Ansa

A Bruxelles

La guerra sta incrinando il potere russo, dice l'Ue, che va rapida sul sostegno a Kyiv 

David Carretta

"Ora è il momento di continuare a sostenere l’Ucraina più che mai”, ha spiegato l’Alto rappresentante Borrell, dopo che la tentata insurrezione di Prigozhin ha svelato le fragilità del Cremlino. Intanto i ministri europei hanno concordato di iniettare altri 3,5 miliardi di euro nella European peace facility, lo strumento per finanziare le forniture di armi

Bruxelles. “Il mostro creato da Vladimir Putin con la guerra in Ucraina si è rivoltato contro il suo creatore”, ha detto ieri l’Alto rappresentante dell’Unione europea, Josep Borrell, introducendo la discussione tra i ministri al Consiglio Affari esteri sulla “insurrezione armata abortita” di Evgeni Prigozhin sabato. Il mostro è la milizia Wagner, creatura di Putin, che ha concesso al suo ex cuoco enorme potere, al punto da poter marciare fino a 200 chilometri da Mosca indisturbato minacciando di portare al potere “un nuovo presidente”. Ma è il mostro è soprattutto l’aggressione lanciata contro l’Ucraina il 24 febbraio del 2022, che con i fallimenti militari sta mostrando le debolezze strutturali delle istituzioni putiniane e di quello che era considerato il secondo esercito al mondo.

 

Quello che è accaduto questo fine settimane dimostra che la guerra contro l’Ucraina sta incrinando il potere russo e ha conseguenze per il suo sistema politico”, ha spiegato Borrell. Di conseguenza, “ora è il momento di continuare a sostenere l’Ucraina più che mai”. Per il momento, l’Ue vuole starsene alla larga da quanto accade a Mosca e in Russia. La linea ufficiale concordata sabato mattina è sempre la stessa. L’ammutinamento lampo e la sua conclusione sono “un affare interno alla Russia”, ha detto Tobias Billström, il ministro degli Esteri della Svezia. “Vediamo una lotta di potere interna, un atto del dramma russo e crepe nella propaganda russa. Non ci immischiamo”, ha spiegato la tedesca, Annalena Baerbock: “Con la sua brutale guerra di aggressione contro l’Ucraina, Putin sta distruggendo il suo stesso paese”.

Dietro le parole ufficiali dei ministri degli Esteri dell’Ue ci sono valutazioni di breve e lungo periodo sulla guerra. Nell’immediato, l’ammutinamento di Prigozhin dovrebbe indebolire ulteriormente l’esercito russo sul campo di battaglia. Per l’Ucraina è l’occasione di rafforzare la sua controffensiva contro truppe russe potenzialmente demoralizzate. Di qui la volontà di accelerare sugli aiuti militari a Kyiv. I ministri hanno concordato di iniettare altri 3,5 miliardi di euro nella European peace facility, lo strumento per finanziare le forniture di armi (ma l’Ungheria ha messo il veto sulla prossima tranche da 500 milioni per l’Ucraina). La Polonia ha annunciato che invierà migliaia di fucili d’assalto e milioni di proiettili. La Danimarca ha detto di aver avviato l’addestramento dei piloti ucraini per gli F-16, anche se la prospettiva di vedere i caccia di quarta generazione in Ucraina è ancora lontana. La Lettonia ha chiesto di “raddoppiare gli sforzi” su armi e addestramento di soldati ucraini. “La conclusione è che dobbiamo continuare il sostegno all’Ucraina, ogni sostegno, ma in particolare quello militare”, ha detto Borrell.

La seconda valutazione di più lungo periodo è legata all’uscita dalla guerra. Il cambio di regime a Mosca non è un obiettivo dell’Ue. Ma già un anno fa molti diplomatici europei ritenevano impossibile una pace con Putin. Volodymyr Zelensky ha detto più volte che non negozierà con l’attuale padrone del Cremlino. L’Ue ritiene improbabile che Putin possa decidere di propria volontà di ritirarsi dai territori occupati. Gli undici pacchetti di sanzioni senza precedenti adottati dall’Ue servono a minare la macchina industriale bellica della Russia. Ma c’è anche un obiettivo inconfessato: dividere l’élite russa e convincere almeno una parte degli oligarchi a rompere con Putin, perché la sua guerra in Ucraina impone loro un prezzo troppo alto da pagare.

Gli ottimisti nell’Ue vogliono vedere nell’ammutinamento di Prigozhin un primo segnale delle fratture interne che potrebbero portare al crollo del sistema Putin. “Questi eventi hanno dimostrato che lo stato russo e la credibilità personale di Putin è indebolita e che il sistema politico sta mostrando crepe”, ha detto Borrell. L’ottimismo, tuttavia, rischia di essere prematuro. “La situazione rimane complessa e imprevedibile”, ha spiegato Borrell. La Russia ha già dimostrato di essere una minaccia, ma ora è diventata “un rischio per l’instabilità politica e la fragilità di una potenza nucleare maggiore”, ha detto l’Alto rappresentante. Borrell ha ammesso che l’Ue non si è preparata agli scenari di instabilità in Russia. “Serve tempo per preparare una strategia. Ci lavoreremo. Tutti inizieranno a fare analisi sui possibili scenari di ciò che può accadere. Ma in 24 ore non si costruisce una strategia”, ha detto Borrell: “Avere la capacità di prevedere delle risposte non si fa in 24 ore”. Vero. Ma, forse, in sedici mesi di guerra l’Ue ci poteva pensare.

Di più su questi argomenti: