il ritratto

La Wagner ha un nuovo capo e di cognome fa Prigozhin

Micol Flammini

Ha trascorso gran parte della sua vita in uniforme, collabora con la guardia nazionale, è giovane e ricchissimo, è stato in Siria e in Ucraina, sa pilotare droni. 

Pavel è un ragazzo di venticinque anni, ricchissimo. Ha trascorso gran parte della sua vita in uniforme: un’uniforme russa spesso senza insegne. Ha viaggiato per la Siria e l’Ucraina, e quando non era a osservare i campi di battaglia o a maneggiare droni, si aggirava per San Pietroburgo su macchine di lusso, tanto che una volta, appena presa la patente,  andò a sbattere contro un’altra automobile mentre era a bordo di una Mercedes, un regalo di suo padre. E proprio a suo padre è stato sempre molto affezionato, tanto da volerne ricalcare le orme. La collaborazione tra i due iniziò che lui, Pavel, era soltanto un bambino, e assieme a sua sorella partecipò alla scrittura di un libro di fiabe, di cui proprio lui  e sua sorella erano i protagonisti. Il libro si intitola Indraguzik, è il nome di fantasia del Pavel letterario, un bambino che si trova a vivere con la sua famiglia in un mondo fantastico, in  una casa su un lampadario, si sposta su giornali volanti e sul dorso di animali enormi ma docili. Nonostante il libro sia stato presentato come un prodotto della fantasia dei due bambini, l’unico autore e  inventore di questo universo a dimensione di infanzia è il  padre di Pavel,  Evgeni, uno degli uomini più spietati della Russia. Anche lui spesso in uniforme, è scomparso in agosto in un incidente che secondo molte ricostruzioni ha poco di accidentale, era audace tanto da sfidare il presidente russo,  forse pensando di essere intoccabile. Il cognome di Pavel è Prigozhin ed è stato proprio suo padre a marzo di quest’anno, prima ancora di cercare di marciare su Mosca e di sfidare apertamente il Cremlino, a scrivere nell’ultimo testamento che ogni suo bene sarebbe andato a suo figlio, cresciuto sui campi delle guerre combattute dal gruppo Wagner per conto del Cremlino. Pavel ha ereditato 12 miliardi di rubli, circa 116 milioni di euro, con l’obbligo di provvedere al mantenimento delle sue sorelle, di sua madre e dell’ultima moglie di Prigozhin. 


Un mese fa, il giovane Prigozhin diventava un giovane ricchissimo, con una ricchezza legata a molte clausole ma anche alla creatura di suo padre: la Wagner.  La compagnia esiste ancora ed è proprio Pavel a occuparsene in un modo molto diverso rispetto a quello di suo padre. La Wagner  ha ricominciato a reclutare nella zona di Perm, vicino a  Ekaterinburg, e agisce come una divisione della Guardia nazionale russa (Rosgvardia), quindi non più come gruppo indipendente. E’  inquadrata in un contesto statale, come Putin aveva invitato a fare gli uomini della compagnia e come Prigozhin padre non aveva voluto fare. E’ una Wagner nuova con insegne vecchie, non accetta mercenari che sono passati al ministero della Difesa dopo la marcia verso il Cremlino di inizio luglio, non accetta carcerati, non accetta neppure persone che abbiano già combattuto in Ucraina, ma soltanto civili dai venti ai cinquantacinque anni, offrendo compensi tra gli 800 e i 2.000 euro, a seconda della zona in cui verranno mandati. C’è un accordo ufficiale con la Guardia nazionale ed è stato proprio Pavel a concludere questo accordo coronato anche da un disegno di legge approvato dalla Duma che consente alla Rosgvardia di creare delle formazioni volontarie. E’ il primo atto politico di Pavel Prigozhin, che sta rivitalizzando la Wagner tenendo in piedi tutti i suoi affari e continuando a partecipare alla guerra contro l’Ucraina,  l’obiettivo principale di Vladimir Putin, il presidente russo,  che riesce ancora a mandare  avanti la sua macchina bellica e a rifornire l’esercito di soldati. I russi temono sempre meno una nuova mobilitazione, che potrebbe non esserci mentre si avvicinano le elezioni presidenziali che il capo del Cremlino vuole si tengano in un clima in cui la guerra è soltanto lontana, allontanata ancora di più dal fatto che il conflitto  tra Israele e Hamas ha distratto l’attenzione. 

 

La Wagner ha sempre combattuto le guerre nascoste di Putin e secondo l’intelligence americana potrebbe fornire al gruppo libanese Hezbollah, armato dall’Iran con lo scopo di fare guerra a Israele, un sistema di difesa aerea. I contatti tra i mercenari russi e i miliziani sciiti non sono nuovi, si sono già incontrati in Siria,  dove, come ammise Prigozhin padre per elogiare suo figlio, c’era anche Pavel. 

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  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.