La condanna del rapper Hasél fa il paio con i leader indipendentisti in galera o in esilio e con una vicenda politica, culturale e sociale che non ha paragoni. Anche se la stessa Spagna spesso non se ne accorge
In seguito all’arresto del rapper Pablo Hasél si sono accese proteste in molte città spagnole. E in Catalogna si sono innescati disordini che hanno avuto particolare intensità e violenza: scontri con la polizia, danneggiamenti, arresti, cariche, saccheggi, vandalismi e repressione muscolare. Hasél è stato condannato per oltraggio alla Corona e apologia del terrorismo per aver espresso, in tweet e canzoni, parole ingiuriose verso la famiglia regnante e parole elogiative verso alcune organizzazioni lottarmatiste ormai inattive, come Terra Lliure, l’Eta e i Grapo. Benché Hasél, che è un militante della sinistra estrema, sia anche catalano e indipendentista, gli scontri di questi giorni, hanno poco a che vedere con il secessionismo. Eppure, allo stesso tempo, la vicenda che coinvolge il rapper è senza dubbio l’ennesimo epifenomeno dell’anomalia catalana.
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