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in medio oriente

Il gabinetto di guerra israeliano diviso sulla risposta all'Iran

La diplomazia internazionale è al lavoro per evitare un'escalation del conflitto. Per Annalena Baerbock l'Iran ha l'obiettivo di "destabilizzare la regione". La minaccia iraniana: "Pronto a usare un'arma che non è stata mai utilizzata"

Il capo di stato maggiore delle Forze di difesa israeliane, il tenente generale Herzi Halevi, ha rilasciato una dichiarazione video in lingua inglese nella quale ha affermato che "l'Iran dovrà affrontare le conseguenze delle sue azioni", sottolineando come l'attacco iraniano a Israele ha "creato nuove opportunità di cooperazione in medio oriente". 

 

 

Israele attaccherà? Le discussioni nel gabinetto di guerra

All'interno del gabinetto di guerra ci sono state molte discussioni sul da farsi. L'unanimità non c'è, né sulla tempistica né nei modi. Da un lato ci sono gli ex generali che chiedono una risposta immediata. La maggioranza però non è d'accordo: c'è il timore di perdere almeno in parte l'appoggio degli alleati internazionali. Si discute anche sulle modalità della risposta: attaccare nel territorio iraniano oppure colpire truppe e milizie in altre parti del medio oriente?

Intanto il primo ministro Benjamin Netanyahu, riferiscono molti media israeliani, stia evitando di rispondere alle chiamate dei leader occidentali.

Secondo quattro funzionari statunitensi che hanno parlato con l'Nbc, la risposta dello stato ebraico dovrebbe essere limitata e potrebbe concentrarsi su obiettivi militari e strategici fuori dal territorio iraniano. Secondo i funzionari infatti la mancanza di gravi danni causati da Teheran potrebbe indurre Gerusalemme a cercare una risposta meno aggressiva. Anche perché gli alleati di Israele stanno facendo pressioni affinché non si arrivi a una guerra totale tra i due stati.

 

La minaccia iraniana

Il portavoce della Commissione per la Sicurezza nazionale del Parlamento iraniano, Abolfazl Amouei, ha dichiarato che se Israele dovesse rispondere all'attacco, l'Iran è "pronto a usare un'arma che non è stata mai utilizzata", ha riferito l'Iran International. Nella stessa dichiarazione, Amouei ha affermato che Israele dovrebbe considerare i suoi prossimi passi e "agire con saggezza".

 

Il ministro degli Esteri israeliano chiede sanzioni contro l'Iran

Intanto il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha inoltre chiesto alla comunità internazionale sanzioni sul programma missilistico iraniano. "Questa mattina ho inviato lettere a 32 paesi e ho parlato con dozzine di ministri degli Esteri e figure di spicco del mondo chiedendo che fossero imposte sanzioni sul progetto missilistico iraniano", ha scritto Katz su X. Da Israele è stata avanzata anche la richiesta che il Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche iraniane venga dichiarato un'organizzazione terroristica, "come un modo per frenare e indebolire l'Iran". Perché, ha evidenziato Katz, "l’Iran deve essere fermato adesso, prima che sia troppo tardi".

 

 

Al momento il gabinetto di guerra israeliano, che si è riunito per la seconda volta in 24 ore, è ancora diviso sulla risposta all'attacco iraniano. E la mancanza di una reazione imminente da parte di Israele sta convincendo gli alleati che una soluzione diplomatica possa essere possibile.

Cosa dice l'America

Il presidente Joe Biden ha affermato che gli Stati Uniti sono impegnati per la sicurezza di Israele, ma ha aggiunto che l'interesse primario è quello di evitare che il conflitto in Medio Oriente si inasprisca. Il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin ha reso noto di aver parlato ieri con il suo omologo israeliano Yoav Gallant per discutere "delle conseguenze degli attacchi" e per ribadire "che le forze statunitensi, israeliane e partner hanno contrastato in un’operazione difensiva combinata". Nella conversazione Austin ha espresso ancora una volta "il fermo sostegno degli Stati Uniti alla difesa di Israele", sottolineando però "l’interesse condiviso dei due paesi per la stabilità regionale".

L'intervento cinese

Anche la Cina è intervenuta. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha avuto una conversazione telefonica con il suo omologo iraniano, Hossein Amir-Abdollahian. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale cinese Xinhua, l'Iran avrebbe di nuovo espresso volontà di "esercitare moderazione" dopo l’attacco per "evitare un'ulteriore escalation del conflitto", ribadendo come questo sia stata una risposta all'attacco israeliano all'ambasciata iraniana a Damasco, in Siria.

 

 

In una telefonata con l'emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani, il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha detto che "l'attacco dell'Iran, volto a punire l'aggressore Israele, ha avuto successo e ora annunciamo con decisione che qualsiasi mossa di ritorsione contro l'Iran riceverà una risposta orribile, diffusa e dolorosa".

La reazione europea

In un’intervista al Monde Josep Borrell, dal 2019 alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri, ha dichiarato che "alcuni stati membri hanno più influenza su Israele di altri, in particolare la Germania, che ha ottimi rapporti con gli israeliani. Gli americani potrebbero, se volessero, utilizzare altre risorse, in particolare attraverso le loro forniture di armi a Israele. In passato hanno già preso decisioni vincolanti. Ma oggi non credo che vogliano usare le leve a loro disposizione".

La ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock ha chiesto all’Unione Europea di imporre nuove sanzioni sulla tecnologia dei droni iraniani. Baerbock oggi si recherà in Israele e incontrerà il ministro degli Esteri israeliano per fare il punto sulla situazione e cercare un'intesa per calmare le tensioni nella regione. Ai giornalisti ha detto che è importante per la Germania “in questi tempi fragili lavorare tutti insieme per contribuire alla riduzione dell’escalation” in medio oriente, sottolineando come il "comportamento aggressivo" dell'Iran ha l'obiettivo di "destabilizzare un'intera regione".

A Sky Tg24 il ministro della Difesa Guido Crosetto ha dichiarato: "Sono abbastanza convinto che ci dovrà essere una reazione di Israele ma non penso voglia aprire un ennesimo fronte di conflitto. Penso ci sarà una reazione ma mi auguro sarà contenuta, più tattica". Ha poi aggiunto: "L'attacco dell'Iran non può non avere conseguenze anche dal punto di vista internazionale". Per Crosetto "c'è stato un concorso di paesi in aiuto di Israele e questo continuerà da parte degli Stati Uniti, ma gli Stati Uniti non appoggeranno nessuna offensiva nei confronti dell'Iran e su questo sono stati chiari. Così come è stata chiara la comunità internazionale con Israele dicendo 'evitiamo di aprire un altro conflitto, di aprire un fronte di guerra ancora più vasto. Ma questo mi pare un ragionamento di buonsenso fatto anche nell'interesse di Israele".

 

Un sondaggio dice che la maggioranza della popolazione israeliana è contraria a una risposta armata

L’ultimo sondaggio dell’Università Ebraica di Gerusalemme ha evidenziato che il 52 per cento degli israeliani ritiene che Israele non dovrebbe contrattaccare l'Iran. Per il 74 per cento degli intervistati sono contrari a un contrattacco se ciò indebolisce l'alleanza di Israele con le potenze regionali e mondiali.

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