Foto di Hannibal Hanschke, via Ansa 

la protesta

Putiniani per la pace. In Germania la piazza “a favore dei negoziati” si colora di rosso e di bruno

Daniel Mosseri

Tra i partecipanti alla manifestazione del 25 febbraio: Alice Schwarzer, femminista, e alcuni rappresentanti dell'ultradestra tedesca. Un corteo "contro la guerra" che sembra più a favore di Putin

Berlino. “Ormai siamo un movimento civico”, ha detto l’80enne Alice Schwarzer con soddisfazione, sabato scorso. Fondatrice del mensile Emma, giornalista e autrice, è nota per essere stata una delle protagoniste del movimento femminista in Germania e in Francia a partire dagli anni ’70. Alfiera della battaglia per legalizzare l’aborto, in anni recenti Schwarzer si è lanciata in difesa delle libertà conquistate dalle donne in Germania.

 

Libertà minacciate dall’arrivo di centinaia di migliaia di migranti e profughi portatori di culture in cui la donna è sottomessa all’uomo. Schwarzer è una fan di Angela Merkel, la prima donna a guidare il governo, ma non del Wir schaffen das, ossia del Ce la faremo (a integrare gli stranieri) pronunciato dall’allora cancelliera mentre apriva le frontiere tedesche a oltre un milione di profughi mediorientali, nell’agosto del 2015. Per Schwarzer la politica è impegno sociale, non partitico. 

 

Due settimane fa ha firmato un “Manifesto per la pace” assieme a Sahra Wagenknecht, 53enne ex capogruppo della Linke al Bundestag. Una strana coppia: un’anziana borghese tedesca e una politica di professione nata e cresciuta nella Ddr e iscrittasi al Partito socialista unificato di Germania (la famigerata Sed di Erich Honecker) fuori tempo massimo, ossia nel 1989, si sono fatte promotrici di un appello “contro l’escalation degli aiuti militari” all’Ucraina. Nel giro di pochi giorni le due donne hanno raccolto oltre 650 mila firme, da cui l’idea di scendere in piazza a Berlino il 25 febbraio, all’indomani del primo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina.

Un’iniziativa di successo: nonostante il freddo e la neve scesa senza sosta dal mattino, sotto la Porta di Brandeburgo c’erano non meno di 13 mila persone. Che però si sia vista l’alba di “un nuovo movimento” è discutibile, perché per strada c’erano principalmente over 60 e tanti volti noti delle frange più estreme della politica: dai socialcomunisti della Linke di Wagenknecht ai meno graditi simpatizzanti dei sovranisti anti immigrati di AfD. Accanto alle nuove leve di una destra che strizza l’occhio all’eversione bruna, c’erano anche i vip del neofascismo tedesco tra cui l’editore della rivista Compact, Jürgen Elsässer. 

 

La “Rivolta per la pace a favore di negoziati” si è rivelata la solita kermesse di putiniani di destra e sinistra. Un evento condito dall’apparizione di sostenitori del cosiddetto “pensiero laterale” come Marcus Fuchs; di orfani dell’Unione sovietica, come il complottista antisemita russo-tedesco Wjatscheslaw Seewald che ha sventolato la bandiera dell’Urss; del medico anti lockdown Paul Brandenburg nella cui abitazione sono state rinvenute armi da fuoco detenute illegalmente; e di altri privati cittadini che hanno esposto stendardi dei destrissimi movimenti Freien Sachsen (Sassoni liberi) e della sussidiaria Brandeburghesi liberi (Freie Brandenburger). Secondo il berlinese Tagesspiegel, almeno mille dei 13 mila presenti alla manifestazione si sono poi uniti all’ultradestra radunatasi a Potsdamer Platz.

 

Non è un mistero che quando si tratta di contestare la politica estera (o vaccinale) del governo federale oppure l’appartenenza alla Nato, i contorni della galassia rosso-bruna tedesca si fanno poco netti. È una circostanza che la stessa Wagenknecht non ignora: al contrario, in passato ha criticato l’arrivo dei profughi mediorientali e la politica vaccinale dell’ultimo governo di Angela Merkel. A scoprire il gioco della leader socialcomunista è stato lo stesso Björn Höcke, anima destra, revanscista e nazionalista dell’AfD. Elogiando la dimostrazione organizzata dal duo Schwarzer-Wagenknecht, Höcke ha chiesto alla seconda di lasciare la Linke e di entrare nei sovranisti. La giusta risposta all’appello della deputata che dal palco di Berlino aveva salutato i presenti con un ecumenico: “Tutti quelli che vogliono venire a dimostrare assieme a noi per la pace e per i negoziati sono i benvenuti”.

Di più su questi argomenti: