Editoriali

L'ambiguità della Cina sul terrorismo

Redazione

Nessuna condanna a Hamas, ma in Xinjiang c’è “tolleranza zero” per gli estremisti

Ieri per la prima volta dall’attacco terroristico del 7 ottobre da parte di Hamas nei confronti di Israele, il leader cinese Xi Jinping ha rilasciato delle dichiarazioni in merito al conflitto. Ha detto che “la massima priorità ora è un cessate il fuoco il prima possibile” e che la via d’uscita fondamentale” dalla guerra tra Israele e il gruppo terroristico è “una soluzione a due Stati per creare una Palestina indipendente”. Anche in quest’occasione, proprio come negli scorsi giorni e proprio come nell’invasione dell’Ucraina, ha condannato la violenza senza attribuire colpe, e soprattutto non ha denunciato Hamas.

Lo sforzo diplomatico di Pechino degli ultimi giorni è piuttosto uno sforzo di equilibrismo: nei primi giorni ha invitato alla moderazione da entrambe le parti condannando la violenza, ma senza esprimersi ulteriormente, e suscitando reazioni dai funzionari israeliani, che si aspettavano una condanna e un sostegno più forte. Poi sabato scorso il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha dichiarato al suo omologo saudita che “le azioni di Israele sono andate oltre l’ambito dell’autodifesa”, sbilanciandosi dalla parte palestinese. La Cina ha rapporti di lunga data con l’Autorità palestinese ma negli ultimi anni ha approfondito i legami economici anche con Israele. Eppure la sua astensione dal definire l’attacco di Hamas come terrorismo mette in luce la contraddizione tutta cinese rispetto alle politiche che adotta nella regione dello Xinjiang. Xi Jinping non condanna il terrorismo islamico di Hamas ma nei confronti di quella che secondo Pechino è una minaccia di terrorismo islamico nella sua regione turcofona il metodo è “tolleranza zero”. Una regione in cui ormai da anni il Partito comunista cinese cerca di eliminare e “sinizzare” la minoranza uigura in campi di rieducazione che vengono descritti dagli stessi uiguri come prigioni a cielo aperto, usando come pretesto la scusa del  terrorismo. Tolleranza zero, ma non nei confronti di Hamas, solo in Cina.

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