Foto dal canale YouTube di Radio Free Europe/Radio Liberty 

L'intervista

L'influenza russa e il sabotaggio dell'aspirazione europea in Georgia. Parla Gvaramia

Pietro Guastamacchia

Da Lisbona a Tblisi. Il giornalista, oppositore ed ex ministro della giustizia georgiano racconta la sua prigionia. È stato graziato un mese fa dopo oltre un anno di carcerazione a seguito di una sentenza “politica e senza fondamento”

“Scusami se parlo tanto, ma è che sono stato in cella troppo a lungo e ho molte cose da dire, e voglio dirle tutte”. Nika Gvaramia, giornalista, oppositore ed ex ministro della giustizia georgiano, graziato un mese fa dopo oltre un anno di carcerazione a seguito di una sentenza “politica e senza fondamento”, racconta al Foglio che la sua prigionia “è stata solo un tassello dell’opera di sabotaggio dell’aspirazione europea” del proprio paese. “L’attuale governo della Georgia, guidato da Sogno georgiano, sta cercando di fare di tutto per sabotare la strada del paese verso l’Unione europea”, spiega Gvaramia tenendo in mano i suoi iconici e spessi occhiali da vista, “ma attenzione, perché vogliono fare in modo che sembri che sia l’Ue a rifiutare la Georgia, e infatti ogni volta che la concessione dello status di paese candidato da parte di Bruxelles si avvicina, fanno qualcosa di inaccettabile per Bruxelles: il mio arresto è stata una di queste cose, dopo è venuta la legge contro le ong, poi la riapertura dei voli diretti con Mosca e la prossima potrebbe riguardare proprio Saakashvili”.

Gvaramia, oltre a essere stato ministro dell’ex presidente Mikheil Saakashvili nel 2008, negli ultimi anni è stato anche il suo avvocato, spiega che per punire i membri del governo “bisognerebbe concedere alla Georgia lo status di paese candidato lo stesso, certo se lo rivenderebbero come una vittoria, ma sul lungo termine li metterebbe in crisi, perché Sogno georgiano ha scelto la via della Russia”. “Bisogna essere chiari su questo, non ci sono problemi di malgoverno in Georgia, il problema è l’influenza russa, il problema è che il fondatore di Sogno georgiano, Bidzina Ivanishvili, come tutti gli oligarchi che si sono arricchiti in Russia negli anni ’90, pensa che Putin sia imbattibile ed è convinto che l’Ucraina, e l’Europa intera, perderanno la guerra con la Russia, pertanto vuole riportare il paese nell’orbita di Mosca”, dice Gvaramia. “La carcerazione di Misha”, come tutti in Georgia chiamano Saakashvili, “non è altro che un messaggio chiaro da parte di Ivanishvili per far sapere al paese che lui ha il potere di decidere sulla vita o la morte del suo principale avversario, è la metamorfosi di Ivanishvili in un dittatore”, continua il giornalista.

A rendere espliciti i piani del partito di governo di riportare la Georgia nella sfera d’influenza di Mosca, stando all’oppositore ed ex direttore del canale televisivo Rustavi 2, “è il ricorso costante all’uso delle menzogne della propaganda russa, le stesse che si sentono in Europa, soprattutto in paesi come Polonia e Ungheria”. “Chiaramente non può essere usata la solita retorica contro i rifugiati, visto che in Georgia sono prevalentemente russi, o la solita favola del nemico storico, spesso usata contro i tedeschi, visto che il nemico storico della Georgia è la Russia”, e quindi nella cassetta degli attrezzi della propaganda del Cremlino secondo l’ex ministro “rimane solo la retorica anti lgbt”, ampiamente sfruttata dall’attuale esecutivo, e “la bizzarra e falsa retorica secondo cui assecondare le guerre di Mosca significa difendere la pace in Europa, o in Georgia”, teoria più volte ripetuta dall’attuale premier Irakli Garibashvili.

Secondo il giornalista saranno le elezioni del 2024 a essere la vera cartina tornasole sul futuro politico del paese, “l’opposizione deve fare i propri compiti e trovare facce nuove che sappiano coinvolgere questa nuova generazione europea che vediamo ogni giorno nelle piazze”, continua Gvaramia, “ma attenzione, Sogno georgiano farà di tutto per falsare il voto, questa volta l’Europa e l’America devono fare qualcosa di più che alzare semplicemente la voce come alle ultime elezioni del 2020. Nel 2012, quando fu Hillary Clinton stessa a intimare a Saakashvili di accettare la sconfitta e permettere un pacifico passaggio di consegne, Misha lo fece, mi auguro che possa accadere lo stesso nel 2024”. “Detto ciò  io sono assolutamente convinto che la Georgia entrerà presto o tardi in Ue”, dice Gvaramia: “L’Europa va da Lisbona a Tbilisi, l’ha detto il cancelliere Scholz e questa è forse, per noi, la frase più decisiva dell’ultimo decennio”. “A voler essere ambiziosi in realtà l’Europa va da Lisbona a Yerevan, questa infatti è un’occasione da non perdere perché l’Armenia con Pashinyan ha una leadership coraggiosa ed europea”, riprende  l’ex ministro, “stanno per cambiare molti equilibri, il disfacimento della Russia come la conosciamo oggi è ormai inevitabile, andrà oltre gli Urali senza dubbio, e credo che anche nel Caucaso tutto ciò porterà presto a grandi cambiamenti”.

Di più su questi argomenti: