis de Guindos, ha detto che un aumento dei tassi di interesse in luglio è possibile, ma non "probabile", anche se la decisione "dipenderà dai dati e dalle nuove proiezioni macroeconomiche in giugno". In un'intervista al giornale spagnolo El Correo, De Guindos ha spiegato che "non ci sono ragioni" per non porre fine agli acquisti di titoli in luglio. I tassi poi potrebbero aumentare entro "mesi, settimane o giorni. Luglio è possibile, ma questo non è per dire che sia probabile", ha spiegato il vicepresidente della Bce. Le colombe riusciranno a resistere ancora un po' ai falchi, nel momento in cui l'inflazione nella zona euro ha raggiunto il suo livello più alto di sempre? Il capo-economista della Bce, Philippe Lane, ha detto a Bloomberg Tv che la questione non è se i tassi saranno rialzati, ma quando.

Inflazione al 7,5 per cento nell'area euro - L'inflazione nell'area euro ha raggiunto il 7,5 per cento ad aprile, in crescita dal 7,4 per cento di marzo, secondo la stima flash pubblicata venerdì da Eurostat. L'incremento dei prezzi maggiore lo scorso mese è stato registrato nel settore dell'energia (38,0 per cento), seguito da alimentari, alcool e tabacchi (6,4 per cento), dai beni industriali non alimentari (3,8 per cento) e dai servizi (3,3 per cento). Tra gli stati membri, l'inflazione più alta è stata registrata in Estonia (+19,0 per cento), seguita da Lituania (+16,6 per cento) e Lettonia (+13,2 per cento). La stima flash per l'Italia è di un'inflazione del 6,6 per cento, in leggero calo rispetto al 6,8 per cento di marzo.

La crescita si ferma allo 0,2 per cento nel primo trimestre - Nel primo trimestre del 2022, il pil è cresciuto dello 0,2 per cento nell'area euro e dello 0,4 per cento nell'Ue a 27, secondo la stima preliminare pubblicata venerdì da Eurostat. Nel quarto trimestre del 2021, il pil era cresciuto dello 0,3 per cento nell'area euro e dello 0,5 per cento nell'Ue a 27. Tra gli stati membri, il Portogallo ha registrato la crescita più alta del pil (2,6 per cento(, seguito da Austria (+2,5 per cento) e Lettonia (+2,1 per cento). Per contro Svezia e Italia hanno registrato una contrazione del pil, rispettivamente dello 0,4 e dello 0,2 per cento.

 


Il calendario della settimana in Europa

Lunedì 2 maggio

– Consiglio straordinario dei ministri dell'Energia

– Parlamento europeo: sessione plenaria a Strasburgo (dibattito sul sistema elettorale europeo)

– Commissione: il commissario Sinkevičius in Argentina

– Eurostat: dati sulla vendita di pesticidi nel 2020; dati sulla produzione e il consumo di carbone nel 2021; dati sul trasporto aereo a settembre del 2021

 

Martedì 3 maggio

– Eurogruppo straordinario in videoconferenza

– Ecofin straordinario in videoconferenza

– Parlamento europeo: sessione plenaria a Strasburgo (dibattito con Mario Draghi; dibattiti sulla sicurezza dei giornalisti e la libertà dei media, sull'intelligenza artificiale, sullo stato di diritto in Polonia e Ungheria, sui cyberattacchi dopo l'invasione russa, sull'impatto della guerra su trasporti e turismo)

– Parlamento europeo: question time con il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e con la Commissione

– Parlamento europeo: conferenze stampa dei gruppi della Sinistra, dei Socialisti&Democratici, di Renew, del Partito popolare europeo, dei Verdi

– Parlamento europeo: conferenza stampa dei deputati Verhofstadt e Austrevicius sulle sanzioni contro la Russia

– Parlamento europeo: conferenza stampa dei deputati Voss e Tudorache sulla commissione speciale sull'Intelligenza artificiale

– Parlamento europeo: conferenza stampa del deputato Ruiz Devesa sul sistema elettorale per le elezioni europee

– Consiglio europeo: il presidente Michel in Grecia inaugura un nuovo terminale di Gnl con il premier greco Mitsotakis, il premier bulgaro Petkov, il premier macedone Kovachevski e il presidente serbo Vucic

– Commissione: riunione del collegio dei commissari

– Commissione: il commissario Sinkevičius in Uruguay

– Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza

– Eurostat: dati sulla disoccupazione a marzo; prezzi alla produzione industriale a marzo; dati sul turnover industriale a febbraio

 

Mercoledì 4 maggio

– Parlamento europeo: sessione plenaria a Strasburgo (dibattiti sulle conseguenze sociali ed economiche della guerra della Russia in Ucraina, sulla discarico del bilancio 2020, sull'uso dello spyware Pegasus, sulle violazioni dei diritti umani in Turchia, Cina e Cambogia, sul rapporto annuale della concorrenza, sui sussidi stranieri distorsivi)

– Consiglio europeo: il presidente Michel in Moldavia incontra la presidente, Maia Sandu

– Consiglio: riunione del Coreper

– Banca centrale europea: riunione di politica non monetaria del Consiglio dei governatori

– Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sugli aiuti di stato alla compagnia aerea Tarom

– Eurostat: dati sul commercio al dettaglio a marzo; dati sulla produzione nei servizi a febbraio; dati sull'asilo nel 2021

 

Giovedì 5 maggio

– Parlamento europeo: sessione plenaria a Strasburgo (dibattiti sulla cooperazione Ue-Moldavia, sull'impatto della guerra in Ucraina sulle donne, sulla costruzione di un muro alla frontiera tra Polonia e Bielorussia)

– Parlamento europeo: la presidente Metsola a Roma

– Servizio europeo di azioni esterno: discorso dell'Alto rappresentante, Josep Borrell al Festival d'Europa di Firenze

– Commissione: i commissari Borrell, Jourova, Suica partecipano allo Stato dell'Unione dell'Istituto universitario europeo di Firenze

– Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza

– Banca centrale europea: discorso del capo-economista, Philip Lane, al think tank Bruegel sulle prospettive economiche dell'area euro

– Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sui contratti conclusi a distanza su Amazon; sentenza sul Banco Espirito Santo; sentenza sui risarcimenti sul superamento dei valori limite sulla qualità dell'aria

– Agenzia europea dei medicinali: conferenza stampa dell'Ema sul Covid-19

– Corte dei conti dell'Ue: rapporto di attività del 2021

– Eurostat: prezzi per le importazioni industriali a marzo

 

Venerdì 6 maggio

– Parlamento europeo: la presidente Metsola partecipa allo Stato dell'Unione dell'Istituto universitario europeo di Firenze

– Commissione: i commissari Hahn, Sefcovic e Gentiloni partecipano al "Global Europe Seminar" di Salisburgo

– Commissione: i commissari Borrell e Ferreira partecipano allo Stato dell'Unione dell'Istituto universitario europeo di Firenze

– Consiglio: riunione del Coreper

– Eurostat: dati sull'occupazione nel turismo nel 2019; dati sull'aspettativa di vita nel 2021