Mentre a Mosca si svolgeva la riunione dei macellai, a Idlib, regione ribelle martoriata dal terremoto, una gran folla è scesa per strada per ricordare il dodicesimo anniversario dall'inizio della rivoluzione sirana
Milano. Vladimir Putin ha accolto al Cremlino il dittatore siriano, Bashar el Assad, lo ha rassicurato sul suo sostegno imperituro e, davanti al suo governo – in prima fila c’erano il ministro degli Esteri Sergei Lavrov e il ministro della Difesa Sergei Shoigu – ha detto che darà tutto l’aiuto necessario per aiutare la Siria ad affrontare le conseguenze catastrofiche del terremoto del mese scorso. Mentre si svolgeva a Mosca questa riunione di macellai, a Idlib, regione ribelle martoriata dal terremoto, dalle bombe siriane e russe, dall’assedio, dalla fame e dalle bugie, una gran folla è scesa per strada, tra le macerie e il cielo grigio, per ricordare il dodicesimo anniversario dalla prima rivolta contro il regime di Assad, l’inizio della rivoluzione siriana in cui sono morte – secondo stime mai davvero aggiornate – almeno cinquecentomila persone, in cui sono state sfollate milioni di persone, in cui altrettante sono scappate sognando l’Europa senza spesso arrivarci.
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