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Europa Ore 7

Cosa c'è e cosa manca nelle sanzioni dell'Ue alla Russia

David Carretta

L'Ue cerca un'intesa sul terzo pacchetto di misure restrittive contro Mosca. Il settore del gas è però il grande assente dal pacchetto di sanzioni massicce che era stato promesso dagli occidentali

I capi di stato e di governo dell'Unione europea ieri sera hanno iniziato a discutere di un terzo pacchetto di sanzioni contro la Russia per la sua invasione dell'Ucraina, dopo aver dato via libera a una nuova serie di misure restrittive considerata insufficiente per fermare Vladimir Putin. L'oggetto del contendere durante il Consiglio europeo informale è stato la possibilità di escludere la Russia dal sistema di pagamenti internazionali Swift.

Il presidente americano, Joe Biden, ha candidamente rivelato le ragioni per le quali questa sanzione non è presente nell'arsenale annunciato ieri da Stati Uniti, Regno Unito e Ue. Swift “è sempre un'opzione. Ma in questo momento non è la posizione che il resto d'Europa vuole prendere”, ha detto Biden. "Molti colleghi hanno chiesto Swift in molti incontri", ha rivelato il premier olandese, Mark Rutte. Ma "su Swift dobbiamo lavorare per valutare cosa succede se la Russia è tagliata fuori".

Il “resto d'Europa” sono Germania, Italia, Austria, Lussemburgo e Cipro, che hanno frenato su Swift. Una delle ragioni è il timore di un taglio delle forniture di gas dalla Russia per l'impossibilità (o quasi) di effettuare i pagamenti.

Il settore del gas è l'altro grande assente dal pacchetto di sanzioni massicce che era stato promesso dagli occidentali. Ma i bombardamenti di Putin contro l'Ucraina hanno costretto l'Ue a un brusco risveglio strategico: anche senza Swift, gli europei hanno trovato una nuova determinazione per punire l'uomo che ha “riportato la guerra in Ucraina. Lo dimostra il secondo pacchetto di sanzioni che sarà formalmente approvato oggi dai ministri degli Esteri, che è comunque forte.

 

“Congeleremo le attività russe nell'Ue e fermeremo l'accesso delle banche russe ai mercati finanziari europei”, ha detto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen: “Queste sanzioni sono progettate per imporre un alto costo per gli interessi del Cremlino e per la sua capacità di finanziare la guerra”. Cosa c'è nel documento di quattro pagine preparato dalla Commissione dopo le sanzioni mirate per il riconoscimento del Donbas? Secondo le nostre fonti, le nuove misure restrittive colpiscono i settori dell'energia (le tecnologie petrolifere), i trasporti (aerei e componenti di aeromobili), il commercio (limiti alle esportazioni di high-tech e prodotti a uso civile e militare), i visti (meno facilitazioni per i diplomatici). Viene allargata anche la lista nera dei funzionari del Cremlino a cui verranno congelate le proprietà nell'Ue e imposto il divieto di viaggiare in Europa (diversi membri del Consiglio nazionale di sicurezza).

La parte più consistente ("massiccia" per usare l'aggettivo in voga) del secondo pacchetto di sanzioni riguarda il settore finanziario. Altre due banche (Alfa Bank e Bank Otkritie) entrano nella lista nera dell'Ue. Le imprese statali non potranno effettuare operazioni finanziarie nell'Ue. I russi non potranno aprire depositi sopra i 100 mila euro nell'Ue o investire in titoli europei. “E' un pacchetto molto grosso” destinato a “colpire la leadership a Mosca e quelli attorno a Putin”, ci ha spiegato un ambasciatore, assicurando che l'esclusione della Russia da Swift “è sempre sul tavolo”.

 

Ma l'Ue fa abbastanza? Germania e Italia hanno vinto sull'approccio “graduale” e “incrementale” sulle sanzioni. Qui Paola Peduzzi spiega che Biden è stato costretto a seguire gli europei, anche se ha rivendicato sanzioni “devastanti”. Molti paesi dell'est e del nord chiedevano misure molto più ampie e dure sin da subito. Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ieri ha lanciato un drammatico appello: “Chiunque dubiti se la Russia debba essere esclusa da Swift deve capire che il sangue di uomini, donne e bambini ucraini innocenti sarà anche sulle loro mani”. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che è intervenuto in videoconferenza durante il Consiglio europeo straordinario di ieri sera, ha accusato i leader dell'Ue di essere rimasti zitti, quando ha chiesto loro se l'Ucraina potesse chiedere l'adesione alla Nato. “Sono tutti spaventati”, ha detto Zelensky a proposito degli europei. Qui il direttore Claudio Cerasa spiega che la strategia di Putin è tutto tranne che irrazionale: colpisce il ventre molle dell'occidente, dove manca un whatever it takes per mettere in ginocchio Putin, anche a costo di subire qualche contraccolpo.

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha avuto un'altra lunga telefonata con Putin per chiedergli di fermare la guerra. Tutto inutile. “Non ha prodotto effetti, perché il presidente russo ha scelto la guerra”, ha detto Macron. Il Cremlino ha usato un eufemismo per descrivere la tiritera imposta da Putin al suo omologo francese: “spiegazione esaustiva” delle ragioni dell'attacco. Un'altra lunga di revisionismo storico? In un'intervista al Foglio, Anne Applebaum spiega che Putin ha ambizioni illimitate ed è giunto il momento per l'occidente di ripensare completamente la strategia verso la Russia. Le dichiarazioni rassicuranti di Olaf Scholz (“Putin non vincerà”) e von der Leyen (“l'Ucraina avrà la meglio”) appaiono illusorie vista la situazione sul terreno.

Qui Micol Flammini ha raccontato la battaglia di Kyiv, le direttrici dell'attacco russo e come si difende a fatica l'Ucraina. Nel suo intervento al Consiglio europeo, Zelensky ha spiegato che "non fuggirà" da Kyiv, ci ha spiegato una fonte europea. Uno degli scenari discussi ieri è la sua caduta in pochi giorni, se non ore.

 


 

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