europa ore 7

Si apre la battaglia contro gli oligopoli digitali

Le lettere sulle frontiere e il passaporto vaccinale che divide i 27. La Bce e il potere di veto sulle criptovalute e il primo passo per togliere l'immunità a Puigdemont

David Carretta

Digital market act (Dma) e il Digital service act (Dsa) sono i due provvedimenti che determineranno le regole per l'economia digitale per il prossimo decennio e definiscono cosa sono, cosa possono fare, a quali sanzioni vanno incontro le piattaforme sistemiche e i "gatekeeper"

Sono i due provvedimenti legislativi più importanti di tutta la legislatura europea, quelli che determineranno le regole per l'economia digitale per il prossimo decennio in Europa o forse oltre, con in gioco somme colossali e probabili ripercussioni geopolitiche : la battaglia sul Digital market act (Dma) e il Digital service act (Dsa) si è aperta ieri con una serie di audizioni di Margrethe Vestager davanti alle commissioni del Parlamento europeo. I deputati nelle prossime settimane saranno chiamati a decidere i dettagli delle due proposte presentate dalla Commissione in dicembre. Il Dma e il Dsa definiscono cosa sono le piattaforme sistemiche e i “gatekeeper” (cioè le imprese che controllano l'accesso al mercato), cosa possono e non possono fare, a quali sanzioni andranno incontro se violeranno le regole. Noi ne abbiamo discusso con Andreas Schwab, il relatore al Parlamento europeo per il Dma, secondo il quale in gioco c'è l'Ue come società aperta: non si devono ripetere “gli errori accaduti negli anni venti in Germania, dove non abbiamo avuto la forza di andare contro gli oligopolisti” che “ hanno aiutato l'estrema destra e Hitler ad andare al potere”.

Il ragionamento di Schwab è sostanzialmente il seguente. Per l'economia digitale vanno applicate le stesse regole dell'economia normale. Le grandi piattaforme digitali hanno “una responsabilità speciale” perché controllano “più del 95 per cento dei nostri dati” e li usano “per diventare sempre più grandi, senza diventare migliori”. Alle piattaforme sistemiche e ai gatekeepers vanno applicate “regole ex ante ispirate dal mercato normale, dalle pratiche scorrette che sono vietate e dalle riflessioni più generali sulla concorrenza. Dobbiamo dare linee guide su come comportarsi. Alcune di queste cose sono scontate e hanno funzionato molto bene nell'economia classica, ma è molto difficile nell'economia digitale”, ci ha detto Schwab. “Queste regole non devono privilegiare i grandi e distruggere i piccoli”. Secondo Schwab, “nel mercato digitale c'è uno squilibrio strutturale, perché tre, quattro o cinque grandi imprese hanno tutti i dati e tutti gli altri, cittadini o imprese, non hanno il controllo dei dati”. L'obiettivo del Dma e del Dsa è “assicurarci che torniamo alla situazione di mercato equo, che siamo riusciti a applicare alla normale economia”.

Uno degli elementi controversi del Dma e del Dsa sono le sanzioni per le piattaforme che non rispettano le regole. La proposta della Commissione prevede multe del 6-10 per cento del fatturato. Al Parlamento europeo alcuni vorrebbero portarle al 25 per cento. “Se le imprese non rispettano le regole che stiamo fissando, dobbiamo assicurarci che ci siano strumenti per intervenire: multe, divieti, ma alla fine anche misure strutturali se le cose non funzionano come dovrebbero”, ci ha spiegato Schwab. Anche lo smantellamento o la separazione strutturale? “Questo non è assolutamente escluso”. Tuttavia “le multe sono solo uno strumento per realizzare qualcosa. Nessuno azionista permetterebbe all'amministratore di pagare multe nel momento in cui sanno le ragioni per cui le imprese vengono multate”. Schwab si dice convinto che le piattaforme, “se c'è un divieto, rispetteranno le regole”.

L'Europa deve fare come l'Australia, che vuole imporre alle piattaforme di pagare per i contenuti prodotti dagli editori? Sul Foglio Paola Peduzzi spiega la tregua siglata da Facebook e il governo australiano sulla lotta tra social media e contenuti giornalistici. In realtà, l'Ue ha già le sue regole sul copyright che entreranno in vigore a giugno. Ma il problema è più ampio, secondo Schwab: “assicurarci che rimaniamo una società aperta intellettualmente, democraticamente e socialmente ed evitiamo gli errori accaduti negli anni venti in Germania, dove non abbiamo avuto la forza di andare contro gli oligopoli, e questi oligopoli hanno aiutato l'estrema destra e Hitler a andare al potere” creando “un circolo vizioso” tra imprese dominanti e economia diretta da uno stato totalitario, ci ha risposto Schwab. L'Europa “negli anni cinquanta ha rotto il circolo vizioso, perché abbiamo compreso che non vogliamo imprese dominanti, ma imprese in grado di competere”. L'obiettivo del Dma e del Dsa deve essere “mercato equo, mercato aperto e società aperte”. L'Ue è riuscita a farlo “abbastanza bene dopo la seconda guerra mondiale”, ma “l'economia digitale mette a repentaglio” questo successo.

Secondo Schwab, “se faremo le cose bene in Europa, altri paesi come India, Australia e Giappone ci seguiranno, perché la questione di come assicurare la democrazia e l'economia aperta in questo nuovo mondo è chiave per tutti”. E gli Stati Uniti con l'Amministrazione Biden? “Il nostro modo di guardare a questo tema diventa sempre più simile. Ci possono essere, due tre elementi su cui siamo in disaccordo, ma sulle grandi linee siamo al 100 per cento allineati” con l'Amministrazione Biden.

 


Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di mercoledì 24 febbraio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

Lettere alla Germania e altri 5 paesi sulle frontiere - Poco prima di un Vertice dei capi di stato e di governo che dovrebbe confermare la necessità di limitare i viaggi, la Commissione ha deciso di fare un passo contro corrente per cercare di preservare almeno un minimo la libertà di circolazione delle persone. L'esecutivo comunitario lunedì ha inviato una lettera a Germania, Belgio, Ungheria, Danimarca, Finlandia e Svezia per richiamarli all'ordine sulla chiusura delle frontiere. I sei paesi "stanno applicando misure più strette di quelle previste dalla raccomandazione” dell'Ue sulle restrizioni alla libera circolazione, “in particolare per i divieti di entrare o uscire dal paese", ha detto un portavoce della Commissione. Le misure adottate dai sei sono considerate sproporzionate. "Chiediamo agli stati membri di allineare le loro misure alle raccomandazioni", ha aggiunto il portavoce. I sei paesi hanno dieci giorni per rispondere, ma non dovrebbero esserci procedure di infrazione. "Il nostro obiettivo è trovare delle soluzioni senza ricorrere a passi legali che possono durare a lungo". La Germania non è pronta a cedere. "La protezione dei nostri cittadini è di primaria importanza", ha risposto il ministro tedesco per gli Affari europei, Michael Roth.

 

I 27 divisi sul passaporto vaccinale per l'Ue - Gli stati membri rimangono divisi sulla possibilità di introdurre un passaporto vaccinale valido in tutta l'Ue per viaggiare. Durante il Consiglio Affari generali ieri c'è stata una lunga discussione tra i ministri degli Affari europei dei 27. “Alcuni hanno espresso preoccupazioni etiche e tecniche. Altri vorrebbero muoversi rapidamente”, ha spiegato la ministra portoghese Ana Paula Zacarias, che ha la presidenza di turno del Consiglio dell'Ue. “Siamo tutti d'accordo che abbiamo bisogno di più coordinamento sulla questione”, ma “abbiamo bisogno di più prove scientifiche e una chiara visione”. Il vicepresidente della Commissione, Maros Sefcovic, ha tirato il freno. Finora “gli esperti hanno concordato una serie di dati minimi da mettere nei certificati vaccinali”, ma “ci sono prove insufficienti per escludere quarantena e obblighi di test per le persone vaccinate”. Per la Commissione, il passaporto vaccinale per il momento può essere usato solo per ragioni mediche. “Essere vaccinati non può essere una precondizione per beneficiare della libertà di movimento”, ha detto Sefcovic. Il tema sarà affrontato anche dai leader nel loro vertice in videoconferenza di domani e venerdì. In un editoriale sulla Grecia che spinge per una certificazione Ue, il Foglio spiega cosa non va del passaporto vaccinale.

 

L'Ue conferma la volontà di autonomia strategica sulla difesa - I capi di stato e di governo confermeranno l'impegno ad "aumentare la capacità dell'Ue di agire in modo autonomo" nel settore della sicurezza e della difesa, secondo la bozza di conclusioni del Vertice di domani e venerdì. "Di fronte alla maggiore instabilità globale, riaffermiamo che l'Ue deve assumersi più responsabilità per la sua sicurezza", si legge nel documento. Concretamente non c'è molto di nuovo: gran parte delle conclusioni su sicurezza e difesa ribadisce vecchi impegni che devono essere resi operativi. La parte più interessante della bozza riguarda la volontà di "cooperare con l'amministrazione degli Stati Uniti su un'agenda transatlantica forte e ambiziosa che includa un dialogo stretto su sicurezza e difesa". Si tratta di un cambio di tono significativo dopo i quattro anni di Amministrazione Trump.

 

Il sud del Mediterraneo non è una priorità per l'Ue - I capi di stato e di governo venerdì discuteranno anche di vicinato meridionale durante il loro vertice in teleconferenza. Malgrado la crisi in Libia, l'instabilità politica e sociale in Tunisia e il ritorno delle manifestazioni in Algeria, il sud del Mediterraneo non sembra essere una priorità. La bozza di conclusioni del vertice dedica solo sei righe al vicinato meridionale, nelle quali vengono ribaditi vecchi impegni senza molta sostanza. "Abbiamo discusso la natura politica e strategia della partnership dell'Ue con il vicinato meridionale. Riaffermiamo le conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2020 e invitiamo il Consiglio a mettere in opera la Comunicazione congiunta della Commissione e dell'Alto rappresentante su una partnership rinnovata e rafforzata con il vicinato meridionale con un obiettivo di affrontare sfide comuni e beneficiare di opportunità condivise attraverso una cooperazione rafforzata”, si legge nel documento.

 

La Bce vuole il potere di veto sulle criptovalute - La Banca centrale europea ha chiesto al Parlamento europeo il potere di veto sul lancio nella zona euro di stablecoin e di avere un ruolo maggiore nella loro supervisione. A settembre la Commissione ha proposto una serie di regole per i crypto-asset, inclusi stress test e requisiti di capitali e liquidità. In un parere datato 19 febbraio e inviato al Parlamento europeo, la Bce ha chiesto di avere "competenza esclusiva" per la "potenziale minaccia" delle stablecoin per il sistema di pagamenti della zona euro e la condotta della politica monetaria. Uno dei principali progetti di stablecoin è il Diem di Facebook, che ha preso il posto di Libra.

 

Due mesi in più per ratificare l'accordo post Brexit - Il Regno Unito ieri ha accettato la richiesta dell'Unione europea di avere fino al 30 aprile di aprile per ratificare l'accordo sulle relazioni future. Il rinvio deve permettere di completare la traduzione del testo dell'intesa in tutte le lingue ufficiali e permette al Parlamento europeo di avere più tempo per valutare l'accordo. “E' deludente che l'Ue non abbia completato il processo interno secondo il calendario concordato, data l'incertezza che crea per le imprese e gli individui”, ha fatto sapere Downing Street. In realtà, se non fosse state concessa la proroga, sarebbe scattato il “no deal” con conseguenze molto peggiori per le imprese britanniche, già messe male dalle difficoltà a esportare nell'Ue.

 

Primo passo per togliere l'immunità a Puigdemont - La commissione Giuridica del Parlamento europeo ieri ha votato per togliere l'immunità all'ex presidente della Catalogna, Carles Puigdemont, e ad altri due eurodeputati indipendentisti, Toni Comin e Carla Ponsanti. Nel voto segreto, i “sì” sono stati 15, i “no” 8 e le astensioni 2. Il prossimo passo è il voto della plenaria in marzo. Sul Foglio Guido De Franceschi racconta l'anomalia catalana: tra la condanna del rapper Hasél e i leader indipendentisti in galera, è una vicenda politica, culturale e sociale che non ha paragoni, anche se la Spagna spesso non se ne accorge.

 


Accade oggi in Europa

- Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari

- Commissione: conferenza stampa del vicepresidente Timmermans su una nuova strategia sull'adattamento al cambiamento climatico

- Commissione: conferenza stampa dei commissari Vestager e Schmit sul miglioramento delle condizioni di lavoro per i lavoratori delle piattaforme

- Parlamento europeo: audizione del commissario Dombrovskis alla commissione Commercio internazionale

- Parlamento europeo: riunione congiunta delle commissioni Libertà civili, Affari interni e Donne sugli attacchi contro il diritto all'aborto in Polonia

- Commissione: audizione del commissario Reynders sullo stato di diritto con alcuni membri del Parlamento italiano

- Commissione: discorso della commissaria Vălean al Summit ferroviario internazionale

- Consiglio: riunione del Coreper

- Comitato economico e sociale: sessione plenaria; dibattito con la commissaria Šuica sulla Conferenza sul futuro dell'Europa

- Eurostat: dati sull'età delle donne al primo figlio; dati sul commercio nei servizi

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