Keir Starmer - foto Ansa

Editoriali

Così anche Keir Starmer è diventato meno "green"

Redazione

Il leader dei Labour inglese ritira il suo piano verde multimiliardario, dice, non nel principio, ma nella cifra. 

A ogni promessa corrisponde il rischio di una brutta figura e questo Keir Starmer lo sa bene, tanto che alle prese di posizione preferisce i princìpi e di solito lascia che pure quelli siano vaghi. Con un’eccezione: i 28 miliardi di sterline all’anno di investimenti verdi annunciati nel lontano 2021 dalla sua cancelliera ombra, Rachel Reeves, e ufficialmente abbandonati ieri – non nel principio ma nella cifra, dice – per evitare che gli elettori facciano due più due e inizino a sospettare che il Labour possa mettere le mani in tasca ai cittadini. La decisione era nell’aria da tempo, la mirabolante cifra non la citava più nessuno da un po’, tranne lo stesso Starmer, che ha così prestato il fianco alla critica facile di Rishi Sunak, che di inversioni a U se ne intende: il laburista è “uno che ha massicciamente cambiato idea su tutta una serie di cose importanti”, ha attaccato il premier, affannandosi a recuperare la ventina di punti di sfavore che si ritrova nei sondaggi e i passi falsi che continua a inanellare in questo anno elettorale per il Regno Unito.

Più solido l’argomento di chi lamenta la totale incertezza in cui si trovano gli investitori nel paese, tra la Brexit e le promesse di un faraonico “piano di prosperità verde” di cui Starmer ha promesso che conserverà comunque alcuni punti, come la creazione di una società pubblica di energia pulita. Ma se nel 2021 il costo del denaro era minimo e la transizione da promuovere era quella verso un centrismo starmeriano che all’epoca, come spiegato dal Financial Times, suonava più come un “corbynismo competente”, oggi è la pancia del paese che va convinta che non c’è traccia di radicalismo o di ideologia nella nuova potenziale squadra di governo. Non c’è ancora una data per le elezioni, il tempo per riassorbire la figuraccia c’è, per Reeves è più importante dire che l’economia crescerà e il debito calerà e solo da lì potrà partire un futuro green.

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