(Foto di Ansa) 

Inchieste e dimissioni

Frontex ha perso la testa, ma deve dotarsi di una nuova politica

David Carretta

L'ultimo rapporto dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode ha portato il padrone di Frontex a rassegnare le dimissioni dopo anni di inchieste giornalistiche sul suo dubbio operato

Bruxelles. Fabrice Leggeri, l’onnipotente padrone di Frontex, ieri ha dato le dimissioni, dopo che un rapporto dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) ha chiesto l’avvio di una procedura disciplinare nei suoi confronti per il modo in cui ha gestito l’agenzia dei guardia frontiere dell’Ue. Il rapporto dell’Olaf non è stato resto pubblico, ma le accuse sono gravi: mancato rispetto delle procedure e degli obblighi di lealtà verso l’Ue e cattiva gestione del personale. Dietro a queste espressioni burocratiche c’è il bilancio di sette anni di Leggeri alla testa di quella che sta per diventare la più ricca e grande delle agenzie dell’Ue, con un budget di quasi un miliardo di euro e diecimila funzionari all’orizzonte 2027. Il compito di Frontex è la protezione delle frontiere esterne dell’Ue, rispettando i diritti fondamentali. Dal suo arrivo nel 2015, Leggeri ha accumulato una serie impressionante di inchieste giornalistiche e istituzionali contro di lui e i suoi metodi. L’ultima è di ieri: i giornalisti del Monde e dello Spiegel, in collaborazione con gli olandesi di Lighthouse Reports, hanno ottenuto documenti che dimostrano che Frontex ha coperto decine di respingimenti illegali dei migranti da parte della Grecia nel mar Egeo. Quando i migranti venivano ributtati in mare e rispediti nelle acque territoriali della Turchia (su canotti acquistati dal governo greco con i fondi dell’Ue), Frontex registrava i casi come “prevenzione delle partenze”.

Senza il rapporto dell’Olaf, Leggeri si sarebbe comportato come in passato, facendo spallucce e negando ogni accusa, forte della protezione politica di cui ha beneficiato tra i governi e ai piani alti della Commissione. Oltre che di respingimenti, l’Olaf si è occupato di molestie verso il personale e appalti poco chiari. Altre inchieste hanno rivelato il coinvolgimento diretto o indiretto di Frontex nei respingimenti in Grecia. Nel 2021 un’indagine del Parlamento europeo ha concluso che il management non ha fatto nulla per impedirli e prevenirli. Una relazione della Corte dei conti dell’Ue ha accusato Frontex di non aver realizzato il mandato, sollevando dubbi sull’opportunità di darle altre competenze. Il Parlamento europeo alla fine ha deciso di congelare una parte del bilancio dell’agenzia, che nel 2022 ha raggiunto quota 750 milioni. Ma, ogni volta, la Commissione e il consiglio di amministrazione di Frontex (dove siedono i rappresentanti dei governi) hanno confermato la “fiducia” in Leggeri. “Non accetto il tentativo di alcune cerchie (…) di costruire una narrativa che indebolisca Frontex in un momento in cui abbiamo più bisogno dell’agenzia”, aveva detto il vicepresidente della Commissione, Margaritis Schinas, nel 2021. Il consiglio di amministrazione di Frontex ieri ha deciso di non avviare procedure disciplinari contro Leggeri, accontentandosi delle dimissioni.

Con un curriculum “law and order” tra ministero dell’Interno e della Difesa in Francia, Leggeri aveva una idea molto chiara di cosa dovesse essere Frontex, con il sostegno tacito di Commissione e governi: uno strumento per bloccare i migranti fuori dalle frontiere dell’Ue, rimpatriarne il più possibile, ma anche buttarli fuori senza curarsi troppo delle regole o dei diritti fondamentali. Nel 2017 era stato lui a legittimare le polemiche sui “taxi del mare”, accusando le navi delle ong nel Mediterraneo centrale di essere un fattore calamita. Era stato sempre lui ad allontanare le navi di Frontex dalle acque della Libia, per evitare che dovessero compiere salvataggi in mare, e a trasformare la missione da navale ad aerea, per segnalare alle pattuglie libiche le imbarcazioni da intercettare prima che arrivassero in acque europee. Leggeri lo ha scritto anche nella lettera di dimissioni: “Il mandato su cui sono stato eletto e confermato nel giugno del 2019 è stato silenziosamente ma effettivamente cambiato”. Dopo la crisi dei rifugiati del 2015 lui aveva concepito Frontex come un muro. Ma negli ultimi anni, a forza di scandali, la Commissione ha insistito per migliorare il monitoraggio del rispetto dei diritti umani, con la nomina di appositi funzionari. Secondo una fonte, nella discussione al consiglio di amministrazione, Leggeri ha accusato i detrattori di voler trasformare la sua Frontex in una ong. E’ stato difeso da Ungheria, Polonia e Grecia. I loro rappresentanti sono stati meno ipocriti della Commissione, che nel corso degli anni ha sempre chiuso gli occhi sui metodi sostenendo la politica di Leggeri.

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