(foto EPA)

Dentro al Qatar gate. I socialisti europei si autoassolvono dalla responsabilità politica

David Carretta

Gli intrecci e i voti al Parlamento europeo indicano la presenza di un’interferenza. Cautele e sospensioni, violazioni e compromessi

Bruxelles. Brando Benifei, il capo delegazione del Partito democratico al Parlamento europeo, mercoledì 14 dicembre ha cercato di scaricare sul Ppe una parte della responsabilità del Qatar gate. “Ci sono rumors abbastanza convincenti che lei stesse passando al centrodestra”, ha detto Benifei alla trasmissione de La7 “Omnibus”. Lei è Eva Kaili, la vicepresidente del Parlamento europeo, al centro dello scandalo di corruzione sull’influenza del Qatar insieme al suo compagno, Francesco Giorgi, l’ex eurodeputato, Antonio Panzeri, e il segretario generale di No Peace Without Justice, Niccolò Figà Talamanca. Il tentativo ha avuto poco successo. “Anche Panzeri tra un po’ è passato al centrodestra”, ha ironizzato Alessandro Cattaneo di Forza Italia. L’episodio è utile a illustrare quanto la leadership dei socialisti europei stia cercando di evitare la questione della responsabilità politica. Il gruppo dei Socialisti & Democratici si è lasciato infiltrare e condizionare fino al più alto livello da quella che la procura belga considera un’associazione a delinquere. Kaili è stata eletta vicepresidente su indicazione della presidente del gruppo, Iratxe García Pérez. Ma nessuno ha ritenuto di doversi dimettere. García Pérez e Benifei non hanno alcuna responsabilità penale.

 

I Socialisti & Democratici hanno spinto alcuni deputati ad autosospendersi. Lo stesso ha fatto il Pd oggi con la sospensione “cautelativa” di Andrea Cozzolino. “Abbiamo adottato la decisione di costituirci parte lesa durante il processo“, ha detto García Pérez martedì. Lo stesso potrebbe fare il Pd. La strategia è presentarsi come vittime di un tentativo di influenza. “Fallito”, ha spiegato Benifei. Ma le posizioni e i voti dei Socialisti & Democratici sul Qatar raccontano un’altra storia. Sui diritti dei lavoratori in vista dei Mondiali inizialmente i socialisti erano tra i più intransigenti. Poi la linea è cambiata. Intervenendo in plenaria a nome dei socialisti il 21 novembre, la belga Maria Arena (coinvolta indirettamente), ha spiegato che “il Qatar ha fatto progressi”. Quando la commissione Libertà civili ha votato sulla liberalizzazione dei visti per il Qatar, tutti i socialisti (compresi Pietro Bartolo, Caterina Chinnici e Alessandra Moretti del Pd, oltre a Kaili e al socialista belga Marc Tarabella) hanno votato a favore, nonostante le violazioni dei diritti fondamentali.

 

Se Kaili è diventata vicepresidente del Parlamento europeo è perché García Pérez ha indicato il suo nome. Arena è stata eletta presidente della sottocommissione Diritti umani, succedendo a Panzeri, su indicazione dei Socialisti & Democratici. Cozzolino ha ottenuto la presidenza della delegazione con il Maghreb per scelta del Pd. Gli ex assistenti di Panzeri sono andati a lavorare con Cozzolino e Alessandra Moretti, Arena e Tarabella. Il capogabinetto di García Pérez, Laura Ballarin, ha trascorso vacanze in barca con Giorgi e Kaili. La presidente dei Socialisti & Democratici “sembra più interessata alla politica spagnola che a quello che succede nel gruppo”, spiega al Foglio una fonte interna. García Pérez ha difeso la scelta di Pedro Sánchez di riconoscere la sovranità del Marocco sul Sahara occidentale. Che sia per politica nazionale o per l’influenza di Panzeri, i socialisti hanno adottato posizioni favorevoli al Marocco, altro paese citato nel Qatar gate. Ci sono le amicizie e la fiducia tradite. Ma esiste una responsabilità politica quando si dirige una formazione politica che rivendica il ruolo di paladino dei diritti dei lavoratori e dei diritti fondamentali, ma poi si lascia convincere a fare compromessi.

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