EDITORIALI
L'incontro dell'imprenditoria italiana con Putin è un brutto segnale
Il presidente russo parlerà in video con i vertici delle principali aziende italiane, una scelta anti europea e anti atlantista che va in direzione opposta alle prese di posizione del fronte occidentale
Probabilmente l’incontro era fissato da tempo, in un altro contesto, ma date le intenzioni quasi esplicite di invasione dell’Ucraina da parte della Russia assume un significato preoccupante per i partner occidentali. Come scritto da Repubblica, oggi Vladimir Putin parlerà in un video incontro con i vertici delle principali aziende pubbliche e private italiane: Eni, Enel, Snam, Pirelli, Unicredit, Barilla, Intesa Sanpaolo, Generali... L’incontro, organizzato dalla Camera di commercio italo-russa (che in passato è stata anche uno strumento della diplomazia imprenditoriale putiniana, ad esempio nel caso del vaccino Sputnik V), ha l’obiettivo di rafforzare e stringere ulteriormente i legami commerciali tra i due paesi ma arriva, appunto, all’acme della crisi ucraina, mentre la Nato rafforza il proprio contingente nell’est Europa mobilitando jet e navi, mentre i paesi dell’Alleanza annunciano l’invio di uomini e mezzi e il dislocamento di truppe nel Baltico, mentre gli Stati Uniti e l’Unione europea hanno messo in guardia il presidente russo minacciando di imporre sanzioni dure in caso di invasione.
Accade subito dopo il vertice organizzato da Joe Biden, in cui è stata sottolineata “l’esigenza di una risposta comune” e dopo che l’Italia ha parlato di una “unanimità totale” con i leader europei sul da farsi. Ieri la Casa Bianca ha detto che l’invasione russa è “imminente”. L’incontro dell’imprenditoria italiana con Putin con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione “in materia di energia, industria, finanza e tecnologia verde” va in direzione opposta alle prese di posizione del fronte occidentale e, vista la rappresentanza ai massimi livelli dell’industria pubblica e privata, assumere anche un significato politico. Non è un bel segnale per l’Italia, che si aggiunge all’incertezza della partita del Quirinale e alla possibilità di una bocciatura di Mario Draghi. Il segnale al mondo occidentale è quello di un paese che rischia il disfacimento e di scivolare, di nuovo, su posizioni anti europee e anti atlantiste.
Isteria migratoria