Europa Ore 7

(Dis)Accordo al Vertice sulla Turchia

L'Europa, spaccata sulla sua posizione verso Erdogan, opta per una “doppia strategia”. A dicembre un nuovo confronto tra i leader

David Carretta

Su Erdogan i leader hanno raggiunto un accordo ambiguo, che è la sintesi di visioni contrapposte (anche tra Germania e Francia) e lascia sul tavolo "l'opzione delle sanzioni". Ma almeno ha permesso di sbloccare le sanzioni sulla Bielorussia e approvare una lista nera: non ci sarà sopra il nome di Lukashenka

I capi di stato e di governo dell'Unione europea hanno fatto tardi questa notte, trascorrendo otto ore a litigare sulla strategia da seguire nei confronti della Turchia. Alla fine i leader hanno trovato un accordo su una “doppia strategia”, ha spiegato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel: l'Ue offre a Recep Tayyip Erdogan “un'agenda positiva” ma “a condizione che la Turchia si impegni in modo più positivo e ponga fine a azioni unilaterali contrarie al diritto internazionale”. L'agenda positiva comprende un ammodernamento dell'unione doganale, facilitazioni sul commercio e altri finanziamenti per l'accoglienza dei rifugiati siriani. Sul tavolo resta “l'opzione delle sanzioni”, ha detto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Per tutta la giornata di ieri Cipro e Grecia avevano bloccato l'accordo chiedendo di inserire nelle conclusioni finali almeno la minaccia di sanzioni. Michel ha annunciato che i leader faranno il punto sulla Turchia in dicembre.

In realtà, la doppia strategia nasconde le spaccatura nell'Ue su Erdogan. Angela Merkel e Emmanuel Macron hanno due visioni contrapposte sulla Turchia. Secondo la cancelliera tedesca, i rapporti sono “molto complessi”, ma "abbiamo un grande interesse a sviluppare una relazione costruttiva con la Turchia. Siamo alleati Nato. Siamo dipendenti l'uno dall'altro quando si tratta della migrazione”. Per Macron, invece, la “solidarietà nei confronti di Grecia e Cipro non è negoziabile. Quando uno stato membro dell'Ue è attaccato e minacciato, quando le sue acque territoriali non vengono rispettate, gli europei hanno il dovere dimostrare la loro solidarietà”, ha detto il presidente francese: "non possiamo mai fare compromessi su questioni di sovranità, valori e diritti". In un editoriale, il Foglio spiega che fino a quando questa contraddizione non sarà risolta, con la Turchia che sfida gli interessi europei nel vicinato, sarà difficile per l'Ue trovare la sua autonomia strategica.

L'accordo ambiguo sulla Turchia ha permesso almeno di sbloccare le sanzioni sulla Bielorussia. Cipro ha abbandonato il veto sulla lista di circa quaranta personalità del regime di Alexander Lukashenka, dopo che le conclusioni sulla Turchia sono state rafforzate con l'ipotesi delle sanzioni. Michel ha annunciato che la procedura scritta per adottare la lista nera sulla Bielorussia partirà già oggi e sarà adottata “immediatamente”. Ma il presidente del Consiglio europeo ha anche aggiunto che Lukashenka non sarà sulla lista nera dell'Ue. Un modo – secondo Michel – di incoraggiare il dittatore bielorusso a avviare un dialogo con l'opposizione e accettare la mediazione dell'Osce.

La Turchia è stata protagonista anche del dibattito tra i leader sul conflitto nel Nagorno-Karabakh. Macron ha accusato Ankara di facilitare il passaggio di jihadisti siriani verso l'Azerbaijan. "300 combattenti hanno lasciato al Siria per raggiungere Baku via Gaziantep (in Turchia, ndr). Sono combattenti conosciuti, tracciati, vengono da gruppi jihadisti che operano nella regione di Aleppo. Altri contingenti della stessa dimensione si preparano”, ha spiegato Macron: "è inaccettabile. E invito l'insieme dei partner della Nato a guardare in faccia al comportamento di un membro della Nato". Macron ha promesso di “chiamare il presidente Erdogan nei prossimi giorni" e sottolineato i rischi di un conflitto con Vladimir Putin. “E'  molto pericoloso per la sicurezza della Russia e della regione trovarsi con questi combattenti terroristi”, ha detto Macron. Sul Foglio Daniele Raineri racconta la ricetta di ascari, navi e droni di Erdogan per lasciare indietro l'Europa.

Il Consiglio europeo prosegue nella giornata di oggi. Affrontate le questioni difficili di politica estera (non c'è stato dibattito sulla Cina, ma sono tutti d'accordo per un approccio più assertivo), il tema del giorno è l'autonomia strategica sul piano economico. Un gruppo di paesi teme un'offensiva protezionista della Francia. Fortunatamente per loro, Macron è stato costretto a rientrare a Parigi e sarà rappresentato da Merkel.

 


Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di venerdì 2 ottobre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

La Russia è l'altro elefante nella stanza del Vertice - Oltre alla Turchia, i 27 hanno visioni molto diverse su come approcciare la Russia di Vladimir Putin. Macron ha usato il conflitto in Nagorno-Karabakh per rilanciare la sua strategia di dialogo con Mosca (la Francia è con gli Stati Uniti e la Russia nel gruppo di Minsk incaricato di monitorare la situazione nella regione secessionista). Sulla Russia "insisto a chiedere dialogo sulle nostre questioni bilaterali, così come sulle crisi regionali", ha detto Macron, confermando la sua strategia dell'apertura a Putin.

Il dialogo di Macron con Putin non piace alla Lituania - Il presidente lituano, Gitanas Nausèda, che aveva incontrato Macron a Vilnius alcuni giorni fa, ha una visione molto diversa del dialogo. Con Macron “abbiamo avuto una conversazione molto interessante sulla sua visione geopolitica e abbiamo parlato tra le altre cose della Russia. Anche io sono sostenitore del dialogo, il dialogo è meglio degli scontri, ma il dialogo deve essere basato su regole giuste. Avendo in mente Navalny, ho un sentimento di déjà-vu. Ricordo i nomi di Anna Politkovskaya, Boris Nemtsov, (Vladimir) Kara Murza: questi nomi dimostrano che questo regime non è pronto a giocare secondo le regole democratiche. Questo regime usa i metodi del ventesimo secolo. E non possiamo tolleralo”, ha detto Nausèda.

Tutta da leggere l'intervista a Navalny – Alexei Navalny ha accusato Vladimir Putin di essere dietro il tentativo di assassinarlo con un agente nervino della famiglia del Novichok. L'oppositore russo ha rilasciato la sua prima intervista dopo l'avvelenamento allo Spiegel. Il Consiglio europeo ha condannato "il tentativo di assassinio" di Navalny, ricordando che l'uso di armi chimiche costituisce una violazione grave del diritto internazionale. Michel ha annunciato una nuova discussione su Navalny nel Vertice del 15 e 16 ottobre.

Ursula minaccia di portare BoJo in tribunale! - La Commissione europea ieri ha inviato una lettera di messa in mora al Regno Unito, primo passo di una procedura di infrazione, per aver violato l'obbligo di buona fede previsto dall'accordo Brexit. Nel mirino di Ursula von der Leyen: il progetto di legge sul mercato interno che è “in totale contraddizione” con il Protocollo sull'Irlanda del Nord. Se il governo di Boris Johnson non risponderà entro un mese – o se la risposta sarà insufficiente – la Commissione invierà un parere motivato, anticamera della Corte di giustizia dell'Ue. Ma non c'è da agitarsi troppo. Quel che conta davvero sono i negoziati sulle relazioni future tra Michel Barnier e David Frost. Oggi sapremo se ci sono abbastanza progressi su aiuti di stato e pesca per entrare nel “tunnel” che dovrebbe portare a un'intesa su accordo di libero scambio.

Orbán vuole il Recovery fund intergovernativo - Di fronte allo stallo sul meccanismo sullo stato di diritto, il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, ha proposto di trasformare il Recovery fund in uno accordo intergovernativo che non coinvolga le istituzioni europee. “C'è una crisi in questo momento in Europa, ora la crisi deve essere gestita, questo denaro deve essere reso disponibile ai paesi il più presto possibile”, ha detto Orbán prima del Consiglio europeo: “Non è possibile rallentare con dibattiti sullo stato di diritto”.

Eurogruppo non preoccupato da piano Recovery Italia - I ministri delle Finanze della zona euro non sembrano spaventati dalla confusione che circonda i piani del governo italiano per utilizzare i fondi del Recovery fund. Prima le indiscrezioni su progetti per 600 miliardi. Poi gli articoli sulla mancanza di progetti da finanziare. “Non dubito che quando arriverà il momento arriverà dall'Italia un piano per la ripresa e la resilienza ben preparato”, ha detto una fonte dell'Eurogruppo. “Non sono preoccupato dalla capacità italiana di presentare un buon piano”. L'Eurogruppo di lunedì avrà una “discussione strategica sugli investimenti, le riforme e gli orientamenti fiscali” destinato a indirizzare le scelte dei governi nazionali sul Recovery fund, ha spiegato la fonte.

Falco o colomba alla Bce? - I ministri delle Finanze della zona euro lunedì nomineranno anche il successore di Yves Mersch nel board della Banca centrale europea. L'Eurogruppo deve scegliere tra l'olandese Frank Elderson e lo sloveno Bostjan Jazbec. Nella scelta tra falco e colomba, meglio non lasciarsi confondere dalla nazionalità. Elderson è un esperto di finanza verde e può aiutare Christine Lagarde a gestire la montagna di titoli Green che la Bce dovrebbe comprare. Per contro Jazbec ha guidato in modo decisamente ortodosso la banca centrale slovena fino al 2018, dicendosi contrario ai tassi di interessi negativi e insistendo sulle riforme strutturali.

Enria fa fischiare le orecchie ai banchieri italiani - Alberto Nagel, l'amministratore delegato di Mediobanca, il 9 settembre aveva chiesto una revisione delle regole Ue sul trattamento delle sofferenze avvertendo del "rischio bomba atomica" a causa dei crediti deteriorati provocati dalla crisi Covid-19. Al ministero dell'Economia e a Bankitalia molti la pensano allo stesso modo. Ieri è arrivata la risposta di Andrea Enria, capo della supervisione unica della Bce. “Quando sento che alcune persone usano la pandemia per mettere in discussione l'implementazione del calendario per i futuri standard sulla definizione di default o per proporre di rivedere la legislazione sulla copertura degli NPL, sono incline a pensare che troppe lezioni delle precedenti crisi potrebbero non essere state imparate”, ha detto Enria in un discorso a Francoforte.

Più biciclette (e diritti per i passeggeri) sui treni Ue - Il Consiglio e il Parlamento europeo ieri hanno trovato un accordo provvisorio sulla riforma dei diritti dei passeggeri di treni. In caso di ritardi superiori ai 100 minuti, le compagnie ferroviarie avranno l'obbligo di riprogrammare i passeggeri verso la loro destinazione finale, se necessario anche attraverso voli aerei. Inoltre, gli operatori dovranno emettere un "biglietto unico" valido per tutte le tratte del viaggio, salvaguardando il diritto per i passeggeri a essere riprogrammati o ricevere una compensazione in caso di ritardi o coincidenze mancate. Le nuove regole includono maggiore assistenza per le persone disabili. Infine le carrozze dovranno essere equipaggiate di spazi dedicati per le biciclette.

 

Accade oggi in Europa

- Consiglio europeo

- Brexit: incontro tra i capi negoziatori Michel Barnier e David Frost dop il nono round negoziale

- Parlamento europeo: audizioni dei commissari designati Mairead McGuinness (Servizi finanziari) e Valdis Dombrovskis (Commercio)

- Eurostat: stima flash dell'inflazione di settembre nell'area euro; dati sui conti del secondo trimestre di famiglie e imprese

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