Sfide industriali
Apple vince su Huawei perché è un'azienda senza autoritarismi alle spalle
La chiave per comprendere la scelta di Pechino di vietare l’utilizzo di iPhone ai funzionari del governo cinese non è la cybersicurezza ma favorire la crescita di brand locali
L’iPhone non si ferma. Come rivela il New York Times, nel corso degli ultimi cinque anni il telefono di Apple ha aumentato le vendite in quattro delle regioni più grandi del mondo: Europa, India, Giappone e Cina. Negli Stati Uniti, invece, uno smartphone venduto su due è di casa Apple, a conferma del dominio del mercato nativo dell’azienda. A stupire, però, sono i risultati fuoricasa, in particolare in Asia, dove Apple convince e converte gli utenti Android, rosicchiando quote di mercato alla concorrenza – anche grazie all’attenzione per la privacy che la contraddistingue da tempo.
Da questo punto di vista ogni confronto con i brand cinesi parla da sé: da una parte la cinese Huawei che propone un modello che supporta anche BeiDou, il sistema Gps cinese strettamente collegato al governo; dall’altra Apple, che già nel 2015 rifiutava di fornire all’Fbi una chiave per sbloccare il telefono di una persona incriminata (il rischio era che quella chiave diventasse un passe-partout per qualunque iPhone, e Apple si ribellò). Questa può essere la chiave per comprendere la scelta di Pechino di vietare l’utilizzo di iPhone ai funzionari del governo cinese: non tanto la cybersicurezza, che non sembra essere un problema, ma la necessità di favorire la crescita di brand locali. Come la stessa Huawei, che lo scorso mese ha presentato un modello molto discusso perché sarà venduto solo nel mercato interno e sembra dotato di un chip che tecnicamente dovrebbe essere impossibile da realizzare per l’azienda cinese.
Misteri industriali a parte, la decisione anti-iPhone della Cina può essere letta come un’ennesima conferma della potenza di Apple nel mercato cinese, dove le vendite crescono nonostante tutto, la pandemia, la guerra commerciale con gli Stati Uniti, la crisi economica. E quindi si passa alle maniere forti, con l’obiettivo di aumentare le vendite di Huawei. Ma l’autoritarismo applicato al mercato tech può funzionare?