(foto Ap)

Lo sbarco dei russi

La Georgia accoglie i turisti di Mosca tra le proteste. Gli slogan nella città di Batumi

Pietro Guastamacchia

La protesta contro la nave Astoria Grande si è trasformata in una protesta contro il governo del premier Garibashvili, che continua a mantenere il governo sospeso tra Russia ed Europa

Tbilisi. Per terra, per aria e per mare, l’invasione dei turisti russi in Georgia continua e l’arrivo della nave da crociera Astoria Grande, partita dal porto russo di Sochi, nella città georgiana sul Mar Nero di Batumi scatena un ondata di proteste. Giovedì l’arrivo della nave era stato già lievemente contestato, alcuni manifestanti si erano radunati al porto con bandiere della Georgia e dell’Ucraina. Poi la presenza a bordo di alcune celebrità minori dell’universo putiniano e le interviste, registrate dai media dell’opposizione, ai turisti russi che non curanti delle proteste hanno elargito il campionario russo-sciovinsta alle telecamere ricordando che “la Georgia appartiene ancora all’Urss” o che  “la Russia in Ucraina e in Georgia si sta solo difendendo dagli attacchi della Nato” o che “i veri occupanti siano in realtà i georgiani che per anni hanno occupato l’Abkhazia” hanno aumentato il fastidio e la rabbia dei manifestanti. Hanno fatto il giro del paese anche le immagini di un pensionato che a torso nudo si bacia i bicipiti davanti alle proteste mostrando la bandiera della Russia cucita sulla borsetta della moglie.

 

A rendere ancora più provocatorio il caso è stata l’ammissione di diversi turisti russi di aver visitato nei giorni precedenti l’Abkhazia, regione della Georgia autoproclamata indipendente e attualmente occupata dall’esercito russo. Stando alla legge georgiana sui Territori occupati infatti è vietato l’accesso alle regioni occupate dai valichi di frontiera con la Russia. L’infrazione comporta un reato penale,  che però non è stato contestato ai turisti russi in visita a Batumi. Nel fine settimana la rabbia è aumentato prima in versione social, poi la crociera è diventata un caso nazionale, l’ennesima esplosione di malessere verso i rapporti sempre più amichevoli con a Mosca voluti dall’attuale governo guidato dal partito Sogno georgiano, il braccio politico dell’impero dell’oligarca Bidzina Ivanishvili. A sostegno dei manifestanti ha parlato invece la presidente della repubblica, Salomé Zurabishvili che ha detto di essere  “orgogliosa del nostro popolo che protesta pacificamente contro l’ultima provocazione russa”. Nel dibattito si è infilata anche l’ambasciatrice americana in Georgia che, inseguita dalle telecamere lunedì pomeriggio, ha precisato che “nessuno dovrebbe aspettarsi che i georgiani accolgano persone provenienti da un paese che occupa il 20 per cento del loro territorio”.

 

Per Irakli Kobakhidze, presidente di Sogno georgiano, il comportamento dei manifestanti invece è stato “rozzo e senza rispetto”. Kobakhidze, assieme al premier Garibashvili è andato in questi giorni in Cina per firmare un memorandum d’intesa sulle relazioni commerciali bilaterali, è uno dei promotori della politica di apertura verso Mosca: una politica di difesa degli interessi commerciali della Georgia, spiegano i leader. La decisione sta fruttando un periodo di crescita economica, grazie all’aumento dell’interscambio commerciale con la Russia che a causa della sanzioni è alla ricerca di partner, ma sta minando, forse per sempre, le aspirazioni europee della Georgia.

 

La protesta contro la nave si trasforma quindi in una protesta contro il governo e nella notte tra domenica e lunedì mentre la Astoria Grande preparava le procedure di imbarco dei turisti a Batumi sono incominciati i blocchi stradali e la polizia è stata costretta a scortare i russi sulla nave. Tra le proteste c'è anche l’iconico slogan ucraino “nave da guerra russa vaffanculo”, con l’augurio, da parte di alcuni, che la nave da crociera russa possa seguire l’incrociatore Moskva sul fondo del Mar Nero. Se l’obiettivo era far sentire i russi indesiderati, è stato centrato. Lunedì pomeriggio la Astoria Grande ha depennato Batumi dalle destinazioni possibili sul suo sito. Quella della nave da crociera però con ogni probabilità non sarà l’ultima polemica di una stagione turistica che si è aperta con la riattivazione dei voli diretti Mosca-Tbilisi a giugno e che sempre di più appare come un test per l’esecutivo per capire quanto può osare nel rimanere in bilico tra Europa e Russia.

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