Rishi Sunak e Ursula von der Leyen (Ansa)

Editoriali

Inglesi ed europei trovano una bozza d'accordo su Horizon. Londra è più vicina

Redazione

Il Regno Unito potrebbe rientrare all’inizio del 2024 nel programma di ricerca europeo Horizon, che ha un budget di 95,5 miliardi di euro. La Brexit costa troppo e il premier britannico Rishi Sunak se ne è accorto

Dopo mesi di negoziazioni, stamattina Londra e Bruxelles hanno annunciato di aver trovato un accordo per il rientro del Regno Unito nel programma di ricerca scientifica Horizon Europe e nel programma di osservazione Copernicus Earth. "L'Ue e il Regno Unito sono partner e alleati strategici fondamentali e l'accordo di oggi lo dimostra", ha affermato in una nota la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. “Continueremo a essere in prima linea nella scienza e nella ricerca globale”. Prima della Brexit, il Regno Unito era uno dei principali beneficiari del programma Horizon: l'accordo di oggi è un altro passo di riavvicinamento all'Ue.


 

I negoziatori di Londra e di Bruxelles si sono messi d’accordo sul reintegro del Regno Unito nel programma di ricerca europeo Horizon, dopo mesi di trattative. Il premier britannico, Rishi Sunak, vedrà la bozza dell’accordo questo fine settimana prima dell’incontro con la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, previsto per martedì prossimo a margine del vertice della Nato a Vilnius. Secondo la bozza, il Regno Unito rientrerà all’inizio del 2024 in Horizon Europe – che ha un budget di 95,5 miliardi di euro per il periodo 2021-2027 – e nel programma d’osservazione Copernicus Earth, ma non, almeno per il momento, nel programma di ricerca e sviluppo sull’energia nucleare, Euratom. Londra aveva formalmente abbandonato questi progetti di collaborazione europea nel gennaio del 2020, quando era uscita dall’Ue, e in questi tre anni le trattative per ripristinare i contatti con il Regno diventato “paese terzo” si erano più volte impantanate.

 

A marzo, dopo che finalmente si erano sbloccate le diatribe sul Protocollo nordirlandese, il dialogo era ripartito su altre basi ché con l’arrivo di Sunak a Downing Street l’approccio al divorzio della Brexit si è trasformato: il buon senso ha avuto il sopravvento sull’ideologia, anche se il premier ha dovuto lavorare in silenzio e seminascosto per non doversi scontrare ogni momento con gli intransigenti della Brexit. Sunak ha preso consapevolezza del fatto che i cosiddetti “dividendi” del divorzio dall’Ue non si sono concretizzati e anzi i costi in termini di esportazioni, crescita lenta, immigrazione, collaborazione con università e centri di ricerca sono aumentati notevolmente. I negoziati su Horizon sono andati per le lunghe proprio per questo impoverimento strutturale che gli inglesi volevano compensare con uno sconto sul loro contributo finanziario al progetto.  Se martedì dovesse esserci infine la firma sull’accordo, il Regno Unito farebbe un altro passo di riavvicinamento all’Ue: la Brexit non è certo finita, ma non brilla più nemmeno agli occhi dei suoi tramortiti architetti.

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