◉ I PRINCIPALI FATTI DI OGGI

Colpito un ospedale a Gaza: almeno 200 le vittime. Israele non conferma

Hamas diffonde il video di un ostaggio, mentre Netanyahu rassicura le loro famiglie. Domani l'incontro con Biden che tenta la strada diplomatica per evitare l'escalation

Il rullo del Foglio: tutto quello che è utile sapere – e niente di più – per capire cosa succede dopo l'attacco di Hamas a Israele


 

Israele dichiara che l'esplosione è stata causata da un fallito lancio di un razzo di Hamas

Le Forze di Difesa Israeliane (Idf) hanno dichiarato che un'indagine iniziale mostra che l'esplosione nell'ospedale di Gaza City è stata causata da un fallito lancio di un razzo di Hamas.  La dichiarazione dell'Idf afferma che "un ospedale è un edificio altamente sensibile e non è un obiettivo dell'Idf. L'Idf sta indagando sulla fonte dell'esplosione e, come sempre, dà priorità alla precisione e all'affidabilità." "Invitiamo tutti a procedere con cautela nel segnalare affermazioni non verificate di un'organizzazione terroristica."


 

Colpito un ospedale a Gaza City, il portavoce del ministero della Sanità di Gaza riporta almeno 200 vittime e centinaia di feriti sotto le macerie

Il ministero della Sanità nella Striscia di Gaza, guidato da Hamas, afferma che nell'esplosione sull'ospedale al-Ahli di Gaza City sarebbero morte almeno 200 persone e centinaia rimaste ferite. Sempre secondo il ministero guidato da Hamas l'esplosione sarebbe stata causata da un attacco aereo israeliano.  L'ufficio stampa del governo di Hamas a Gaza ha definito l'attacco all'ospedale nella Striscia un “crimine di guerra” e in un comunicato stampa ha aggiunto che "l'ospedale ospitava centinaia di malati e feriti, nonché persone sfollate con la forza dalle loro case". 

Il presidente Mahmoud Abbas dell'Autorità Palestinese avrebbe dichiarato tre giorni di lutto per le vittime dell'esplosione, secondo la Wafa, l'agenzia di stampa ufficiale palestinese. Abbas secondo un alto funzionario palestinese avrebbe anche annullato la sua partecipazione all’incontro previsto mercoledì con il presidente americano Joe Biden e altri leader del medio oriente.

       


È morto uno dei tre italo-israeliani dispersi dopo l'attacco di Hamas

È morto Eviatar Moshe Kipnis, uno dei tre italo-israeliani di cui non si avevano più notizie dall'attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre. La Farnesina ha confermato che le autorità israeliane hanno certificato, attraverso l'esame del Dna, il decesso dell'uomo. Con lui era scomparsa anche la moglie Liliach Le Havron dal kibbutz di Beeri, dove sono stati trovati 108 cadaveri. Non ci sono conferme sulla sorte della moglie.

"Con grande tristezza confermo il decesso di Eviatar Moshe Kipnis, cittadino italo-israeliano disperso dopo l'attacco terroristico di Hamas in Israele", scrive su X il ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Sono vicino alla famiglia, in particolare ai suoi due figli che ho conosciuto durante la mia missione a Tel Aviv".

  

    

Non si sa ancora nulla neanche del terzo italo-israeliano disperso, Nir Forti, trentenne originario di Tel Aviv. Forti aveva partecipato, insieme alla sua fidanzata israeliana, al Nova Music Festival di Be’eri. In quell'occasione sarebbe rimasto ferito, come hanno confermato i suoi genitori al Tg3. "Siamo riusciti a parlare solo con un suo amico, lui ha detto che ha visto che hanno sparato a Nir nella parte superiore del torace".


    

Ho la piena responsabilità del fallimento dell’intelligence, dice il capo dei servizi segreti Haliva

Il capo dei servizi segreti delle Forze di difesa israeliane (Idf) si è dichiarato colpevole delle carenze dell'intelligence che hanno portato Hamas a realizzare il suo enorme attacco contro Israele il 7 ottobre. In una lettera alle truppe, il maggiore generale Aharon Haliva ha scritto: "La direzione dell'intelligence militare, sotto il mio comando, non è riuscita ad avvisare dell'attacco terroristico effettuato da Hamas. Abbiamo fallito nella nostra missione più importante e, in quanto capo della direzione dell’intelligence militare, mi assumo la piena responsabilità del fallimento". Haliva ha detto che ci sarà un'indagine "approfondita e completa", ma che al momento l'unico compito dell'Idf è quello di "reagire e vincere". Il contenuto della lettera è stato pubblicato dai media israeliani e confermato dall'agenzia di stampa Reuters.


   

Re Abdullah: "Nessun rifugiato in Giordania, nè in Egitto" 

Il re di Giordania Abdullah ha avvertito Israele di non spingere i rifugiati palestinesi in Egitto o in Giordania e ha aggiunto che la situazione umanitaria deve essere affrontata all'interno di Gaza e in Cisgiordania. "Questa è una linea rossa, perché penso che questo sia il piano di alcuni dei soliti sospetti per cercare di creare problemi di fatto sul terreno. Nessun rifugiato in Giordania, nessun rifugiato in Egitto", ha detto il re, dopo un incontro con il cancelliere tedesco Olaf Scholz a Berlino.

    


    

Israele ha ucciso un altro comandante di Hamas

Un attacco aereo israeliano a Gaza ha ucciso il comandante Ayman Nofal, hanno detto le Brigate al Qassam, braccio armato di Hamas. 


    

 Ancora fermi i camion di aiuti dall'Egitto

I camion egiziani carichi di aiuti umanitari si sono avvicinati oggi al valico di Rafah, l'unico per Gaza non controllato da Israele, ma senza alcun accordo in vigore e con la parte palestinese del valico ancora chiusa, non è chiaro quando potrebbero attraversarlo. Almeno 49 persone sono state uccise nel bombardamento israeliano notturno di Rafah e della vicina città di Khan Younis, ha detto il ministero dell'Interno di Gaza.

 

L’Egitto sostiene che il valico non è chiuso ufficialmente ma che è inutilizzabile a causa degli attacchi aerei israeliani sul lato di Gaza. "Per quanto ci riguarda, il valico di Rafah dalla nostra parte è ufficialmente aperto", ha detto il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry al programma Newshour della Bbc.

 

Dopo nove ore di negoziati, il segretario di stato americano Antony Blinken ha detto oggi di aver concordato con Israele "di sviluppare un piano" per portare aiuti nella Striscia. 

 

Martedì mattina presto circa 160 camion hanno lasciato al Arish, nella penisola egiziana del Sinai, dove centinaia di tonnellate di aiuti attendono un accordo per essere consegnati, ha detto a Reuters Ahmed Salem della Sinai Foundation.


 

Le parole dell'Idf sullo status futuro di Gaza e sull'invasione di terra

Lo status della Striscia di Gaza dopo l'assalto pianificato da parte di Israele sarà una "questione globale" su cui discutere a livello internazionale, ha detto un portavoce militare israeliano. Lo scrive l'agenzia Reuters"Tutti gli scenari restano aperti", ha detto durante una conferenza stampa il ​​contrammiraglio Daniel Hagari, capo dell'unità del portavoce dell'Idf,in risposta alla domanda se Israele intenda occupare completamente la Striscia. Hagari ha detto che l'esercito ha "presentato un piano operativo" al governo israeliano ma non lo ha spiegato.

 

Oltre alla spinosa questione degli ostaggi stranieri a Gaza, gli israeliani devono confrontarsi anche con il loro partner principale a Wahington. Gli Stati Uniti stanno infatti guidando gli sforzi diplomatici e domani lo stesso presidente americano sarà in Israele. Una volta che la guerra si intensificherà, i più stretti alleati di Israele vogliono essere sicuri di aver fatto tutto il possibile per proteggere i civili e per impedire che lo scontro esploda in un conflitto molto più ampio.

 

Ieri il presidente Joe Biden ha avvertito Gerusalemme che un'occupazione israeliana di Gaza sarebbe "un grosso errore". Ospite del programma tv '60 Minutes' della Cbs, Biden ha detto che Hamas deve essere completamente eliminato, ma che deve esserci anche una strada verso uno stato palestinese. "Hamas non rappresenta tutti i palestinesi", ha dichiarato Biden. L'ambasciatore israeliano all'Onu, Gilad Erdan, è intervenuto, in seguito alle parole di Biden, per dire che da parte di Israele non c'è "alcun interesse ad occupare Gaza o a restarci. Ma poiché stiamo lottando per la nostra sopravvivenza, l'unico modo, come ha detto lo stesso presidente Biden, è annientare Hamas: dovremo fare tutto il necessario per distruggere il loro potenziale". 

  

L'esercito israeliano si sta preparando intanto per le prossime tappe nella guerra contro Hamas ma i piani potrebbero essere diversi dall'attesa invasione via terra della Striscia, ha detto il portavoce militare dell'Idf, il tenente colonnello Richard Hecht. "Ci stiamo preparando ma non abbiamo detto quali piani saranno. Tutti parlano dell'offensiva di terra. Potrebbe essere qualcosa di diverso". 

 

Secondo Lyse Doucet, capo corrispondente internazionale della Bbc, che ora si trova nel sud del paese, queste "dichiarazioni suggeriscono addirittura che un attacco sia imminente. Mantenere un esercito mobilitato in attesa troppo a lungo potrebbe influire sulla sua preparazione e sul morale". Le forze di Israele si sono mobilitate, l’artiglieria e i mezzi corazzati si sono spostati lungo il confine di Gaza e anche su altri confini. "Potrebbe esserci o meno un ritardo. C'è stata una forte pioggia in questa regione e il meteo conta in guerra", ha aggiunto Doucet.


  

500 mila sfollati in Israele, oltre un milione a Gaza
 

L'esercito israeliano ha comunicato che ammonta a mezzo milione il numero di sfollati interni di Israele dal 7 ottobre, giorno in cui Hamas ha lanciato l'attacco terroristico. "Tutte le comunità intorno alla Striscia di Gaza sono state evacuate secondo le direttive del governo. Non vogliamo civili vicino alla zona di combattimento", ha detto Jonathan Conricus, portavoce dell'Idf - le forze di difesa israeliane. Ma anche a nord, al confine tra Israele e Libano, dove si registrano tensioni con Hezbollah, i cittadini hanno lasciato le loro case. 
 
Anche a Gaza la situazione si fa sempre più difficile: qui gli sfollati sarebbero più di un milione, mentre proseguono i lavori diplomatici per consentire a una parte di questi di lasciare la zona, entrando in Egitto, e al contempo per permettere agli aiuti umanitari di entrare nelle Striscia. 

Continuano la trattative per l'apertura del valico di Rafah. Una situazione che riguarda anche alcuni cittadini italiani. "Sono una dozzina e si trovano vicino a Rafah. Speriamo che oggi possano uscire dalla Striscia di Gaza e raggiungere l’Egitto", ha spiegato questa mattina il ministro degli Esteri Antonio Tajani, parlando a Radio anch’io. "Sono in corso trattative e per noi questa è la priorità. Abbiamo rimpatriato turisti e pellegrini, stiamo cercando di farlo anche per coloro che si trovano nella Striscia". 


 

Il primo video di uno degli ostaggi di Hamas

Ieri sera il gruppo terroristico ha pubblicato il video di una ragazza presa in ostaggio sabato 7 ottobre durante il rave parti attaccato dai terroristi, nel sud di Israele. La giovane donna si chiama Mia Schem, è franco-israeliana, ha 21 anni ed è il primo video diffuso dai miliziani di Hamas, che ha nelle sue mani circa 200 ostaggi. Nel video si vede la ragazza che riceve cure mediche per una ferita sopra il gomito destro e una persona che, fuori dall’inquadratura, le fascia il braccio. “Al momento sono a Gaza”, dice. Il video si conclude con la sua richiesta di essere restituita a Israele: "Chiedo solo di essere restituita il più velocemente possibile alla mia famiglia, ai miei genitori e ai miei fratelli", dice. "Per favore, fateci uscire di qui il più presto possibile."

 

 

Il portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf) Daniel Hagari ha detto riguardo al video: “Questo è terrorismo psicologico di Hamas contro i cittadini di Israele. Ci aspettiamo altri video come questo. In questo video Hamas cerca di presentarsi come un’organizzazione umanitaria mentre in realtà è un gruppo terroristico omicida”. Secondo il portavoce delle Idf bisogna chiedersi "come ha fatto una ragazza di 21 anni che era andata a una festa a ballare, a finire per essere rapita da un gruppo terroristico omicida e tenuta prigioniera nel cuore di Gaza?”.

   

La madre di Maya Sham, la ragazza rapita da Hamas (LaPresse) 
  

Secondo un'analisi del New York Times, i metadati contenuti nel file video indicano che una parte del filmato è stata girata almeno sei giorni fa. La madre della ragazza, Keren Schem, ha detto di aver parlato l'ultima volta con sua figlia il 6 ottobre, il giorno prima dell'attacco. "Supplico tutto il mondo: riportate a casa la mia bambina" ha detto ai media. 

Sul Foglio abbiamo raccontato l'organizzazione delle 800 famiglie israeliane che condividono storie simili: si sono costituite in un comitato, assistite da un team di legali e di negoziatori. “Stiamo lavorando su diversi canali”, ha detto al Foglio Ya’akov Peri, ex capo dello Shin Bet (i servizi di sicurezza interni) e negoziatore. 


  

Sul campo: tensioni al confine tra Israele e Libano. Nuovi razzi da Gaza

Le forze di difesa Israeliane riferiscono su X di colpi d'arma da fuoco nella città di Metulla, al confine con il Libano. L'Idf ha anche annunciato di aver colpito "obiettivi terroristici di Hezbollah", attraverso attacchi aerei. Ma le operazioni principali si svolgono sul fronte che riguarda la Striscia di Gaza. Sempre l'esercito israeliano ha diffuso un video di un attacco aereo che avrebbe colpito durante la notte, "un quartier generale militare di Hamas e neutralizzato uno dei terroristi". Secondo i media israeliani, inoltre, questa mattina hanno risuonato le sirene nel sud di Israele, dopo che da Gaza sono stati lanciati missili.

  


  

Il quadro di questa mattina

La diplomazia continua a lavorare per scongiurare una nuova escalation e un allargamento del conflitto tra Israele e Hamas. Dopo il viaggio a Tel Aviv del segretario di stato americano Antony Blinken - che ha incontrato nelle scorse ore il premier israeliano Netanyahu, passando poi per Qatar, Bahrain, Arabia Saudita ed Egitto - domani è atteso in Israele Joe Biden. Lo conferma con una nota la Casa Bianca: il presidente americano vuole "dimostrare il suo fermo sostegno a Israele di fronte al brutale attacco terroristico di Hamas e consultarsi sui prossimi passi". Poi Biden andrà ad Amman, in Giordania, dove incontrerà re Abdullah, il presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi e il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas. Qui, sottolinea la Casa Bianca in una nota, "ribadirà che Hamas non rappresenta il diritto del popolo palestinese alla dignità e all’autodeterminazione e discuterà le necessità umanitarie dei civili a Gaza". 

Ieri sera l'inquilino della Casa Bianca ha avuto un colloquio telefonico con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che proprio oggi si recherà in Israele - in programma c'è un colloquio con Netanyahu - prima di volare in Egitto per incontrare il presidente al Sisi.  Sul campo, intanto, proseguono i preparativi dell'esercito israeliano per l'operazione di terra, mentre le condizioni umanitarie nella striscia di Gaza si fanno sempre più difficili. 

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