Se è vero che la fabbrica di Teheran è il più grande di qualsiasi paese del medio oriente, lo stesso non si può dire sulla qualità dei propri armamenti. Secondo gli analisti, i sistemi di cui dispone l'Iran non possono competere con alcuni dei più sofisticati caccia di combattimento di cui dispone Israele
Roma. Il primo attacco diretto dell’Iran contro Israele sabato scorso “ha dimostrato che le nostre Forze armate sono pronte”, ha detto mercoledì il presidente iraniano Ebrahim Raisi in occasione della Giornata dell’Esercito. Poche ore dopo, alcune fonti vicine all’opposizione iraniana hanno fatto sapere che Teheran avrebbe effettuato una simulazione per testare le proprie capacità di difesa missilistica nel distretto di Kermanshah, il più vicino a Israele dal punto di vista aereo. Mentre nella capitale iraniana sfilavano le stesse munizioni utilizzate nell’attacco di sabato, Raisi continuava a definire l’operazione “un successo” rimarcando il fatto che fosse “limitata” e con effetti “non globali”: “Se si fosse trattato di un’azione su larga scala, del regime sionista non sarebbe rimasto nulla”, e se Israele reagirà, ha detto, “sarà trattato in modo feroce e severo”.
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