Editoriali

La “Mediazione” cinese in Medio oriente

Redazione

L’inviato Zhai Jun chiede il cessate il fuoco. Nessuna condanna a Hamas

Mentre  a Pechino si apre il Terzo forum della Via della Seta con Vladimir Putin come ospite d’onore, la Repubblica popolare cinese cerca di promuovere  un cessate il fuoco in medio oriente con un inviato speciale, Zhai Jun. Zhai è inviato dal governo cinese nell’area già dal 2019, ha quasi settant’anni ed è un diplomatico di lungo corso: è stato ambasciatore in Libia, viceministro degli Esteri cinese e dal 2014 al 2019 è stato ambasciatore in Francia e a Monaco. Secondo una dichiarazione del ministero degli Esteri  Zhai sarebbe al lavoro già dalla settimana scorsa, venerdì ha incontrato in Cina rappresentanti della Lega araba per una “sessione di emergenza sulla crisi in Israele e Gaza in cui ha espresso “l’urgenza nel ritornare alle basi corrette della soluzione dei due stati per realizzare la coesistenza pacifica dei due stati di Palestina e Israele”, mentre questa settimana visiterà i “paesi rilevanti della regione”.

 

 

Dopo essersi intestata il ruolo di mediatrice nell’accordo tra Iran  e  Arabia Saudita, la Cina vuole presentarsi anche in questo conflitto come potenza pacificatrice, come nell’invasione russa dell’Ucraina. Eppure Putin, con un mandato d’arresto emanato dalla Corte penale internazionale, oggi siede a Pechino  impunito e il governo di Xi Jinping non ha mai condannato gli orrori russi a Kyiv, etichettandoli come una semplice “crisi” e mai con il loro vero nome, cioè guerra d’invasione. Anche questa volta molti funzionari occidentali e soprattutto israeliani non credono alla neutralità cinese e pensano che lo scopo dei colloqui di Zhai Jun non sarà  la mediazione, ma solo un’occasione di  avvicinamento agli stati arabi per ottenere il loro sostegno all’agenda globale di Pechino. Sin dall’inizio dell’attacco terroristico di Hamas contro Israele la Cina si è schierata  a favore della causa palestinese e il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ha condannato la violenza contro i civili senza mai denunciare Hamas per nome.

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