Russia

L'ennesimo processo a Navalny e la campagna online contro la guerra di Putin

Paola Peduzzi

L'oppositore russo rischia trent'anni di carcere nell'ultimo processo per "estremismo". La macchina della verità sulla lotta comune contro il Cremlino

Alexei Navalny rischia trent’anni di carcere se la corte che lo giudica nell’ultimo processo in corso lo dichiara colpevole di “estremismo”. Quarantasette anni, molti chili in meno rispetto a quando guidava le uniche proteste grosse organizzate nella Russia di Vladimir Putin, Navalny è stato arrestato l’ultima volta nel 2021, appena rientrato dalla Germania dove era stato curato dopo essere stato avvelenato da agenti russi (il Cremlino nega la propria responsabilità), è stato condannato a undici anni e mezzo di prigione per frode, è rinchiuso nella colonia penale di Melekhovo, a circa 250 chilometri da Mosca, dove è stato messo già sedici volte nella cella di isolamento e dove gli sono state negate le cure per la sua salute cagionevole, le visite e i pasti sono stati razionati. Quest’ultimo processo in corso, che si svolge nella colonia penale, avrebbe dovuto essere pubblico, ma quando Navalny si è alzato in piedi per difendersi, le immagini e l’audio dalla sala hanno iniziato a essere confusi, fino a che le autorità hanno deciso di procedere a porte chiuse.

 

Navalny lo sapeva, così come sapeva che sarebbe stato arrestato quando è rientrato da Berlino, così come sa che l’obiettivo primario del Cremlino è ridurlo all’invisibilità: se non lo vediamo, se non lo sentiamo, ci dimentichiamo di lui. Per questo parla, rischiando tutto, visto che sa anche che finché Putin è al potere, lui resterà in cella. Parla, si candida contro Putin e contro l’altro candidato, “la guerra”, lancia una campagna di propaganda per la verità, un progetto “cuori e menti” fatto sui social e sulle app di messaggistica, per raggiungere quanti più cittadini russi possibili – dice almeno il 20 per cento di chi vive nel lavaggio del cervello putiniano – e raccontare quel che Putin sta facendo in Ucraina e contro chi gli si oppone. Molti ucraini non amano Navalny perché in passato non si è speso contro le invasioni di Putin e dicono che il movimento Free Navalny e quello Stop the Putin War non sono sovrapponibili. Navalny parla anche a loro, dice che la lotta è comune, che i russi saranno mobilitati per fermare la guerra di Putin e Putin. Online ci sono tutti i riferimenti per partecipare alla campagna.

  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi